martedì 20 febbraio 2024

Prima informazione sull'incontro ex Ilva di ieri a Roma, con primi commenti - Seguirà una valutazione dello Slai cobas


ADOLFO URSO: "SI PARTIRA' CON UN SOLO COMMISSARIO"

«Si partirà da un commissario e, per quanto riguarda le caratteristiche che dovrà avere, dovrà essere una persona che conosce bene l’azienda e abbia competenze nel  settore siderurgico per rilanciare subito l’azienda».
Lo avrebbe detto, secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti all’incontro, il ministro delle Imprese Adolfo Urso nel corso del tavolo sull'ex Ilva. Il ministro avrebbe anche spiegato che la «procedura di amministrazione straordinaria prevale su ogni altra procedura ed è quella che sarà realizzata nelle prossime ore». Per l’ex Ilva si prevede «una gara nel minor tempo possibile perché già si sono affacciati numerosi investitori italiani e stranieri».

AIGI
Il governo ci ha comunicato che «nelle prossime ore si andrà in amministrazione straordinaria. Questo non significa che muore tutto. L’indotto ha bisogno di non andare in cassa integrazione, vogliamo andare a lavorare. Se si va in AS è possibile attivare l’art. 68, come nel 2015, per dare degli acconti alle aziende che così possono ripartire».
Così il presidente di Aigi, associazione che rappresenta aziende dell’indotto dell’ex Ilva, Fabio Greco, dopo l’incontro con l’esecutivo a Palazzo Chigi. «A noi interessa sospendere immediatamente gli oneri fiscali e tributari. Le imprese altrimenti muoiono».

CONFINDUSTRIA
«Come Confindustria abbiamo riportato all’attenzione le modifiche al decreto legge, l’estensione alle piccole, medie e grandi industrie della garanzia Sace oltre che eliminare la percentuale del 50% del fatturato per le aziende che hanno lavorato per la grande industria, anche perché è un atto scorretto nei confronti di chi ha lavorato e di chi dal 2015 ad aggi ha pensato alla diversificazione, perché noi come Taranto siamo stati già penalizzati nove anni fa con 150 milioni di crediti mai esclusi - ha spiegato Di Napoli -. Uno dei grandi drammi che si sta vivendo è che Acciaierie d’Italia, nella persona della Morselli, ha messo un veto totale sulla documentazione, ad oggi al governo non è dovuto sapere la situazione debitoria, creditoria o la situazione degli impianti, pertanto con l’amministrazione straordinaria si entra dentro per poi fare una gara, se non entrano e capiscono la situazione non possono prospettare ad eventuale investitori, che ci sono».

UILM
Oggi un passo avanti. Abbiamo ottenuto un risultato: fuori Mittal. Lo Stato che prende nelle mani gli stabilimenti; ora deve fare subito un piano industriale, rilanciare lo stabilimento. Le risorse sono quelle indicate: 320 milioni. Mettere in sicurezza impianti e fare il piano industriale. Abbiamo chiesto impegno a supportare il sistema delle imprese.

FIOM
“Chiediamo che non si perda altro tempo, Governo e commissari garantiscano lavoratori, produzione, salute e ambiente. C’è una prima questione che riguarda i tempi. In tutti gli stabilimenti c’è il rischio del fermo degli impianti. Questo rischio va assolutamente scongiurato”.
“Occorre garantire nello stesso tempo la continuità aziendale e la continuità produttiva... modificare il decreto in sede di conversione per assicurare la continuità produttiva anche per l’indotto e la garanzia degli ammortizzatori sociali. Ci sono problemi legati alla situazione degli impianti, alle condizioni di salute e sicurezza e di manutenzione. È necessario aprire prima possibile il confronto tra i commissari straordinari e le organizzazioni sindacali... i 320 milioni di euro non bastano a rilanciare la produzione di acciaio e nel frattempo ad avviare il percorso per la decarbonizzazione”.

FIM
Chiusa la fase di Mittal, ora gestione straordinaria. 320milioni devono servire per garantire l'attività e rilanciare lo stabilimento. Allargare la Cig alle aziende dell'indotto. Nel prossimo futuro ci sarà la gara ma deve essere con attività funzionante. Chiediamo incontro con il commissario, appena verrà nominato.

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