1 - Le due giornata di lotta del 2 e 3 dicembre sono state un fatto positivo perché il tema dello sciopero generale è stato dalle organizzazioni sindacali di base che lo hanno promosso , posto all’OdG. Ma porre all’OdG non significa fare uno sciopero generale.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe non vi ha aderito proprio per questo.
Non ci siamo per sottratti alla mobilitazione. A Taranto, Palermo, Bergamo ne siamo stati attivi promotori con spirito unitario.
Ma i ceti politico sindacali del sindacalismo di base perseverano lungo una strada autoreferenziale che non tiene conto della situazione effettiva del settore centrale del proletariato, che è la classe operaia delle grandi e medie fabbriche.
Non si tiene conto inoltre che le masse povere di questo paese hanno bisogno di lotta e organizzazione perché si mobilitino su scala nazionale in maniera estesa e incisiva - questo avviene solo molto in parte e solo in alcune città del sud, Napoli e in misura minore Taranto e Palermo. Non si può sempre parlare a nome delle masse senza che le masse ci siano.
La linea dei gruppi dirigenti dei sindacati di base va in direzione sempre uguale in senso inadeguato a rspondere alle esigenze e ai tempi della classe e delle larghe masse.Per noi non ci può essere unità senza cambiare la linea.
Lavoriamo per un vero sciopero generale, trattando i problemi e le contraddizioni, perché lo sciopero generale è necessario come brodo di coltura della costruzione del sindacato di classe e della trasformazione dello sciopero economico in sciopero politico generale.
2 - La manifestazione del 3 dicembre, a cui è andata anche una rapprsentanza dello Slai cobas di Taranto, è stata partecipata essenzialmente dai settori organizzati di due organizzazioni sindacali di base, Usb e Si.cobas, mobilitando alcune migliaia di partecipanti che rappresentano anche una parte significativa dell’opposizione politico/sociale al nuovo governo dei padroni, moderno fascista, Meloni e alla guerra imperialista.
Il valore positivo di questa cosa non può nascondere i lati negativi anche di questa giornata.
La manifestazione di Roma si è svolta iin un clima di divisione dei vertici del Si.cobas e del gruppo politico che lo sostiene e i vertici dell’Usb e il gruppo politico che li sostiene. Non si può fare una manifestazione politica senza un livello di unità adeguato di chi la organizza.
Serve un fronte unito di classe che non è una raccolta di sigle – tale è il fronte rappresentato attualmente dal Si.cobas – ma una vera alleanza proletaria anticapitalista, ben salda sul terreno dell’anti imperialismo, che dice chiaro che il nemico è l’imperialismo italiano, senza sovranismo ma anche senza internazionalismo generico e parolaio.
Questa strada viene confermata dalla manifestazione del 3, non smentita.
Per questo noi lavoriamo per un’altra strada e invitiamo fin da ora ad una nuova assemblea proletaria anticapitalista per fine gennaio, probabilmente a Roma.
E’ stato anche questo il senso della nostra presenza propagandistica alla manifestazione del 3 intorno ad uno striscione e un foglio che, a nostro giudizio, rappresentano un necessario punto di riferimento di dibattito, discussione, unità d’azione.
Proletari comunisti/PCm Italia
6.12.22
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