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| All'Appalto ex Ilva |
Quello che è in discussione in Palestina è cosa vogliamo che succeda in questo mondo, cosa vogliamo fare della nostra vita. I lavoratori, quando hanno voluto e lo hanno anche dimostrato, sono riusciti a fermare l'orrore senza fine che vediamo ogni giorno in televisione. Oggi è diverse fabbriche di grandi città si fermano, e in tanti altri posti di lavoro, in particolare nei porti, si fermeranno il 22 settembre, su appello dei sindacati di base.
Ma chiaramente siamo ancora agli inizi, si tratta di fare lo sciopero generale, per fermare il genocidio in Palestina.
Perché non possiamo pensare che possiamo assistere senza fare nulla a questo genocidio. Perché poi, non lo scordate, le guerre tornano a casa, e se non fermi quest'orrore, quest'orrore viene da te, viene a trovarti nel tuo paese, nel tuo posto di lavoro. Per questo serve uno sciopero generale per fermare il genocidio, per fermare l'azione dei nostri governi. Serve uno sciopero generale per sostenere coloro che mettendo a rischio la loro vita stanno cercando di portare aiuti umanitari.
Il popolo palestinese resiste da 75 anni a quest'orrore e supererà anche questa pagina nera. La resistenza palestinese che sono i figli, i padri, le madri, di coloro che stanno morendo, non si fermeranno. Altro che terrorismo, le città salteranno tutte in aria perché ce lo siamo voluto...
Le guerre tornano a casa come tutta la storia ci ha insegnato.
Per non parlare dell’Ucraina che è tutto un capitolo di pazzi dove si stanno spartendo il paese e che ha già portato a 100.000 morti e chissà quanti altri se ne preparano, e in cui senza alcun timore dicono che sono pronti a usare l'arma nucleare.
Ecco, tutto questo vogliamo davvero? Pensiamo che noi possiamo vivere la nostra vita, che peraltro è già brutta per colpa dei padroni, dei governi, mentre tutto questo avviene? Pensate veramente che i problemi non arrivano a casa vostra? Ebbene vi state sbagliando.
Il vero punto è che o li fermiamo ora o non li fermiamo più e quando si dice fermare significa bloccare tutto, bloccare tutto, bloccare tutto.
I lavoratori di Gaza, i sindacati palestinesi hanno rivolto un appello a tutti i lavoratori di tutto il mondo, anche qui in Italia, a tutti i sindacati che vogliono effettivamente essere dalla parte dei lavoratori e non dalla parte delle aziende.
I sindacati palestinesi hanno detto: oggi ci rivolgiamo a voi perché è necessaria la vostra solidarietà, è necessaria una mobilitazione dei lavoratori per fermare questo genocidio immane che sta avvenendo a Gaza - e di cui noi vediamo solo una parte di televisione; vedete i bambini uccisi, coperti di sassi, di polvere, palazzi che diventano macerie, donne, lavoratori costretti ad andare via dalle loro case, senza sapere neanche dove andare.
Oggi, dicono i lavoratori di Gaza, ci rivolgiamo a voi come lavoratori della Palestina, parte integrante delle classi popolari e lavoratrici di questo mondo, in lotta per la giustizia, la liberazione e la dignità. Vi chiediamo di spezzare il silenzio e la complicità, di far sentire la vostra voce all'interno dei vostri sindacati, di denunciare le politiche di fame, assedio e massacro a Gaza.
I lavoratori della Palestina vi chiedono di fare pressione verso i governi, quei governi complici come i nostri, come la Meloni, che mandano armi all'Israele, quelle stesse armi che vengono usate per massacrare bambini, donne, civili. Vi chiedono di fare pressione verso i nostri governi fascisti perchè cessino gli accordi sulle armi, gli accordi economici delle grandi industrie italiane che mentre, mandano le armi, mentre sono complici di un genocidio, continuano a fare profitti, come l’Eni; così come le industrie belliche della Leonardo, della Fincantieri che fanno i profitti sul sangue dei bambini, sul sangue dei lavoratori in Gaza.
