Senza reddito, in attesa di essere impiegati nel progetto Green Belt del JTF
Corriere di Taranto - Gianmario Leone - STRALCI
...Tra le vertenze più complicate di cui ci siamo occupati in questi ultimi anni, c’è quella dei lavoratori ex Isolverde (la società partecipata della provincia di Taranto fallita ne 2016) che è letteralmente scomparsa dai radar dallo scorso giugno.
Parliamo di oltre 80 lavoratori e famiglie che dallo scorso primo maggio non possono più contare nemmeno sulla Naspi (la disoccupazione) come avvenuto nell’ultimo anno, di per sé già esigua visto che la media salariale percepita da ogni singolo lavoratore ammontava a non più di 550 euro mensili (inizialmente non superiore alle 700 euro e che per legge dal quarto mese subisce una riduzione del 3%) perché scaduta il 30 aprile scorso.
Nell’aprile 2024 terminò infatti il progetto biennale denominato ‘Green Passage’, gestito da Kyma Servizi Spa (l’ex Infrataras), società partecipata del Comune di Taranto e finanziato dalla Regione Puglia, che li vide impegnati (attraverso l’assunzione con contratto a tempo determinato part time a 30 ore) in attività di igiene ambientale, manutenzione del verde, piccole manutenzioni e bonifiche ambientali: a causa dell’esaurimento delle risorse economiche pari a 6 milioni di euro con le quali era stato finanziato, risorse che coprirono soltanto 24 dei 36 mesi previsti inizialmente, il progetto si arrestò.
Per questo nei mesi scorsi... nel corso delle varie riunioni svoltesi tra aprile, maggio e i primi di giugno... fu individuata la possibilità di utilizzare un tesoretto di 10 milioni di euro della Regione Puglia come ulteriori risorse per forme differenti di ammortizzatori sociali e sostegno al reddito.
Per rendere tale azione possibile, bisognava però passare da un emendamento da inserire in un decreto-legge governativo, che sbloccasse i fondi che le Regioni hanno messo da parte come sostegno al reddito temporaneo per i lavoratori implicati in crisi aziendali. Si lavorò anche al testo che sarebbe poi stato presentato in forma bipartisan a Roma, tanto che sembrava possibile inserirlo in un decreto di imminente approvazione: ma dall’ultima riunione dello scorso 6 giugno a Bari, sulla vicenda è calato il silenzio.
In realtà il destino lavorativo di questi lavoratori è stato anche già definito nel progetto “Green Belt” finanziato dal Just Transition Fund con 90 milioni di euro. Che consiste nella realizzazione di una infrastruttura verde per la città di Taranto, si compone di diversi interventi, tutti mirati ad incrementare e valorizzare il patrimonio naturalistico, afferenti a diverse tipologie: recupero di aree verdi esistenti e potenziamento della loro accessibilità e possibilità di fruizione, riforestazione o nuova forestazione, realizzazione di parchi urbani o loro riqualificazione.
Il problema però, sta nel fatto che le procedure amministrative da parte del Comune non saranno completate prima di settembre-ottobre ad essere ottimisti, mentre la procedura negoziale prevista dal regolamento del Fondo di Transizione Giusta dovrebbe essere avviata nel primo trimestre 2026 per poi concludersi nel secondo semestre 2029. Perché sarebbe possibile iniziare a lavorare proprio sulle aree comunali, ma ad oggi non si hanno notizie in tal senso, dopo l’ultima riunione svoltasi a fine luglio tra Comune e Regione.
Di fatto, parliamo di un progetto che è la naturale prosecuzione dei precedenti ‘Verde Amico’ e Green Passage’ ideati e sostenuti economicamente dalla precedente struttura commissariale per le bonifiche guidata dalla dott.ssa Vera Corbelli e che rientra nel “Progetto di recupero aree a verde e relitti stradali in area urbana“...
La Confederazione dei Cobas per il Lavoro Privato, ha svolto nei mesi scorsi l’ennesimo presidio all’esterno della prefettura, al quale si sono recati i vari candidati sindaco e diversi parlamentari, per richiamare l’attenzione sulla difficilissima situazione vissuta da questi lavoratori. “Questi lavoratori e lavoratrici a breve rischiano di non avere più risorse economiche nemmeno per mangiare: è questa la drammatica realtà, non è populismo o pietismo“ ha più volte denunciato Salvatore Stasi dei Cobas del Lavoro Privato.
Certo, come abbiamo più volte denunciato, lascia pensare il fatto che il Fondo di Transizione Giusta, pensato in particolar modo per assorbire forza lavoro in uscita dalla grande industria e per creare nuove realtà produttive ed economiche, finisca anche per finanziare progetti in capo a società partecipate comunali per evitare di creare altra disoccupazione. A dimostrazione ancora una volta di come spesso la realtà sia ben diversa dai luoghi comuni e dagli slogan fine a se stessi...
PS. UNA CONSIDERAZIONE:
QUESTI PROGETTI (GREEN PASSAGE, ECC.) pensati "in particolar modo per assorbire forza lavoro in uscita dalla
grande industria e per creare nuove realtà produttive ed economiche", per lavori di verde, bonifiche, riqualificazione aree urbane..., sono un bluff ruba-soldi e non assicurano alcuna rioccupazione; nello stesso tempo, ammesso e non concesso che chissà quando potrebbero dare dei posti di lavoro, questi, come dimostra la giusta lotta degli operai dell'ex Isola verde, dovrebbero andare a lavoratori precari, disoccupati, senza reddito, tantissimi che ci sono a Taranto, e non certo agli operai ex Ilva buttati fuori dalla fabbrica, come invece propone nel suo accordo alternativo Bitetti, e tanti "ben pensanti" degli ambientalisti che si riuniscono a piazzetta Gandhi.

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