mercoledì 3 settembre 2025

Alla manifestazione a Ceglie Messapica - L'intervento del compagno di proletari comunisti



 

 

Da Taranto siamo voluti essere qui perché siamo coscienti della necessità di non limitarci alla denuncia del suo genocidio ma di andare oltre, con la lotta contro questo governo. Ed è questo il senso che avrebbe voluto raccogliere sicuramente questa piazza.

Ho sentito dire che bisogna chiedere al governo fatti concreti. Beh, noi di Taranto non abbiamo nessuna illusione che questo governo possa fare alcun passo concreto, se non quello di continuare la sua complicità, la sua politicità di sostegno al genocidio sionista.
Per cui non abbiamo nessuna richiesta da fare a questo governo se non di andarsene!

Ma sappiamo che non basta chiedere. Sappiamo che bisogna lottare. E allora il contributo che si può davvero dare alla solidarietà al popolo palestinese è continuare a lottare per cacciare questo governo con i mezzi che saranno necessari.

Seconda questione. Noi, in quanto cittadini di uno Stato che è nato con una resistenza antifascista, in quanto militanti eredi di quella gloriosa tradizione, non possiamo non dire in questa piazza che noi siamo incondizionatamente a sostegno di tutta la resistenza palestinese.
Una resistenza che non dura da 22 mesi, ma da 77 anni. Una resistenza che si fa anche per tuo conto come politica, etica, contro genocidio e deportazione. E noi rifiutiamo chi voglia dividere questa resistenza tra democratici buoni e terroristi cattivi.

Terza e ultima questione, questa piazza deve continuare. Anzi, detto per inciso, credevo che questa piazza non si fosse limitata a gridare tutte le nostre ragioni, ma avesse in qualche modo marciato contro l'altra piazza (dove stavano Tajani e Salvini). E gridando che i violenti, gli illegali sono loro, che sono i complici del genocidio.

E ricordiamo che sono importanti le due prossime scadenze. Quella della manifestazione alla Leonardo - anche se, come diremo alla assemblea del 6 a Grottaglie, noi preferiremmo farla in un giorno in cui i lavoratori sono in fabbrica, perché non è di andare a fare un presidio davanti ad una fabbrica chiusa, ma di andare a portare la lotta contro il genocidio e contro la guerra ai lavoratori presenti in fabbrica.

L’altra scadenza è molto importante: l'indicazione di lottare per la chiusura del Consolato israeliano a Bari. Nel momento in cui le Istituzioni dicono che quel Consolato non è benvenuto in terra di Puglia, è ora che i compagni solidali lo chiudano!

Siamo noi che dobbiamo chiuderlo, non le Istituzioni a chiederlo. Dobbiamo fare una manifestazione a Bari che assedi quel Consolato fino a chiuderlo, fino a togliere quella bandiera israeliana.

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