Per questo i sindacati palestinesi chiedono di boicottare qualsiasi azienda che sostenga l'occupazione e di organizzare giornate di lotta, di sciopero, di solidarietà nelle fabbriche, nelle officine, nei porti, in ogni posto di lavoro.
Questo è importante. Quando gli operai, anche in altri momenti della nostra storia, sono scesi in sciopero, in solidarietà con altri lavoratori, con i popoli che vengono massacrati, contro i loro governi complici, allora i massacri possono essere fermati. Ma c'è bisogno che non ci siano solo le manifestazioni del sabato, che sono giuste e devono anche continuare, ma la mobilitazione degli operai.
Perché quanto sta accadendo vi tocca, ci tocca direttamente. Non pensiamo che quello che vediamo in televisione siano cose che stanno in un altro mondo, che non ci toccano; una volta che cominciano questi imperialisti, i loro governi continuano, vogliono fare una terza guerra mondiale. Tra un pò chiameranno anche i vostri figli, anche voi, come riservisti, ad andare a fare la guerra per i loro interessi, per i loro sporchi profitti, a loro profitti e a noi morte e distruzioni.
Gli operai devono unirsi agli altri lavoratori, perché gli operai italiani hanno lo stesso sangue dei lavoratori palestinesi, mentre non hanno niente da spartire con i padroni italiani, con i politici italiani, e invece sono della stessa pasta, siamo della stessa pasta, con i nostri fratelli palestinesi, con le donne, i bambini di Gaza sono come i nostri figli.
E’ criminale che non ci sia stata finora, da parte dei sindacati qui in Italia, una mobilitazione di solidarietà, perché questo riguarda l'umanità, riguarda la dignità dei lavoratori. Non possiamo stare a guardare quello che succede a pochi chilometri da qui, perché poi la guerra torna a casa. Cosa credete? Tutta la questione che non ci sono soldi per il lavoro, che non ci sono soldi per la sanità, per la sicurezza, e ogni giorno stanno morendo sui posti di lavoro quattro, cinque operai, e se ne fregano i padroni e anche il governo. Certo, anche prima i governi non si curavano di questo, ma ora dicono esplicitamente che non vogliono mettere soldi per la salute, per la sicurezza e per il lavoro, per darli alle armi, per produrre più armi, per mandare armi in Palestina a quei nazisti. Anche qui c'è una sorta di guerra contro i lavoratori. Il governo vuole fare un'economia di guerra.
Allora ci tocca quello che succede in Palestina. Non è una cosa che vediamo solo in televisione, è una tragica realtà che ci deve far bollire il sangue!
Quello che dice la Meloni, quello che dice Crosetto, che noi non manderemo i soldati è una bugia. Stamattina qui a Taranto alle quattro è passata una nave militare, per la prima volta hanno bloccato tutta la zona vicino al ponte girevole, perché doveva passare questa nave della marina militare. Vogliono mandare uomini, soldati, giovani, che poi rischiano di morire anche loro.
Operai, rispondiamo con i fatti, non con le parole, ai sindacati palestinesi. Oggi avevamo sperato che la Fiom, che a livello nazionale aveva indetto 4 ore di sciopero, dopo due anni, ci fosse. Ma non c’è. Ditelo ai vostri delegati, alla FIOM, che non basta solo annunciare in internet lo sciopero ma lo devono fare realmente, lo devono organizzare, ditelo ai vostri delegati, perchè da quello che abbiamo saputo neanche vi hanno informato di questa iniziativa di sciopero.
Mandiamo un messaggio forte agli operai, ai lavoratori di Gaza, ai sindacati palestinesi. Diciamo che siamo con voi, perché uniti possiamo sconfiggere i mostri, come fecero in Italia i nostri padri, i nostri nonni che sconfissero il fascismo il nazismo con la Resistenza; e ora dobbiamo sconfiggere i nuovi mostri, i nuovi nazisti.
Occorre che gli operai facciano sentire la loro voce, la loro forza.
Questo è un appello che vi rivolgiamo con il cuore.




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