Riportiamo dei pezzi da un testo di Operai Contro (volantino diffuso agli operai? O semplicemente postato nei propri strumenti internet?), perchè è un esempio di come si possa deformare la realtà degli operai per sostenere la tesi di fondo di questa organizzazione, per cui gli operai così come sono vanno bene, per cui la spontaneità è tutto, indipendentemente da un'analisi della situazione concreta effettiva e dal fatto che gli operai sono parte in causa della loro grave situazione, non sono neanche loro "innocenti", e che, quindi, perchè assumano una posizione di classe, di lotta, occorre una direzione di classe, che non sta lì a lisciarli, ad esaltare la loro "spontaneità", ma ad assumersi la responsabilità di portare coscienza della realtà e di indicare la strada.
Gli operai dell'ex Ilva, in particolare "l'operaio tarantino" come scrive OC (che brutta formulazione, da bassa sociologia...) è vero che sono rassegnati, o meglio sfiduciati, che temono "i tagli occupazionali", ma non è vero, purtroppo, che sono arrabbiati, disperati, ecc.; ne tantomeno che conoscono "perfettamente l'alienazione estrema del lavoro salariato". Gli operai, anche dell'ex Ilva - soprattutto dell'ex Ilva dato che sono tuttora tantissimi e la fabbrica è tuttora quella con il maggior numero di operai a livello nazionale ed europeo - quando non lottano (ed ora è un pò che non lottano seriamente) si lamentano, ma quando, senza la lotta, non si sentono, non si possono sentire, forza collettiva ma individuale, pensano e dicono spesso sciocchezze, pensano di sapere perchè si informano in internet soprattutto, ma in realtà non sanno; sono all'interno di una vicenda internazionale della guerra capitalista/imperialista dell'acciaio ma parlano come "gattini ciechi". Ma questo è inevitabile!
Senza una direzione comunista anche nella lotta sindacale; senza, come dice Lenin, portare dall'esterno dei rapporti di produzione, della vita in fabbrica e fuori dalla fabbrica, la coscienza di quello che avviene e del perchè avviene, gli operai diventano impotenti, lamentosi.
Ma OC non si assume affatto questa responsabilità, usa la demagogia populista, che guarda ma non può contribuire a smuovere una realtà di operai che oggi come oggi non va bene.
MC
EX ILVA, FINIRÀ COME NEL 2018?
Operai Contro - 28 Gennaio 2025
"...Paura. Ansia. Preoccupazione. Paura e rabbia. Paura che a essa subentri la disperazione. Rabbia per essere costretti ogni giorno a vivere nella paura. Perché alla paura di perdere il lavoro in fabbrica, unica fonte di reddito per sfamare una famiglia, e di piombare, da un momento all’altro, nella miseria più nera, non ci si abitua, anche dopo anni. Sono i drammatici sentimenti che animano i giorni e le
notti di tanti operai... dell’ex Ilva, a Taranto, Cornigliano e altrove. Con la privatizzazione di Acciaierie d’Italia alle porte cresce il timore di nuovi tagli occupazionali: tutti sanno che chi è rimasto fuori nel 2018, con l’ingresso di ArcelorMittal, al di là delle reiterate promesse, non è mai rientrato. Questa è la condizione attuale, in particolare, dell’operaio tarantino esemplare al massimo livello della condizione di ogni altro operaio di qualsiasi altra fabbrica: odiare il proprio lavoro, del quale farebbe volentieri a meno, e nello stesso tempo temere di perderlo. Ogni operaio costretto a entrare nell’immenso antro nero dello stabilimento siderurgico tarantino apprende e conosce perfettamente l’alienazione estrema del lavoro salariato, sa bene che non svolge alcuna libera energia fisica e spirituale e che ogni giorno mortifica e rovina il suo corpo e il suo spirito. Ogni operaio ripete a se stesso che sa come entra in fabbrica, ma non sa se, alla fine del turno, uscirà vivo o morto, sano o ammalato, integro o ferito, o a pezzi. E l’alienazione e il rischio che nascono dalla condizione di schiavitù sotto il dominio del capitale diventano tanto più disperati quanto più l’operaio si costringe ad accettarli, rassegnato...A questo si riduce la moderna “civiltà” tecnologicamente avanzata, che sotto la maschera dell’efficienza e dell’opulenza nasconde l’insopportabilità della schiavitù operaia. Chi sorregge la vita gaudente e ignobile di tanti che si spartiscono immani fette di profitto sono le spalle curve di migliaia e milioni di operai...
...i sindacati sperano che “combinando incentivi e pensioni si possa ridurre un po’ la platea degli addetti ex Ilva e quindi avere una gestione meno traumatica dei mesi futuri... per non trovarsi a gestire la rabbia di centinaia o migliaia di operai subito licenziati... iniziano a invocare tavoli di confronto... per tenere buoni gli operai. I quali, però, già nelle assemblee di fabbrica sul rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici, dopo la rottura delle trattative, hanno espresso paura e sfiducia per un futuro senza certezze....
L.R.
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