stralci da Taranto Buonasera
1) DA GENOVA
«Grazie Piero Bitetti, simbolo di una scelta coraggiosa». La lettera del Comitato No Forno Elettrico Cornigliano.
Per i cittadini genovesi del Comitato, il Sindaco di Taranto diventa modello e riferimento per chi chiede di anteporre la salute dei cittadini alle logiche industriali
A sottolinearlo è una lettera aperta indirizzata alla sindaca di Genova Silvia Salis dal Comitato No Forno Elettrico, che chiede di ripensare il futuro del quartiere e dell’intera città. Per i firmatari, l’esperienza di Taranto dimostra che un’amministrazione comunale può realmente invertire la rotta... La lettera evidenzia che un sindaco, in base alle proprie prerogative, può negare autorizzazioni a impianti industriali considerati strategici dal Governo, può ricorrere al TAR contro decisioni imposte con decreti o leggi, può attuare piani di tutela ambientale e sanitaria...
Il Comitato invita quindi la sindaca Salis a valutare ogni possibilità per rigenerare Cornigliano e l’intera città, seguendo l’esempio di Taranto, che ha scelto di non continuare a condannare il proprio territorio..."
Non è affatto vero che Bitetti abbia detto NO al piano del governo, ha soltanto fatto un'operazione di riduzione (1 Dri invece di 3); inoltre ha detto che non è prerogativa del Sindaco autorizzare o meno impianti industriali (e questo col sistema capitalista attuale è anche logico); ma sicuramente - ed è quello che interessa la popolazione dei quartieri di Taranto - non ha presentato alcun piano di tutela ambientale e sanitaria, mentre sulla fine che devono fare i lavoratori in esubero dell'ex Ilva e appalto ha presentato un piano da rigettare, che in una logica di "scambio" pone in questi fondi di "scambio del governo lavori strategici che si devono fare a prescindere e contrappone disoccupati, precari agli operai.(Leggi: https://tarantocontro.blogspot.com/2025/07/accordo-di-programma-ex-ilva-no-alle.html)
2) URSO
Urso agisce con una logica di ricatto, non di risposte. Se il 12 non si firma il piano 'A', lascerebbe a Taranto un mini piano e va a fare accordi con un'amministrazione di Gioia Tauro per tre volte sciolta per infiltrazioni mafiose.
Nello stesso tempo noi siamo nettamente contrari a posizioni che dicano: Taranto no, altri siti non ci interessa. La battaglia per la difesa della salute, ambiente, del lavoro vale per Taranto come vale per Gioia Tauro.
Urso inoltre dichiara, questa volta con numeri (occupati all'inizio solo 2.500 operai) il grande taglio di posti di lavoro (di fatto: 12mila e 500 esuberi) che comunque si prevede all'ex Ilva/appalto/indotto di Taranto. Ma su questo, come sulla questione delle ricadute ambientali, non da alcuna soluzione - non può dare soluzione... Il governo vuole rispondere solo ai padroni dell'acciaio (per cui ora si riparte da zero, con la nuova gara).
Nessun commento:
Posta un commento