TARANTO
- «Siamo in presenza di criticità permanenti. questi dati più recenti
di biomonitoraggio testimoniano la persistenza della propagazione di
diossine e di metalli pesanti pericolosi». Lo afferma il ministro della
Salute, Renato Balduzzi, sui primi rilevamenti del biomonitoraggio
avviato dalle strutture del ministero della Salute secondo cui il 30%
del latte di pecora prodotto negli allevamenti entro i 10 km dall'Ilva
di Taranto, è contaminato dalle diossine. «Vorrei - auspica Balduzzi -
che il Paese sentisse come suo il problema di Taranto. Adottiamo la
città perché il quadro sanitario e ambientale è critico». «Se l'Ilva
dovesse chiudere - osserva il ministro - la criticità occupazionale
avrebbe conseguenze negative anche dal punto di vista della salute». Il
ministro sottolinea poi l'importanza del rilevamenti dei dati. «Dobbiamo
rendere - afferma - permanente e continuo (e non occasionale) il
biomonitoraggio».
Il Riesame. Restano agli arresti domiciliari Emilio
Riva, il figlio Nicola e l'ex direttore dello stabilimento Ilva di
Taranto Luigi Capogrosso, accusati di disastro ambientale. Il Tribunale
del Riesame ha rigettato i ricorsi presentati contro il secondo "no" del
gip alla richiesta di rimessione in libertà da parte della difesa.
Emilio Riva, il figlio Nicola e Luigi Capogrosso sono agli arresti
domiciliari dal 26 luglio scorso nell'ambito dell'inchiesta della
Procura di Taranto per disastro ambientale a carico dell'Ilva. Per
quanto si è appreso, i giudici del Tribunale del Riesame, nel respingere
i ricorsi dei difensori dei tre indagati, ha confermato la sussistenza
sia delle esigenze cautelari che del pericolo di reiterazione del reato.
Sempre dal 26 luglio sono sotto sequestro, senza facoltà d'uso, gli
impianti dell'area a caldo del Siderurgico tarantino.
Le motivazioni per i Riva. Emilio Riva e il figlio
Nicola hanno dimostrato «pervicacia» nella commissione dei gravi reati
contestati e questo «rende evidente il rischio dell'allestimento ed
organizzazione di ulteriori analoghe attività illecite presso altri
contesti industriali, ai quali essi potrebbero avere agevole accesso
attraverso altre società controllate dal gruppo Riva Fire». Lo scrivono i
giudici del Tribunale di Taranto motivando il pericolo di reiterazione
da parte dei due Riva, indagati per disastro ambientale, e quindi
confermando la misura degli arresti domiciliari nei loro confronti.
Totale indifferenza alla legge. L'ex direttore dello
stabilimento siderurgico Ilva di Taranto Luigi Capogrosso «ha dimostrato
totale indifferenza al rispetto della legge». Lo scrivono i giudici del
tribunale di Taranto che hanno rigettato la richiesta di rimessione in
libertà dello stesso Capogrosso, indagato per disastro ambientale. La
«indifferenza» di cui parlano i giudici, è scritto nel provvedimento, fa
particolare riferimento «ai precetti che impongono la protezione dei
lavoratori contro i rischi nell'ambiente di lavoro, la riduzione degli
agenti inquinanti, l'adozione di cautele nell'uso, nei contesti
aziendali, di sostanze pericolose».
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