venerdì 14 febbraio 2025

Cisl e Meloni uniti dalla ideologia e politica fascio-corporativa - dal blog proletari comunisti

All'assemblea nazionale della Cisl dei quadri e dei delegati sindacali dell'11 febbraio, che ha anche deciso il passaggio dal segretario nazionale, Luigi Sbarra, alla nuova segretaria Daniela Fumarola - ben conosciuta a Taranto, in Puglia per il suo servilismo padronale e governativo in particolare nella battaglia all'ex Ilva - è stata l'occasione per la Cisl e per la Meloni per rafforzare un'unità corporativa fascista, ideologica/politica contro i lavoratori, gli scioperi, le loro. lotte. Applausi, fiori, ovazioni si sono sprecati verso il lungo intervento della Meloni. La Meloni si è sentita a "casa sua"; ha usato il palco per approfondire l'affondamento del coltello su tanti temi centrali per il governo; ma soprattutto l'intervento è stato un attacco agli scioperi, alle lotte dei lavoratori, definite: “Tossica visione conflittuale”, insieme all'affondo contro Cgil e Landini.

"Un duetto, tanti complimenti ed elogi reciproci - scrive il Fatto quotidiano - grandi distinguo rispetto agli altri sindacati, sorrisi e carezze figurate, affondi contro Maurizio Landini senza nemmeno nominarlo. Giorgia Meloni e la Cisl sono sempre più sintonici". 

Sbarra non ha perso l'occasione dell'esplicito appoggio della Meloni e non solo - sul palco vi era anche ospite la ministra del Lavoro, Calderone - per attaccare a sua volta le lotte, le affermazioni (purtroppo finora solo affermazioni che non si traducono affatto in pratica di "rivolta sociale") di Landini, per bocciare scioperi, lotte dei lavoratori definendole “antagonismi”,“massimalismi”, “populismo”, “benaltrismo”.

Quindi, la Cisl è contro gli scioperi, le lotte, questo deve essere chiaro ai lavoratori. La Cisl si qualifica esplicitamente come sindacato "giallo" che vuole portare i lavoratori all'unità coi padroni e col governo; non siamo al "normale" collaborazionismo del sindacalismo confederale, ma alla formale linea di "partecipazione" degli operai, dei lavoratori tutti alle sorti del capitale, alla difesa di profitti dei padroni. 

Lo ha detto esplicitamente Sbarra e nessun lavoratore ancora iscritto a questo sindacato può far finta di non capire. Sbarra ha detto: "ci sono due concezioni molto diverse, per non dire opposte, dell’azione sindacale. Da una parte quella paralizzata da un antagonismo incendiario (che vorremmo tanto che ci fosse, ma purtroppo ancora non c'è). Dall’altra l’azione del suo sindacato riformista, pragmatica e concreta, che in piena autonomia accetta e promuove il dialogo”.

La Meloni a sua volta risponde, dichiarando che la Cisl è diventata un interlocutore privilegiato del suo governo, che "noi lavoreremo ancora molto bene negli anni a venire". E ha ringraziato la Cisl per il suo accompagnamento al lavoro difficile del governo.

Una unità che è stata anche formalizzata nel recepimento da parte del governo della proposta di legge della Cisl, che il parlamento si appresta ad approvare nelle prossime settimane, sulla "partecipazione dei lavoratori al capitale", alla gestione e ai risultati delle imprese. Sbarra ha detto: "la partecipazione ce l'abbiamo nel sangue, la pratichiamo ogni giorno, nelle fabbriche, nei cantieri, negli uffici”. E lo sappiamo bene...

Risponde la Meloni: "Rifondare la dinamica impresa-lavoro vuol dire superare la tossica divisione conflittuale", aggiungendo che "Bisogna lasciarsi alle spalle i conflitti del 900 fatti di "pregiudizi, antagonismo e furore ideologico". Affermazioni che prevedono un inevitabile nuovo grave attacco al diritto di sciopero.

Ora noi fin da quando la Csil ha raccolto sulla sua proposta di legge le firme nelle fabbriche abbiamo detto chiaramente "partecipazione al lavoro" è di fatto una collaborazione dei lavoratori con i padroni per salvaguardare i profitti delle aziende, quindi non significa affatto ricaduta positiva per migliorare le condizioni di lavoro, salariale, di sicurezza dei lavoratori, ma tutto il contrario, ricchezza dei padroni è più povertà per i lavoratori; perchè sempre i profitti sono pagati dai lavoratori con aumento dello sfruttamento, dei carichi di lavoro, taglio dei posti di lavoro, precarizzazione dei contratti di lavoro, taglio dei costi per la sicurezza, con l'aumento enorme dei morti sul lavoro (solo in Puglia la scorsa settimana vi sono stati 4 morti), riduzione dei salari, ecc. Con questa proposta di legge i salari dei lavoratori sarebbero pericolosamente legati all’andamento dei conti economici del padrone: in questo modo si vuole incentivare l’autosfruttamento per gonfiare ancora le tasche dei padroni.

Chiaramente la Meloni anche dal palco della Cisl ha rappresentato un quadro ultra positivo dell'occupazione, della tutela del lavoro, dei provvedimenti che avrebbe fatto il suo governo per il miglioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto per le donne; e ha sciorinato, al solito, i risultati: record di occupati, di occupazione femminile, di lavoratori stabili, diminuzione dei contratti precari, tasso di disoccupazione ai minimi dal 2007, si è vantata che il cuneo fiscale è stato finanziato dalle banche e dalle assicurazioni, ecc., ecc. 
Una enorme bugia che qualsiasi lavoratore, lavoratrice può smentire, ma lo smentiscono anche i dati ufficiali, per esempio dell'Inps: aumento del 20% della cassa integrazione, che diventa nelle grandi fabbriche permanente; aumento de 4,3% delle domande di disoccupazione per licenziamento; contratti soprattutto per le donne sempre più precari, a termine, con salari inferiori; salario già tagliato per la mancanza di aumenti contrattuali, ridotto alla miseria anche per l'aumento delle bollette, per il carovita. Così come è un bluff la questione delle banche e assicurazioni dato che è solo un'anticipazione di imposte che lo Stato restituirà tra il 2027 e il 2029.  

