lunedì 11 agosto 2025

Con gli operai dell'ex Ilva bisogna essere almeno seri

A chi vuole una Taranto turistica, alternativa all'attività industriale

E' bene leggere questo articolo (di cui pubblichiamo stralci) uscito su Il Manifesto di Francesca Coin
"...I toni enfatici della presidente del Consiglio riuscivano in due operazioni simultanee. In primo luogo, celebravano la crescita del settore che contribuisce all’economia italiana per il 10,8% del Pil e il 13% dell’occupazione. In secondo luogo, nascondevano il calo della produzione manifatturiera, e con essa un tessuto produttivo sempre più desertificato in cui la popolazione è stretta, in tante regioni, tra la delocalizzazione produttiva e la cassa integrazione.

In effetti, il turismo è sempre stato presentato come una panacea per la crisi della manifattura. Ricordo, ad esempio, che negli anni Novanta, la chiusura degli stabilimenti industriali di Porto Marghera andava di pari passo con l’arrivo dei primi autobus di turisti a Venezia dall’Est europeo. Un cerotto mal riposto sopra la crisi del fordismo, il turismo di massa è sempre stato descritto come la soluzione alla deindustrializzazione. Esso, tuttavia, è sempre stato, anzitutto, un sintomo di quella crisi, più che una soluzione, oltre a essere un settore intrinsecamente instabile, precario e vulnerabile alle congiunture internazionali.
 Basti pensare al modo con cui il turismo ha risentito della crisi pandemica del 2020, mettendo a rischio milioni di posti di lavoro... O alla vulnerabilità del turismo alla crisi climatica... in un processo che ha un forte impatto occupazionale nelle aree neglette. dal 2019 a oggi, i listini degli alberghi sono aumentati del 40 percento; i voli nazionali dell’80 percento; i voli internazionali del 60 percento; lo spritz del 18 percento, la frutta del 35. 
Il fatto è che il turista non è un alieno avulso da questioni materiali... l’accesso alle ferie non sia un diritto per tutti e che per molti lavoratori a basso reddito le vacanze siano un lusso non sostenibile. In questa situazione, scommettere sul turismo come traino dell’economia italiana, rasenta la distopia.
Il problema non è solo la povertà dei salari reali, ma anche la scarsità di tempo. La proposta del primo ministro Francese Bayrou di tagliare due giorni di festa all’anno per ridurre il debito, ben descrive la tendenza internazionale ad aumentare il tempo dedicato al lavoro a scapito del tempo libero...

Anche la cosiddetta "economia green" segue le leggi del capitale

Pierpaolo Zampini ha postato nei commenti di FB peacelink-Marescotti un elenco di attività non industriali
"Siamo contrari all’industria inquinante, non all’industria.
Ecco alcune forme industriali NON inquinanti: (e segue un lungo elenco)
• Industria alimentare biologica
• Trasformazione di olio, vino, pasta e conserve da filiera corta.
• Esempio: frantoi e cantine alimentati da fotovoltaico.
• Manifattura leggera di qualità
• Falegnameria, sartoria, ceramica, lavorazioni artigianali.
• Utilizzo di materiali locali e naturali, processi senza solventi tossici.
• Industria del riciclo e upcycling
• Recupero e rigenerazione di vetro, metalli, plastiche, tessuti, batterie.
• Esempio: impianti di riciclo batterie al litio a circuito chiuso.
• Bio-industria e chimica verde
• Produzione di bioplastiche, detergenti biodegradabili, coloranti naturali.
• Uso di scarti agricoli e alghe come materie prime.
• Industria digitale e creativa
• Software, design, stampa 3D con materiali biodegradabili.
• Data center alimentati al 100% da energie rinnovabili.
• Produzione di tecnologie per le rinnovabili
• Pannelli solari, turbine eoliche, sistemi di accumulo energetico.
• Stabilimenti certificati a emissioni zero.
• Industria culturale e dell’entertainment
• Produzione cinematografica, musicale, multimediale.
• Impatto ridotto e possibilità di alimentazione interamente rinnovabile.
• Industria farmaceutica e biotecnologica pulita
• Laboratori certificati per gestione sicura dei rifiuti e cicli a basse emissioni.
• Masseria-fabbrica multifunzionale
• Spazi rurali che uniscono agricoltura, trasformazione alimentare e turismo esperienziale.
• Tesla Gigafactory
• Produzione di veicoli elettrici, batterie e sistemi di accumulo energetico.
• Stabilimenti progettati per funzionare con energia rinnovabile, con cicli chiusi di riciclo batterie e riduzione drastica delle emissioni inquinanti"

Un elenco - che potrebbe continuare - che va dalle lavorazioni artigianali al Tesla Gigafactory (il Ceo di Tesla è Elon Musk).

Per cui basta dire "Non inquinanti" per spacciarle come se fossero fuori dalle leggi del capitale (che sono sempre quelle: massimo profitto - sfruttamento della forza lavoro - riduzione dei costi, in primis quelli che per il capitale non sono produttivi).
L'economia green è una ristrutturazione che tutti i capitalisti sono chiamati a fare - il più delle volte chiamandole "green" anche se di green non c'è niente, un esempio è proprio quando il governo parla di "acciaio green" - per alcune norme europee che comunque non risolvono affatto i gravi problemi di inquinamento ambientale, per la concorrenza a livello internazionale.
Alcune lavorazioni indicate nell'elenco sarebbero utili; ma perchè vi dovrebbero essere occupati gli operai dell'ex Ilva (tra l'altro disperdendo, impoverendo una forza lavoro che unita, numericamente ha peso nella lotta di classe) e non giovani disoccupati?
 
E finiamo col grottesco:
Marescotti: usa i dati per fare terrorismo mediatico e vorrebbe gli operai Ilva trasformati in badanti 

Dal "Quotidiano" del 10 agosto: 

"Alessandro Marescotti rilancia uno studio condotto da ricercatori della University of Cambridge secondo il quale "l'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico può aumentare notevolmente il rischio di sviluppare demenza senile nel corso della vita (specificatamente agli anziani)".
Da qui, che comunque riguarda un problema generale, in tutto il mondo e non lo si può presentare, come fa Marescotti: "c'è una nuova questione da affrontare a Taranto", specificatamente legato all'inquinamento a Taranto, arriviamo non a mettere la ricerca al servizio delle masse ma ad un "terrorismo mediatico". 
Ma Marescotti non finisce qui: Chi porterà, si chiede Marescotti, "a questi anziani un pasto? Chi farà loro la spesa? se lo facessero i lavoratori Ilva io sarei felice. E sarei felice di pagarli con le mie tasse. Pagarli per aiutare chi soffre e non pagarli nell'ambito di una nazionalizzazione crudele per far soffrire ancora per altro tempo altri esseri umani".
 
Marescotti chiede una sorta di "espiazione" agli operai: finora avete contribuito a far soffrire, ora assistete gli anziani... (Ci chiediamo: chi sta cominciando ad essere affetto da 'demenza senile'). 
Marescotti usando dati su dati infiniti, a questo arriva... Negli anni '70 i ricercatori, gli scienziati si mettevano al servizio della lotta di classe, degli operai; oggi si usa la ricerca per impedire la lotta degli operai. 

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