mercoledì 15 dicembre 2021

GOVERNO: QUATTRO SOLDI PER POLITICHE "PASSIVE" SUL LAVORO E NO AL CONTRASTO VERO ALLE DELOCALIZZAZIONI - dal blog proletari comunisti

La "strategia" del governo, il "maxi piano" sul lavoro è... "niente lavoro".

I soldi che il governo pensa di stanziare, presi soprattutto dai fondi del Pnrr, 7,2 miliardi, dovrebbero infatti andare alla Formazione, al programma GOL (Garanzia occupabilità dei lavoratori) rivolto ai cassintegrati, a disoccupati, a chi percepisce il reddito di cittadinanza, persone svantaggiate, e che prevede "5 percorsi di attivazione in base al profilo di occupabilità dei destinatari".

Cambiano nomi, ma la sostanza è la stessa che già tanti lavoratori cassintegrati, licenziati hanno amaramente sperimentato: obblighi, vessazioni per corsi di formazione, il più delle volte inutili o fatti ad operai già iper qualificati, e comunque senza alcuna prospettiva di lavoro; colloqui al collocamento, dove ora dicono che non conta solo il profilo lavorativo, ma anche le attitudini, le caratteristiche psicologiche (vale a dire la disponibilità, l'arrendevolezza ai piani delle aziende), tanto che a volte i colloqui avvengono con psicologi, chiaramente ben pagati.

Percorsi obbligatori per non perdere la cassintegrazione, percorsi umilianti, in cui il problema diventa che sei tu lavoratore "non adatto", non disponibile a riqualificarti, a nuove competenze, che sei in "ritardo" - rispetto alla "corsa" del capitale. 
E in questo ambito le "nuove competenze derivanti dalle transizioni digitali ed ecologiche (la cosiddetta "economia green") e/o dagli effetti della pandemia" sono fattore di messa fuori dal lavoro, dal mercato lavorativo, perchè sei tu non adeguato.
Quindi, molti soldi e soldi ai padroni, soldi ad una orda di "professionisti/taglia testa", pochi miliardi, non certo per il lavoro, per tenere lavoratori, cassintegrati, disoccupati in attesa di improbabili chiamate individuali, a tempo determinato, lontane. 
E queste le chiamano "politiche attive del lavoro"
In questa logica, di "tappeti d'oro per i padroni", che possono fare e avere tutto, si colloca anche la politica del governo sulle delocalizzazioni.

Il Ministro del Lavoro, Orlando, alle 200 operaie in presidio da un mese alla Saga Coffee della multinazionale Evoca - che chiude bellamente nel bolognese e se ne va in Romania per tagliare i costi e fare più profitti, sulla scia di tante altre fabbriche, dalla Gkn, alla Whirpool, alla Tessitura di Mottola, alla Fedex, ecc. (e ogni giorno la lista si allunga) - ha detto: «Bloccarle è impossibile, si può invece impedire che avvengano con un whatsapp», «Non si tratta di impedire di spostare un’attività, questo è impossibile in un’economia di mercato». 

Poi nel dare conto della annunciata legge contro le delocalizzazioni, ha giustificato la stasi in corso dicendo: «Questo governo è complicato e ha molte sensibilità»
Le "sensibilità" di tenere insieme Letta e Salvini e Renzi... Il governo non può certo occuparsi delle "sensibilità" di migliaia di operai, di donne, di giovani lavoratori...

Alle operaie della saga Coffee, come a tutte le operaie e operai da un giorno all'altro buttate per la strada in tante parti d'Italia, a Taranto c'è tra le altre la fabbrica Tessitura di Mottola, che pretendono la ripresa del lavoro, cosa ha annunciato Orlando? "l’impegno del governo sotto forma di ammortizzatori, formazione e contributi per fare rinascere l’attività quando e se ce ne saranno le condizioni".  Mentre tutta la "legge" sulle delocalizzazioni si ridurrebbe a «costruire le condizioni perché non avvengano nottetempo, con un whatsapp, un’email». O in videoconferenza, come successo tre giorni fa ai lavoratori della torinese Yazaki, licenziati via webcam causa delocalizzazione in Portogallo".

Quindi: le aziende possono andarsene - unica richiesta, farlo in maniera più "civile"; gli operai che per anni sono stati sfruttati devono aspettare, bene che vada, cassintegrazione e corsi di formazione. 

Così il governo borghese chiama i lavoratori e le lavoratrici ad adeguarsi ad un "diverso modello economico" dei capitalisti. 

NOI CHIAMIAMO GLI OPERAI E LE OPERAIE A NON PERDERE TEMPO E SALUTE NEL "CHIEDERE" DIFESA E DIRITTI AL GOVERNO, MA A LOTTARE FINO IN FONDO PER ROVESCIARE QUESTO COME TUTTI I GOVERNI DEI PADRONI!

Nessun commento:

Posta un commento