Le morti sul lavoro della centrale Enel hanno continuato la catena di morti e stragi sul lavoro di questo sempre più orribile 2024. Abbiamo già nella giornata di ieri, sia nella Controinformazione sia sul blog di proletari comunisti cercato di dare una prima denuncia, informazione, valutazione e nello stesso tempo, in particolare a Taranto, abbiamo già portato elementi di informazione e di denuncia e di indicazione, tenendo conto che a Taranto il 19 Aprile vi sarà un Convegno organizzato dallo Slai Cobas per il sindacato di classe, dalla Rete nazionale per la salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio con il concorso sia degli operai di Taranto sia del fronte largo delle parti civili nel processo d'appello “Ambiente svenduto”, una sorta di maxiprocesso che abbraccia morti sul lavoro, da lavoro e da inquinamento e che fa di Taranto uno dei centri di questa battaglia.
Ma il Convegno non servirà se non uscirà con proposte nuove, aggiornate, rivolte alla classe operaia, ai lavoratori tutti, ai loro familiari, alle associazioni che si interessano delle morti sul lavoro, da lavoro e da inquinamento. Quindi un Convegno per dare nuove indicazioni e pianificare una lotta prolungata su questo tema che è giusto che avvenga a Taranto, ma chiaramente ogni città colpita dalle stragi, dalle morti sul lavoro dovrebbe fare uguale per costruire un movimento reale.
Oggi vogliamo aggiungere alcune cose: gli scioperi. È chiaro che tutti gli scioperi con al centro le morti sul lavoro e la strage di questi ultimi giorni sono giusti e necessari. E invitiamo alla massima partecipazione possibile ovunque vi siano iniziative di lotta. Ma chiaramente i sindacati confederali, i loro dirigenti, sono assolutamente ipocriti su questo. La catena dei morti sul lavoro è il prodotto della mancanza del sindacato sui posti di lavoro e di una mancanza di una linea di lotta e di combattimento delle organizzazioni sindacali sui posti di lavoro.
Che i governi, i padroni e questo governo e questi padroni, questo sistema, producano morte lo abbiamo detto cento, mille volte e i lavoratori in generale lo sanno, anche se il ricatto del lavoro pesa moltissimo in tutto questo. Ma i sindacati confederali dove ci sono non fanno nulla. Gli RLS sono diventati inutili e quasi inesistenti sui posti di lavoro e nello stesso tempo sicuramente la catena di accordi, di relazioni sindacali che esiste sui posti di lavoro, di collaborazione, di cogestione, fa sì che i lavoratori non abbiano dei riferimenti alternativi, sia sul piano della lotta sia sul piano della loro formazione.
E' chiaro che gli operai devono cambiare il loro atteggiamento rispetto alla sicurezza. Perché senza questo cambiamento dal basso degli operai tutti i discorsi sono aria fritta. Ma gli operai non cambiano da soli ma grazie alle loro organizzazioni sindacali. Per questo l’appoggio va a quegli scioperi che siano organizzati da operai e organizzazioni sindacali fuori dai sindacati Confederali.
Il punto però è quello che dice Alessandro Genovese, segretario generale della Fillea: scioperiamo per "cambiare il sistema".
Di quale “sistema” parli? Ma di che parli? Il sistema da cambiare è il sistema capitalista, sono i governi al servizio dei capitalisti, il sistema da cambiare è lo Stato del Capitale, e questo si ottiene con una lotta antagonista, alternativa, di classe rispetto a padroni/Stato e governo. E sicuramente le organizzazioni sindacali confederali sono interni a questo sistema e non ne sono l'alternativa. Sono parte del problema e non la loro soluzione.
Detto questo, alcune aggiunte. Tra i morti della centrale Enel vi sono pensionati al lavoro nei cantieri. Vi sono anche soggetti che hanno ruoli di capi squadra e di dirigenti; non sono tutti operai nel sistema di fabbrica e di lavoro dei cantieri ed è evidente che non si è tutti uguali. Quando succedono stragi muoiono tutti, come è successo nelle cisterne assassine e in altre occasioni di stragi sul lavoro, a volte muore il padroncino che gestiva il servizio. È chiaro che la catena del sistema di massimo ribasso degli appalti è da tutti individuato come un anello, ma questo sistema è quello che produce i profitti nei cantieri ed è il sistema generale a cui tende ogni governo, da Draghi all'ultima sciagura del governo Meloni con i consulenti del lavoro che fanno i ministri del lavoro.
Quindi l'ipocrisia è al centro della giornata di lotta di ieri, l'ipocrisia delle direzioni sindacali, l'ipocrisia di tutti coloro che si sbracciano ora nel denunciare dei fatti di cui sanno bene origine, cause e sostanza.
Nulla cambia senza una rivoluzione, una rivoluzione dal basso che riguardi la lotta e il modo di lottare sui posti di lavoro e che riguardi il modo di unire la classe operaia e i lavoratori su questo fronte, che riguardi il modo e la strategia e la tattica per rovesciare i governi, il sistema e lo Stato del Capitale.
Chi non dice queste cose inganna il lavoratore, riempie le pagine dei giornali, degli schermi televisivi e oggi anche i comizi nelle manifestazioni.
E su questo chiunque che sia un lavoratore cosciente, che non abbia buttato il cervello all'ammasso, che non sia allineato e coperto nella logica dello sfruttamento e del lavoro in ogni condizione, lo sa bene. E chi lo sa deve agire, bisogna dividere, nelle fabbriche tra chi lotta realmente e chi è complice del padrone.
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