FINCHE’ NON CAMBIEREMO RADICALMENTE LA SOCIETA’, NON POTREMO MAI SPERARE CHE LA STRAGE QUOTIDIANA DI LAVORATORI FINISCA!
Ancora una volta siamo a piangere e indignarci per altri martiri del lavoro.
Oggi ne parlano tutti i giornali e i social sono pieni di commenti indignati.
Ancora un infortunio col “botto”, poi oggi è Pasqua e quindi la notizia fa tantissima audience.
Poi se ne dimenticheranno, ma la strage quotidiana continuerà, nel silenzio di tutti.
La strage quotidiana dei morti senza volto: i quattro lavoratori che muoiono ogni giorno senza che nessuno ne sappia nulla.
Le cause dell’incidente di oggi, come di tutti gli infortuni sul lavoro sono sempre le stesse: mancata osservanza degli obblighi a carico dei datori di lavoro per la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
Le macchine e i luoghi di lavoro non sono a norma, le valutazioni dei rischi sono documenti puramente formali, mancano procedure di sicurezza, i lavoratori non sono formati, addestrati, coinvolti.
Questo perché nelle aziende il profitto viene prima di tutto: bisogna lavorare, produrre e spendere poco.
E poi mancano, praticamente del tutto, i controlli, per precisa volontà di politici e sindacati collusi, per il proprio tornaconto, con la classe imprenditoriale, cioè con i padroni, che i controlli non li vogliono per fare profitto.
Non c’è giustizia nemmeno nelle aule dei tribunali, poiché PM e giudici stanno spesso dalla parte dei più forti.
Non serve a niente piangere.
Finché non cambieremo radicalmente la società capitalista basata sul profitto e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, non potremo mai sperare che la strage quotidiana di lavoratori finisca!
Già, ma il comunismo non è più di moda...
E allora smettiamo almeno di piangere.
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