Continua il 26 aprile la trattativa al Mise con ArcelorMittal, e si comincerà a parlare degli esuberi.
In questi due incontri al centro della discussione c'è stata la questione salariale e della contrattazione aziendale, che la Mittal vuole ridisegnare al ribasso. Ieri ha presentato una
proposta sul possibile schema del futuro Premio di risultato (PdR) ed i
principi che lo dovrebbero disciplinare, nella logica di una sua corresponsione secondo criteri gestiti dall'azienda. La Mittal
vorrebbe legare i premi di risultato al raggiungimento dell’Ebit
positivo, questo significa che per tre anni non ci sarebbe nessun
premio, mentre l'attuale sistema di premio è legato ai volumi di
produzione.
Per il Mise però tutto procede bene: “Oggi abbiamo
comunque fatto un passo avanti. - ha detto la Bellanova - Finalmente è stata raggiunta una
convergenza per la parte che riguarda la parte di salario fisso, non
solo quella riguardante il Ccnl ma anche la parta fissa relativa al
contratto aziendale di secondo livello. Rimane invece ancora aperto un
punto che riguarda il salario variabile“. Il 26 - ha aggiunto - speriamo di cominciare a discutere più nel merito per quanto riguardano gli organici"
Per Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm ed Usb, unitariamente, danno un giudizio positivo per i risultati
raggiunti sulla parte fissa del salario e sugli elementi di secondo
livello aziendali fissi; sulla parte variabile dicono: “Arcelor Mittal continua a non scostarsi dall’impostazione illustrata ieri alle
organizzazioni sindacali se non sulla conferma di una parte della
contrattazione di secondo livello sulle voci di PRE, PRO e Premio di
Produzione. Rimangono distanti le posizioni sul PDR sulle quali, alla
proposta aziendale di modifica del sistema di calcolo con l’introduzione
di parametri penalizzanti, il sindacato ha ribadito in maniera unitaria
la sua contrarietà“.
I sindacati hannop detto che proporranno un loro schema di soluzione.
Sugli esuberi, invece, i sindacati hanno chiesto la
documentazione ai Commissari relativa ai "riferimenti giuridici sulla
discontinuità per poter effettuare le opportune verifiche tecniche
legali circa l’obbligo di discontinuità
contrattuale per i lavoratori che saranno riassunti”.
Ma i sindacati sanno benissimo che i riferimenti normativi a favore dell'azienda, come di tutti i padroni, stanno eccome, e si chiamano Jobs act; e fare un discorso di "verifica" porterebbe inevitabilmente ad avallare la divisione degli operai in serie A e serie B.
Come spiega Bentivogli Fim/Cisl, dire No ai licenziamenti non significa affatto garanzia per tutti dell'assunzione nella AmInvestco, ma "offrire
opportunità per tutti quanti lavoratori e fare un piano di sviluppo
adeguato“
Hanno poi annunciato di voler convocare un
consiglio di fabbrica unitario delle RSU per mercoledì 2
maggio, a cui seguiranno le assemblee dei lavoratori. Tutto dopo, quindi, che già ci sarà stata uno schema di intesa.
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