L’ex Ilva continuerà ad avere il gas
Il Consiglio di Stato ha accolto l'appello di Acciaierie d'Italia contro il Tar Lombardia
Gianmario Leone
pubblicato il 15 Febbraio 2024, 19:04
Il Consiglio di Stato, riunitosi il 13 febbraio 2024 in camera di consiglio, ha accolto l’appello cautelare presentato da Acciaierie d’Italia S.p.A per la sospensione dell’ordinanza nr. 00024/2024 del Tar della Lombardia inerente alla fornitura di gas ad Acciaierie d’Italia da parte della SNAM, rinviando la decisione definitiva alla pronuncia di merito da parte del Tar Lombardia.
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Seconda, presidente Giovanni Sabbato), nella sua ordinanza pubblicata quest’oggi scrive: “Considerato che, in una logica di adeguata ponderazione degli interessi in gioco, meritano particolare rilievo le gravi e critiche conseguenze derivanti dalla cessazione dell’attività connesse alla paventata discatura – trattasi peraltro, quantomeno per quello di Taranto, di stabilimento designato ex lege come di interesse strategico nazionale, ai sensi dell’art. 3, comma 1, del D.L. 3.12.2012, n. 7 -; Ritenuto pertanto, stante la particolare rilevanza del profilo del danno ed al solo fine di garantire la continuità degli impianti, che emergono giustificati motivi per sospendere gli effetti della sentenza di prime cure resa dal T.a.r. con conseguente sollecita fissazione del merito; Ritenuto, infine, che la particolarità della vicenda giustifichi la compensazione delle spese del doppio grado del giudizio cautelare, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Seconda) accoglie l’appello e, per l’effetto, in riforma dell’ordinanza impugnata, accoglie la domanda cautelare e sospende il provvedimento impugnato”.
Ricordiamo che il Consiglio di Stato lo scorso 19 gennaio aveva accolto l’impugnazione di Acciaierie d’Italia nei confronti dell’ordinanza del TAR della Lombardia dello scorso 10 gennaio, che aveva respinto la richiesta della stessa Acciaierie d’Italia di sospendere in via cautelare la delibera Arera che autorizza Snam all’interruzione della fornitura gas allo stabilimento. Nella loro ordinanza, i giudici del Tar Lombardia riprendono la relazione istruttoria dello scorso 28 dicembre depositata da ARERA, dalla quale emerge che, anche durante la sospensione delle procedure di discatura disposta dall’Agenzia, Acciaierie d’Italia non ha individuato il fornitore sul libero mercato del gas naturale che possa far fronte al proprio fabbisogno dei gas, ponendo così termine al servizio di default trasporto fornito da Snam Rete Gas S.p.A., e con l’Autorità ha evidenziato, in particolare, che “AdI, nel corso del 2023, ha ricevuto offerte di fornitura dalla sola Eni S.p.A. la quale da ultimo, nel mese di ottobre, ha comunicato l’impossibilità di formulare offerte, rilevando il mancato rispetto del piano di rientro previsto da un accordo transattivo stipulato tra le parti” come già ampiamente risaputo. Nella predetta relazione istruttoria si legge che per il servizio di default trasporto “in base alle informazioni trasmesse da Snam Rete Gas S.p.A. risultano fatture non pagate per un totale di circa 109 M€” in scadenza al 31.12.2023, a cui vanno aggiunti gli importi relativi al servizio erogato nei mesi di novembre e dicembre 2023 le cui fatture, alla data di redazione della predetta relazione, non erano ancora venute in scadenza, per un totale stimato di circa 69 M€“.
Certo resta il problema dei crediti vantati dai fornitori. Nel documento attraverso il quale Acciaierie d’Italia ha presentato ricorso al tribunale di Milano per la conferma delle misure protettive e la concessione delle misure cautelari ex art. 19 CCII, ovvero per avviare la composizione negoziata della crisi ed evitare così l’amministrazione straordinaria della società, il computo dei debiti era così ripartito: 264.206.607 verso SNAM RETE GAS S.p.A. (96.675.245 Scaduto e 167.531.362 Non Scaduto al 30 novembre 2023); 74.525.452 verso ENI S.p.A – DIV. GAS – POWER ed altri 60.536.573 verso ENEL ENERGIA S.p.A. (49.626.375 scaduto, 10.910.198 Non Scaduto) ed infine 49.739.640 verso A2A ENERGIA S.p.A. 17.595.442 scaduto 32.144.198 non scaduto). In qualunque modo si risolverà la crisi attuale della società, questo sarà uno dei primi problemi da affrontare.
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