venerdì 3 novembre 2023

La lotta delle lavoratrici delle pulizie - "Uniche con lo Slai cobas a testa alta" - Dall'intervento della rappresentante delle lavoratrici all'Assemblea nazionale Donne/Lavoratrici del 12 ottobre


Vorrei raccontarvi la situazione nostra di lotta che continua ormai da tanto tempo e che cerchiamo di portare sempre avanti, però molto spesso troviamo sulla nostra strada degli ostacoli, ma questo non ci impedisce comunque di andare avanti.
L'anno scorso abbiamo avuto accanto a noi la collaborazione dell’USB. Questo inizialmente è stato veramente positivo perché le loro iscritte, pur condividendo i nostri obiettivi, non lottavano. È stata, quindi, la prima volta dove siamo riuscite ad unirci e ad essere un numero più grosso, perché tra noi e loro praticamente superavamo il 40% delle lavoratrici e lavoratori, e quindi abbiamo potuto avere veramente una vera e propria forza.
Le nostre lotte hanno sempre l'obiettivo di far rispettare i nostri diritti, di pretendere la legalità dalla parte nostra. Noi abbiamo fatto tanta propaganda per avere l'appoggio di tutte le lavoratrici, a prescindere dalla sigla sindacale. E così in questa occasione ci siamo riuscite finalmente e le cose sono andate veramente bene perché dal mese di marzo scorso fino ad aprile, maggio abbiamo portato avanti una serie di iniziative, presidi, incontri, scioperi. Abbiamo fatto tante assemblee su ogni posto di lavoro, pensate che a Taranto ci sono 9 asili nido e per quasi una settimana noi praticamente siamo andati di mattina con volantinaggio, assemblee all’interno; abbiamo anche spiegato ai genitori tutte le nostre motivazioni e rivendicazioni.
Questo ha dato veramente tanto fastidio alla ditta e anche al Comune di Taranto perché abbiamo creato veramente molto scompiglio, in una situazione generale dove invece si tende molto a soffocare queste iniziative. Quindi noi siamo state veramente una spina nel fianco per la Ditta e per il Comune di Taranto. Da tutto questo gran da fare, siamo riuscite ad ottenere dal Comune di Taranto una mezz'ora di lavoro in più giornaliera. Tenete presente che noi veniamo da una realtà di circa 9/10 anni fa che lavoravamo 1 ora e 50 minuti al giorno, e quindi eravamo un comparto veramente povero. Sempre con lotte continuative abbiamo ottenuto circa tre anni un'ora in più. L'ultimo risultato è stato questo di una ulteriore mezz'ora in più al giorno; l’abbiamo sudato, ma alla fine ci siamo riuscite.
Il problema è stato però che ad un certo punto ci siamo ritrovate praticamente da sole, questo perché purtroppo l'atteggiamento dell’Usb, di punto in bianco, è cambiato. Pur avendo raggiunto degli obiettivi, la mezz'ora di lavoro in più, il recupero di ore di sostituzione - perché fino a quel momento tutte le volte che mancavano delle colleghe, noi dovevamo fare il loro lavoro ma non ci venivano di fatto date le ore di sostituzione -, il recupero parziale delle sospensioni estive e di natale/pasqua, abbiamo rivendicato verso la Ditta la contrattazione di secondo livello per avere un aumento salariale. L'azienda si è presentata con la proposta di una miseria di 50 € una tantum a testa, una proposta che sia noi che anche le iscritte della Usb abbiamo deciso di rifiutare.
Però da quel momento in poi è stato veramente un “delirio”, perché l’Usb che fino a quel momento ci aveva affiancato, e che invece avrebbe voluto che noi accettassimo l’elemosina di 50 euro una tantum, ci ha fatto capire che le nostre strade si sarebbero dovute dividere e nel concreto ha suggerito alle sue iscritte di non partecipare più a nessuna iniziativa di lotta. Ora questa azione e secondo me è il punto cruciale da sottolineare, è grave da parte di un sindacato di base, perché un sindacato di base, che si dichiara in prima fila nella lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, di fatto però ha impedito alle sue lavoratrici di poter continuare le iniziative e ottenere strappare anche altri risultati.
Ecco perché noi poi abbiamo deciso comunque di continuare le nostre iniziative, mentre loro a un certo punto hanno deciso di mollare e di defilarsi. Noi rivendichiamo ancora i diritti sulla tutela della salute, sull'aumento consistente dell'orario lavorativo - perché sì, abbiamo raggiunto le tre ore e mezza lavorative però per i carichi di lavoro che anche quest'anno sono aumentati, il lavoro ovviamente aumentato di fatto. E poi viviamo anche una situazione in cui la Ditta, anche in collaborazione con il Comune, non ci dà degli ausili elettrici, meccanici di una certa qualità, tanto è vero che durante una mobilitazione del 6 giugno scorso, io e un’altra Rls segnalavamo queste situazioni e denunciavamo la scarsità di una qualità dell'igiene negli asili.
La Ditta ha reagito a queste nostre segnalazioni mandandoci delle lettere di contestazione, che guarda caso sono rivolte solo noi dei cobas - già dal giugno scorso sono quattro le lettere di contestazione che sono arrivate alle lavoratrici e a un lavoratore dello Slai cobas. Siamo anche state sospese per un giorno, perdendo quindi un giorno di lavoro.
In base a tutto questo la Ditta da allora aveva praticamente chiuso i rapporti con lo Slai Cobas. Questo è un atteggiamento di persecuzione, di repressione. Non abbiamo avuto più possibilità di parlare con il rappresentante della ditta. Stiamo ancora cercando di poter avere un Tavolo e definire le questioni che loro stessi, nel mese di maggio, avevano comunque promesso di affrontare in maniera seria.
Non stiamo a farci i complimenti, però veramente siamo sempre gli unici che a testa alta, andiamo avanti nonostante le repressioni. Stiamo perseguendo questa strada e non ci farà cambiare idea né una lettera di contestazione né un giorno di paga in meno.

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