martedì 27 febbraio 2024

Un paese in pericolo - Un contributo Avvocata di Taranto

Un Paese dove la Polizia manganella studenti che manifestano democraticamente il dissenso e il Governo dice “Hanno fatto bene”, è un Paese in pericolo.

L’avevamo già detto che col decreto Caivano e il cd. nuovo “pacchetto sicurezza”, la svolta repressiva era già in corso, perché quando un Paese tratta questioni sociali come questioni di ordine pubblico non è mai un buon segno. E infatti, da dieci anni a questa parte, mai così tanti minori nelle carceri, in alcuni istituti si teme addirittura il sovraffollamento minorile. Gli ingressi negli Ipm sono in aumento e la crescita delle presenze è data quasi per intero da ragazze e ragazzi per cui è stata disposta la misura cautelare ai sensi della nuova normativa “Caivano”.

Ma un Paese che cade nella tentazione punitiva verso chi commette un reato in una fase così cruciale del proprio percorso di crescita ha scelto di abbondare i ragazzi ed intraprendere la strada della repressione pura e semplice.

Così ieri, studenti giovanissimi a Pisa manifestano chiedendo il “cessate il fuoco” in Palestina e di contro subiscono una violenta, ingiustificata, illegittima carica da parte della Polizia che li manganella con furia inaudita ed antidemocratica, alcuni ammanettati a faccia in giù o col volto insanguinato.

Non è un caso isolato. Anche i manifestanti sotto le sedi Rai sono stati aggrediti dalla Polizia. Il corteo anti-sgomberi a Bologna, calci e manganelli sui manifestanti.

Le tensioni nel Paese sono in forte crescita e tanto per condire ancora di più il piatto repressivo, esponenti del Governo difendono, giustificano e legittimano il comportamento della Polizia additando gli studenti come “professionisti del disordine”.

In realtà queste parole servono solo a disincentivare la piazza, a reprimere il dissenso, a comprimere la democrazia e a giustificare il braccio violento dello Stato.

Da quel “sei stato tu, col tuo sasso” pronunciato dal vicequestore Lauro dopo l’uccisione di Carlo Giuliani da parte dello Stato durante il G8, a oggi sembra terribilmente non essere cambiato nulla.

Quello che è successo ieri è un abuso che ricade su manifestanti giovanissimi in difesa del popolo palestinese. Un altro 2001 è inaccettabile.

Il dissenso è l’essenza della democrazia mentre le manganellate, i pestaggi e la repressione sono abusi di potere e la repressione non deve diventare normalità. La piazza non si ferma!

Avvocata A. Ricci - Taranto

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