Da Taranto siamo voluti essere qui perché siamo coscienti della necessità di non limitarci alla denuncia del suo genocidio ma di andare oltre, con la lotta contro questo governo. Ed è questo il senso che avrebbe voluto raccogliere sicuramente questa piazza.
Ma sappiamo che non basta chiedere. Sappiamo che bisogna lottare. E allora il contributo che si può davvero dare alla solidarietà al popolo palestinese è continuare a lottare per cacciare questo governo con i mezzi che saranno necessari.
Terza e ultima questione, questa piazza deve continuare. Anzi, detto per inciso, credevo che questa piazza non si fosse limitata a gridare tutte le nostre ragioni, ma avesse in qualche modo marciato contro l'altra piazza (dove stavano Tajani e Salvini). E gridando che i violenti, gli illegali sono loro, che sono i complici del genocidio.
E ricordiamo che sono importanti le due prossime scadenze. Quella della manifestazione alla Leonardo - anche se, come diremo alla assemblea del 6 a Grottaglie, noi preferiremmo farla in un giorno in cui i lavoratori sono in fabbrica, perché non è di andare a fare un presidio davanti ad una fabbrica chiusa, ma di andare a portare la lotta contro il genocidio e contro la guerra ai lavoratori presenti in fabbrica.
L’altra scadenza è molto importante: l'indicazione di lottare per la chiusura del Consolato israeliano a Bari. Nel momento in cui le Istituzioni dicono che quel Consolato non è benvenuto in terra di Puglia, è ora che i compagni solidali lo chiudano!
Siamo noi che dobbiamo chiuderlo, non le Istituzioni a chiederlo. Dobbiamo fare una manifestazione a Bari che assedi quel Consolato fino a chiuderlo, fino a togliere quella bandiera israeliana.



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