Tornando alla proposta di legge della Cisl, siamo di fronte a un misto di ingabbiamento dei lavoratori, per cui essendo rappresentati nei CdA delle imprese non devono aver più motivo di lottare contro la "loro" azienda; e di inganno dei lavoratori per convincerli a mettere soldi nelle aziende (partecipazione azionaria dei lavoratori, anche in sostituzione dei premi di risultato), senza peraltro che i lavoratori possano controllare o decidere niente - Su questo riportiamo quanto scrivono due economisti universitari sul Il Manifesto "...se i premi di risultato consentono di distribuire ai lavoratori incrementi di produttività... altri strumenti finanziari di partecipazione possono implicare un trasferimento ai lavoratori di risultati negativi. Con la conseguenza gravissima che in caso di crisi aziendale, i lavoratori perderanno insieme il posto di lavoro e parte del proprio patrimonio", dato in azioni". Si tratta di un vero e proprio imbroglio che porterebbe soltanto al fatto che i lavoratori dovrebbero privarsi di una parte del loro salario per far crescere gli utili delle aziende; cioè partecipare al loro sfruttamento. Questa proposta di legge punta a fare degli stessi lavoratori i sostenitori del salario dipendente dall'andamento produttivo dei padroni, che, quando devono pagare gli operai dichiarano che questo andamento va sempre male, è sempre in crisi; per fare poi degli stessi lavoratori coloro che decidano a chi dare meno e a chi dare di più. 

Una proposta di legge che oggi, col governo Meloni, trova una normale accoglienza perchè in sintonia con la sua natura moderno fascista. Questa proposta ha detto la Meloni nell'assemblea “significa gettare le fondamenta di una nuova alleanza tra datori di lavoro e lavoratori, fondata sulla condivisione degli oneri e degli onori, promuovere la partecipazione dei lavoratori al destino della propria impresa, incrementare le politiche di welfare, rafforzare il peso della contrattazione legata ai territori e alla dimensione aziendale, per superare le rigidità dei contratti nazionali senza smarrire le tutele sul lavoro”.

Quindi condivisione dei soli "oneri" e cancellazione dei contratti nazionali.

Si ritorna di fatto alle famigerate "gabbie salariali", in cui non vi è un salario unico dal nord al sud, ma un salario differente secondo il territorio, l'andamento delle imprese; per cui operai che fanno lo stesso lavoro si troveranno ad avere salari diversi, con una nuova pesante divisione tra nord e sud. 

Si propaganda/si impone un moderno corporativismo, in nome del bene della "nazione"; perchè il "bene comune", il "bene della nazione" è l'interesse privato dei padroni. E questo è moderno fascismo.

Ma come dicevamo all'inizio, la Meloni non ha perso l'occasione per ribadire la linea del governo su altri temi. Un passaggio lo ha fatto anche sulle politiche demografiche: L'inverno demografico... ha enormi implicazioni sulla tenuta sociale... questo governo ha dato finalmente alla questione della natalità e della demografia la centralità che merita, perché - ha spiegato Meloni - si tratta di una materia economica”. Appunto.
Meloni ha detto chiaro qual'è lo scopo della campagna per fare più figli. Non il bene dei bambini, delle famiglie, non il bene della collettività sociale, ma si devono fare figli per "l'economia", per dare nuove braccia da sfruttare ai padroni, e, ora nella fase di partecipazione, sostegno alle guerre, per dare corpi di ricambio per le guerre. 

Quindi ha parlato anche dell'Intelligenza Artificiale (Elon Musk le sta dietro alle spalle...). E su questo ha usato anche toni "terroristici". Della serie: certo la IA potrebbe sostituire nel lavoro tutti i lavoratori - cosa assolutamente falsa e impossibile: da dove i capitalisti ricaverebbero il plusvalore se sparissero gli operai? -; quindi se non si vuole correre questo rischio futuro voi operai dovete essere uniti al governo "nella grande sfida che abbiamo di fronte: lavorare per accompagnare i lavoratori in una trasformazione, un programma molto vasto di reskilling e di upskilling lungo tutto l'arco della vita e nei luoghi di lavoro". Cioè o i lavoratori accettano di vedere comunque tagliare una parte dei posti di lavoro, di essere macchine efficientissime per la produzione/il profitto del capitale o sarete "cancellati".

Ha parlato della trasformazione della scuola al servizio unicamente delle imprese (dimentichiamo cultura, sapere... con questi non si mangia...". Ma se "cultura ci deve essere sarà quella improntata ad una concezione nazionalista; "penso - alla nascita del Liceo del Made in Italy" per affermare il suprematismo della cultura, della religione occidentale, su quelle "barbare degli altri popoli".

Quello tra la Cisl e la Meloni si è trattato quindi di un vero e proprio patto corporativo/fascista, che deve essere denunciato e respinto prima di tutto nelle fabbriche e in ogni posto di lavoro.

La Cisl deve essere cacciata dai lavoratori dai posti di lavoro, dalle manifestazioni. Essa è l'infiltrazione del governo tra i lavoratori per schiacciarne la lotta di classe.

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