“Stop al transito di armi”, 500 persone bloccano il porto di Genova. “Non possiamo rimanere in silenzio davanti alla morte di 4mila bambini”
Oltre 500 persone si sono ritrovate all’alba di oggi al varco portuale di San Benigno, a Genova, per opporsi al passaggio di armi dal porto e contestare la compagnia marittima israeliana Zim, che avrebbe messo la sua filiera logistica a disposizione degli armamenti per l’esercito di Netanyahu. L’iniziativa, promossa dal Collettivo autonomo dei lavoratori portuali insieme all’assemblea contro la guerra e la repressione, ha visto l’adesione di molte sigle dell’associazionismo, sindacati di base e attivisti. Tra i presenti anche i cooperanti dell’associazione Music for Peace, che al valico di Rafah stanno sostenendo i profughi palestinesi con distribuzione di cibo e supporto. Il blocco ai varchi è andato avanti dalle 6 del mattino fino al primo pomeriggio, mentre dal presidio si è staccato un corteo che ha sfilato sotto il grattacielo che ospita le sedi di Zim e di Steinweg – GMT, che opera con la compagnia saudita Bahri. Al termine del corteo sono stati lanciati verso l’ingresso, presidiato dalle forze dell’ordine, alcuni bicchieri pieni di vernice rossa ed è stata dipinta la scritta “Stop al transito di armi”.
Le nostre mani non si bagneranno del sangue delle vostre guerre!
Oggi centinaia di persone, riunite al buio della notte fino a giornata inoltrata, a ribadire con forza questo concetto, semplice, ma forte e chiaro!
Noi, insieme ai lavoratori Portuali di altre città in giro per il
Mondo, ci rifiutiamo di movimentare i vostri carichi di morte.
Persone arrivate da molte parti d'Italia, e anche da fuori nazione per far sentire forte e chiaro la vicinanza, la. Solidarietà a tutti i popoli martoriato dalle guerre.
Abbiamo risposto all'appello della comunità Palestinese, ci siamo fatti trovare pronti al grido di dolore, di questo popolo oppresso da 75 anni da ogni forma di repressione.
Di fronte al bieco servilismo verso israele e i suoi partner storici, USA in testa, centinaia di militanti di collettivi, gente comune, associazioni antimilitaristiche, sindacati, hanno risposto alla chiamata da parte del CALP (Collettivo Autonomo Lavoratori Porto) e di altri collettivi genovesi per ribadire con forza che da qui, da questo Porto, le armi troveranno il fermo diniego da parte nostra!
Noi ci rifiutiamo di caricare, di lavorare le navi della compagnia di navigazione israeliana ZIM (la stessa che in accordo con il governo israeliano si è offerta di fare da vettore per gli armamenti).
La giornata di oggi fa parte di un percorso di lotta contro questa classe politica che ci sta sempre di più portando verso il baratro e quindi continueremo imperterriti questa lotta!
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