Mentre il teatrino delle
Istituzioni è occupato dalle vicende, ora farsesche, poi tragiche,
della nuova giunta in formazione intorno al nuovo Sindaco, nessuno
pensa alle masse povere di questa città.
I disoccupati stanno
passando un'estate nera, tra cercare ogni giorno di “sbattersi” e
arrangiarsi e dover assistere al canto sulla Taranto che rinasce
mentre la povertà aumenta e tanti di loro sono costretti dalla
spirale del reddito a cercare il reddito in ogni modo.
Il lavoro non è mai una
priorità per nessuno. Solo lo Slai cobas per il sindacato di classe
ha organizzato i disoccupati in questa città e solo
l'autorganizzazione di massa con lo Slai cobas è l'arma di lotta per
il lavoro, quello vero, quello stabile e sicuro, legato alla
rivendicazione del salario garantito - altro che la farsa del
“reddito di cittadinanza” di Emiliano e soci - un elemosina per
pochi data anche a condizioni ricattatorie.
Ancora più drammatica si
fa la condizione dei lavoratori precari degli appalti comunali e
delle partecipate. Anche in questi giorni si vedono ulteriormente
precarizzati, ridotti diritti e stabilità lavorativa, da quelli
della Pasquinelli/Amiu a quelli delle pulizie Amat, trattati come
pacchi postali e rifiuti sociali, a cui si possono ridurre
ulteriormente le poche ore di lavoro, i quattro soldi che guadagnano
e imporre condizioni di lavoro incivili, con operai della Pasquinelli
costretto anche ad andare al pronto soccorso per controllare le
sostanze che respirano e operai delle pulizie Amat a cui si chiede di
lavorare di più con meno ore e meno salari.
Invece che raccolta
differenziata e pulman efficienti e puliti, rifiuti in mezzo alla
strada e “carri bestiame”.
Questi operai e lavoratori
sono al centro di incontri, di burocrati ben pagati e sindacalisti in
maggioranza venduti, che si susseguono senza però alcuna soluzione.
Anche tra questi
lavoratori è lo Slai cobas per il sindacato di classe l'unica arma,
infaticabile e sempre disponibile per tutelarne lavoro, orari,
salari, salute e condizioni di lavoro; ma soprattutto per garantirne
la dignità di fronte all'indegno interesse, logica e gestione che
caratterizza Istituzioni, Partecipate, padroncini, cooperative.
Anche in agosto questi
lavoratori resistono e si autorganizzano, e se saranno tenaci,
faranno seguire all'estate calda di temperatura un autunno rovente di
ribellione e lotta.
Tutto questo nello
scenario della “madre di tutte le guerre” che si combatte e che
sarà necessario combattere realmente all'Ilva, nei quartieri
inquinati e in tutta la città.
Su questo lo Slai cobas
lavora per costruire l'assemblea operai-abitanti dei quartieri
autonoma, fuori dal sindacalismo complice e dai sindacalisti di base
di piccolo cabotaggio; per costruire la forza necessaria per
rovesciare lo stato di cose esistente.
Nessun commento:
Posta un commento