venerdì 26 aprile 2024

L'intervento di un operaio dell'ex Ilva dello Slai cobas al corteo di Taranto del 25 aprile

Il 25 aprile di quest’anno è un 25 aprile diverso, già dallo scorso anno si poteva iniziare a sentirne il primo olezzo ma quest’anno la puzza della restaurazione del fascismo comincia a soffocare in maniera indiscriminata le masse proletarie, una restaurazione che passa attraverso la criminalizzazione della lotta partigiana ed il vittimismo della merda di Mussolini come dichiarato qualche giorno fa dallo scribacchino istituzionale Italo Bocchino, "un nome un destino". 

Ovunque in questo preciso momento storico il fetore fascista si insinua nei gangli della società e la infetta ricoprendola di pustole marcescenti, mai come prima d’ora nel cosiddetto "occidente civilizzato" le estreme destre stanno salendo al potere attraverso l’inganno e la violenza, stanno reprimendo con ferocia ogni forma di dissenso, si colpevolizza attraverso i media la lotta per i diritti e la si colpisce con le manganellate e le torture inflitte dalle forze dell’ordine precostituito. La paura è ciò che insegnano e la cieca obbedienza è quello che pretendono, una bella divisa in omaggio per chi accetta sommessamente questo stato delle cose.
Oggi il nostro saluto rivoluzionario è rivolto ai moderni partigiani che continuano a lottare anche da dentro le carceri dove sono selvaggiamente rinchiusi, moderni partigiani come la compagna Nadia Lioce, il compagno Alfredo Cospito reclusi in regime di 41bis o come i combattenti della resistenza palestinese Anan Yaeesh, Mansour Doghmosh e Ali Saji Rabhi Irar, detenuti in Italia per ordine dello Stato nazisionista d’Israele. 

Italia-Israele, due stati in cui i governi sono accomunati dalla barbarie che li contraddistingue, due governi che dall’atroce esperienza del nazifascismo, del quale con estrema gioia oggi ne celebriamo la disfatta, hanno assorbito la loro schifosa ideologia fatta di repressione verso i popoli e di cultura della guerra, di una guerra che a grandi passi si avvicina sempre più anche a noi, e di come non vedano altro modo di risolverle con un aumento continuo e scellerato delle spese militari. La scorsa settimana il ministro della guerra Crosetto è sceso dall’empireo del suo dicastero per venire a benedire le nuove reclute che qui a Taranto giuravano fedeltà al regime, nella sua santa benedizione ha ricordato come loro fossero proprietà dello Stato e dunque ha sottinteso che devono essere pronti a sacrificarsi per il Pil nazionale, novelli simulacri di un valore aggiunto al portafogli già gonfio di per sé dei signori della guerra. 

Sono 79 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, per gli Stati imperialisti d’Europa è ormai troppo tempo che non si combatte e questo è un problema per i profitti, una crisi mondiale genera una guerra mondiale che andrà combattuta da popoli contro popoli che nulla hanno in contrasto l’un l’altro se non quello di eseguire gli ordini dei rispettivi padroni. 

Noi siamo pienamente consapevoli di chi sia il nostro vero nemico, sappiamo che lo nostra partita si gioca in casa così come per ogni popolo, un grande insegnamento è arrivato dalla lotta partigiana non a caso tanto ostracizzata da questo governo, la lotta al fascismo si è concretizzata all’interno dei confini di questa nazione ed è stata vinta, e come è stato sconfitto una volta esso può essere sconfitto nuovamente, e se c’è una sola cosa che l’anniversario della liberazione può insegnarci è proprio questo.
ORA, E SEMPRE, RESISTENZA!

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