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| Alla manifestazione di Ceglie Messapica |
“...voglio parlare di un pezzo importante della resistenza palestinese, che per noi rappresenta l'unica speranza di un popolo che sembra quasi senza speranza. La resistenza è la loro unica speranza!
Una parte di questa resistenza è vissuta da 19 mesi nel carcere italiano dal prigioniero politico palestinese Anan; prima è stata vissuta nel carcere inglese. Israele ne voleva la testa, perché Israele è uno Stato che non è uno Stato, è uno Stato illegale che non rispetta i diritti umani. Nonostante questo, Anan è stato arrestato per essere estradato in Israele. C'è stata una grande mobilitazione e anche tante associazioni per i diritti umani si sono mobilitate. Il giorno prima che la Conte d'Appello dell'Aquila dichiarasse la sua inestradabilità, è stato nuovamente arrestato, “in via cautelare”, insieme ad altri due palestinesi, Ali e Mansur, colpevoli solo di essere palestinesi e amici di Anan.
E così si sono fatti sei mesi in carcere, Mansur, padre di tre figli, ha lasciato da soli, senza salario, moglie e figli - questo tanto per ricordarla alla “donna, la madre cristiana” a capo del nostro governo - fino a quando la Corte ha deciso di rilasciare Ali e Mansur perché non avevano alcuna prova per tenerli dentro.
Le parole di accusa che hanno per Anan sono che Anan è partigiano palestinese che ha combattuto durante la seconda intifata per difendere la sua terra e il suo popolo. E lui ancora oggi rivendica appieno la resistenza palestinese.
Si sta facendo un processo indegno, un processo farsa, un processo che è veramente la trasposizione dei processi israeliani in Italia.
Israele vuole la testa di Anan, Israele vuole la condanna di Anan, perché condannando Anan condanna il suo popolo e la sua resistenza.
Per l'Italia, per il governo fascista la resistenza non è legittima.
Io penso che se vogliamo veramente sostenere il popolo palestinese, la resistenza del popolo palestinese, non possiamo non guardare al fatto che qui in Italia si vuole condannare un palestinese solo perché è resistente, perché qui in Italia Anan non ha commesso nessun reato.
Quindi in ogni manifestazione per la Palestina noi dobbiamo appoggiare questa campagna, sostenere la resistenza e sostenere la libertà di Anan.
A L'Aquila quasi sicuramente bisognerà andare in appello ed è necessario allargare la campagna, vi chiedo di riprenderla.
Viva la resistenza palestinese!

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