La protesta si è spostata a Palazzo di Città (annullata la conferenza stampa del Sindaco, Rinaldo Melucci sulle ricadute economiche del Sail GP 2023) dopo che gli aderenti ad Aigi avevano anche mantenuto durante la notte un presidio davanti alla prefettura di Taranto .
Le imprese invocano tutele per i crediti vantati nei confronti di Acciaierie d’Italia (almeno 140 milioni di euro) che rischiano di perdere in caso di ricorso all’amministrazione straordinaria, così come avvenne nel 2015 quando l’Ilva fu commissariata e andarono in fumo crediti per 150 milioni.
Ex Ilva, sindacati verso Palazzo Chigi
I sindacati metalmeccanici Fim Fiom Uilm, in assenza di una risposta della Presidenza del Consiglio dei ministri alla richiesta d’incontro inviata il 5 febbraio, annunciano che si autoconvocheranno a Palazzo Chigi, “per un confronto urgente e necessario a garantire la continuità produttiva e occupazionale di Acciaierie d’Italia”.
“Il tempo è ormai scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile – dichiarano i segretari generali di Fim Fiom Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella -. Da giorni sembrerebbe essere in atto una trattativa segreta tra i soci di Acciaierie d’Italia alla ricerca di una soluzione condivisa per il cambio di gestione, in assenza di confronto con le organizzazioni sindacali. È inaccettabile che dopo due decreti voluti dal Governo per estromettere Mittal, attraverso l’attivazione dell’amministrazione straordinaria, la situazione e il futuro dell’ex Ilva rimangano nella totale incertezza”.
Fim Fiom Uilm denunciano ancora una volta “la grave e preoccupante situazione in cui versano i siti produttivi dell’ex Ilva, con conseguenze drammatiche sull’indotto e sui 20mila lavoratori. In assenza di un intervento urgente saremmo alla fermata totale degli impianti. Noi non ci rassegniamo e chiediamo al Governo azioni immediate e decisive: non accetteremo decisioni precostituite sul futuro. L’unico riferimento per noi resta l’accordo del 6 settembre 2018. Le lavoratrici ed i lavoratori hanno avuto grande senso di responsabilità: è ora che il Governo si assuma le sue e tragga le dovute conseguenze” concludono.
Nessun commento:
Posta un commento