giovedì 8 dicembre 2022

Info: Acciaierie d'Italia nuovamente aggiornata l'assemblea degli azionisti. Da parte del governo: No alla nazionalizzazione

Sul fronte operaio, questa falsa querelle portata dai sindacati confederali e Usb tra azienda privata o pubblica non fa porre e fare passi in avanti ai problemi degli operai, in primis la revoca di tutte le sospensioni dei servizi delle ditte d'appalto e il rientro di tutti gli operai appalto con pagamento delle retribuzioni. E la annunciata continuazione dello sciopero di altre 24 ore ancora una volta si perde nell'attesa di incontri.


INFO DA CORRIERE DI TARANTO

“L’Ilva non va nazionalizzata”

Nel giorno in cui è tornata a riunirsi l’assemblea degli azionisti di Acciaierie d’Italia (Invitalia e ArcelorMittal) che è stata aggiornata ai prossimi giorni, probabilmente il 9 dicembre e l’Osservatorio Ilva (di cui daremo conto nei prossimi giorni), il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è tornato a parlare dell’ex Ilva, rispondendo alle domande dei parlamentari nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero, convocata dalle commissioni Attivita’ produttive di Camera e Senato...

“Noi non siamo d’accordo con l’obiettivo della statalizzazione cui giungere entro il maggio 2024, delineato dalla maggioranza che ci ha preceduto, 60% del pubblico e 40% del socio privato. Noi prevediamo che la produzione siderurgica, in cui lo Stato puo’ e deve intervenire, soprattutto nei momenti critici, deve comunque essere realizzata da un partner industriale, che deve essere realizzata da privati. Questo deve essere chiaro, non è questo il nostro obiettivo” ha puntualizzato il ministro delle Imprese, Adolfo Urso.

“L’Ilva – ha aggiunto – e’ un dossier strategico che sto affrontando con gli altri ministeri competenti. La nostra intenzione e’ quella di mantenere e rafforzare la funzione strategica dell’industria siderurgica del nostro Paese anche con l’obiettivo di realizzare un piano siderurgico nazionale che in realta’ non vi e’ mai stato, che tenda insieme tutto quello che si puo’ fare, non soltanto nei principali siti produttivi, certamente a Taranto, a Genova, ma anche a Piombino, cosi’ come a Terni. Abbiamo un confronto attivo con l’azionista privato“.

Urso ha quindi spiegato: “Il nostro obiettivo e’ confrontarci con le parti, pubbliche e private, per giungere a una soluzione che sia sostanzialmente una ricapitalizzazione dell’impresa. Ci auguriamo con la partecipazione privata sempre piu’ significativa, per avere le risorse ulteriori per intervenire fin da ora nel processo di riconversione industriale ‘green’ dell’azienda e il raggiungimento degli obiettivi, raggiungere al piu’ presto i 6 milioni di tonnellate di produzione di acciaio, magari tornando poi agli 8 milioni“.

E ha ribadito: “Noi non siamo d’accordo sul declino industriale del nostro Paese, e cerchiamo di invertirlo fin da oggi, con l’obiettivo non di avere un’impresa con lo Stato in maggioranza, ma dove i privati siano in maggioranza e lo Stato puo’ essere, come in altri casi, un partner di minoranza di eventuali imprenditori di carattere industriale”.

Poi, in serata, il ministro Urso ha chiarito ulteriormente la sua posizione: “Siamo pronti a ricapitalizzare l’impresa e ci auguriamo che lo faccia anche il partner privato. Ció significa anticipare ad oggi quanto si sarebbe verificato a maggio 2024. Noi vogliamo intervenire, indirizzare e creare le condizioni del rilancio secondo la visione dello Stato stratega, ma non pensiamo affatto che l’obiettivo possa essere la statalizzazione delle Acciaierie. Vogliamo contribuire al rilancio dell’impresa e quindi della siderurgia, creando le migliori condizioni per arrestare il declini, aumentare la produzione e realizzare la riconversione industriale”.

“Intervenire su Ilva e’ complesso, si sono stratificati interventi errati nel tempo. Oggi solo capire di chi e’ la proprieta’ e’ complicato. E’ una situazione difficile. Ci vorrebbero partner industriali che possano operare al meglio, con chiarezza anche dal punto di vista giudiziario Io spero che non si arrivi alla nazionalizzazione senza un piano complessivo per il futuro”. E’ quanto ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi parlando dell’ex Ilva alla stampa estera. “L’acciaio e il ciclo a caldo e’ importante per il Paese o no? Io credo che il Paese non si sia dato ancora una risposta che invece e’ fondamentale: se noi perdiamo una delle piu’ grandi acciaierie d’Europa, importante per tante nostre filiere, credo che faremmo un errore“, ha detto Bonomi.

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