martedì 10 giugno 2025

Acciaierie - L'incontro conferma il negativo e l'arrampicarsi sullo specchio del governo - Le lamentele dei sindacati confederali sono parole che aspettano nuovo incontro non nuove iniziative di lotta

Come avevamo detto, l'incontro di Roma di ieri non ha portato alcuna novità, ma conferma l'aumento della cassintegrazione e che gli eventuali fondi, per cui dovrebbe esserci un nuovo decreto, servono solo per la liquidità dell'azienda, non certo per sostenere lavoro, integrazione alla miseria di indennità di cassintagrazione, per bonifiche e ambiente.

Mentre il governo sta per tornare, come un gioco dell'oca, alla casella di partenza per quanto riguarda la svendita dell'ex Ilva, per cui "se non è zuppa e pan pagnato"; se non sarà Baku Steel, che ad ogni uscita aumenta il numero dei lavoratori in esubero, diminuisce i soldi e aumenta le sue pretese sulla nave rigassificatore; potrebbero tornare in campo Jindal e Bedrock che pretendono più tagli di posti di lavoro e, Bedrock, di dare soldi a "babbo morto"

I sindacati confederali, al di là delle scontate lamentele e vani appelli al governo, di fatto ora come ora attendono solo il nuovo incontro, che non potrà che confermare le cose già dette il 9. La Fiom dice che lo Stato deve assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio, la Uilm si azzarda a parlare di temporanea nazionalizzazione. Ma su questo, come abbiamo detto, è lo scopo e gli effetti sugli operai che non sono posti chiaramente - manca una piattaforma operaia.

La Usb continua ad essere una sorta di "reggicoda" di Urso; come Urso parla che determinante è l’esito delle consultazioni amministrative a Taranto, e scarica le responsabilità degli effetti della fermata dell'Afo 1 sulla magistratura.

La strada deve essere l'altra, il 21 c'è stato sciopero e blocco stradale, ora è sempre la lotta che deve continuare e allargarsi. Chi non vuole fare questo, di fatto "accompagna il morto".

Dalle prime notizie da Roma 

Ilva, decreto in arrivo. Fiom e Uilm ''L'incontro non è andato bene"
Dall'incontro di lunedì 9 giugno 2025 a Palazzo Chigi tra sindacati e governo, infatti, non sono emerse novità, al di là dell'annuncio  “in questo momento lo Stato deve fare lo stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio".di un decreto in arrivo per liberare nuove risorse destinate alle casse di Acciaierie d'Italia. Sul piatto ci sarebbero tra i 150 e i 200 milioni di euro, la liquidità necessaria all'acciaieria per i prossimi mesi. 

L'esecutivo assicura il ''massimo impegno a tutti i livelli'' per il rilancio della siderurgia e dell'occupazione... Ma intanto... conferma le attuali condizioni della cassa integrazione per gli operai di Acciaierie

''L'incontro non è andato bene'' è il giudizio di Fiom e Uilm. ''Non ci sono novità ma solo un ulteriore lasso di tempo, tutte le nostre preoccupazioni e i problemi restano inalterati, non ci sono rassicurazioni sul futuro''. La Fiom: "in questo momento lo Stato deve fare lo stato fino in fondo, assumersi la responsabilità della gestione con capitale proprio".
Più sfumata la posizione della Fim che però, pur registrando le rassicurazioni giunte sul fronte finanziario e occupazionale, tiene ferma la barra della cigs perché non oltrepassi i numeri del 2024.

E' stato un incontro rapido, durato meno di un paio d'ore, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e che contava i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e la ministra del Lavoro Marina Calderone insieme al consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro, di fronte ai leader dei metalmeccanici di Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Usb; presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i Commissari straordinari di Acciaierie d'Italia in amministrazione straordinaria e del gruppo Ilva.

“L’incontro di oggi a Palazzo Chigi ha messo in luce ancora una volta la drammaticità della situazione dell’ex Ilva. Non abbiamo avuto alcuna risposta, solo un ulteriore rinvio di dieci giorni. Non abbiamo avuto alcuna rassicurazione sul futuro e nessuna garanzia sulla continuità produttiva. La gara è ferma al palo, non c’è l’Aia, non c’è una sola garanzia ma un’idea di accordo di programma incerto" -  ha spiegato il segretario generale della Uilm, Palombella.

"Il ministro Urso ha comunicato che le prime due variabili vincolanti, che hanno influenza diretta sulla vertenza ex Ilva, sono certamente la nuova Aia e l’esito delle consultazioni amministrative a Taranto, seguono certamente le vicende giudiziarie con sequestro che interessa Afo 1", scrivono in una nota Francesco Rizzo e Sasha Colautti, dell'esecutivo Nazionale Usb. "...abbiamo come Usb ribadito la centralità delle risorse, ma anche la necessità di non proseguire inseguendo un investitore come Baku Steel che ormai impone una trattativa al massimo ribasso". "Qualsiasi seguito, per quel che ci riguarda, dovrà passare necessariamente attraverso un intervento pubblico diretto, forte, capace di rimettere al centro l’interesse generale, in mancanza del quale spetta allo Stato fare fino in fondo la sua parte, nazionalizzando i complessi industriali".

"Per l’USB, Governo, Regione Puglia, Comune e Autorità portuale, tutti soggetti a cui si chiede la condivisione di un accordo di programma, devono agire sul piano della responsabilità".

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