Rocco Palombella, al termine dell’incontro “di natura conoscitiva” ha affermato: “Nell’incontro del 20 luglio avremo all’ordine del giorno la definizione del calendario di incontri tra la parte sindacale e quella aziendale previsto per il mese di settembre ed il piano industriale che il gruppo siderurgico in questione ci farà conoscere. Nell’incontro odierno abbiamo rappresentato alla controparte la necessità che si continui a produrre acciaio di qualità in Italia, che in questo processo sia salvaguardato l’ambiente, che vengano tutelati tutti i siti produttivi e correlati posti di lavoro
Comunicato dello Slai cobas sc:
ILVA TARANTO - IL PUNTO DELLA SITUAZIONE,
ILVA TARANTO - IL PUNTO DELLA SITUAZIONE,
Ai primi di luglio
inizierà la trattativa tra i sindacati e la cordata ArcelorMittal.
Nella cordata è entrata ora ufficialmente Intesa Sanpaolo; secondo
indiscrezioni, questo dovrebbe portare ad un ridimensionamento della
presenza della Marcegaglia. L'incontro coi sindacati è puramente
procedurale, siamo ben lontani da una vera trattativa; il passaggio è
solo formale sul piano generale.
La prima scadenza riguarda
il piano ambientale, si aspetta un mese perchè la cordata vincente
esponga le sue idee su esso, ma è solo a fine settembre che si capirà qualcosa in più in merito.
esponga le sue idee su esso, ma è solo a fine settembre che si capirà qualcosa in più in merito.
Sulla base delle pressioni
di opinioni che ci sono e per dare una copertura “ambientalista”
alla assegnazione/svendita, ArcelorMittal ha deciso
di utilizzare il progetto già esistente dei commissari per quanto
riguarda la copertura dei parchi minerali; tempi molto più lunghi e
con giochi non ancora fatti, riguardano la procedura della UE circa
l'eccessiva concentrazione che la Mittal viene ad avere con l'Ilva e
le innovazioni tecnologiche che, secondo quanto trapela dalla stampa,
prevederebbe alcune produzioni innnovative...
Tutta questa procedura non
cambia la sostanza del problema e sarebbe sbagliato se operai, masse
popolari tarantine, forze ambientaliste si concetrassero su questo e
seguissero unicamente il percorso deciso affidandosi a ostacoli che
possono venire dalla UE e dalle contraddizioni nei tempi e nei modi
dell'ambientalizzazione e delle nuova tecnologie.
Ribadiamo, tutto questo
non incide e non cambia la sostanza del problema che è una
produzione, anche maggiore di quella attuale, con minori operai,
quindi con conseguente intensificazione dello sfruttamento; la
divisione degli operai tra quelli che restano nella ArcelorMittal col
nuovo contratto che peggiora salari e diritti e quelli che vanno nel
buco nero della bad company che resta nelle mani dei Commissari e che
viene pilotata verso la precarietà ammortizzata e l'espulsione dalla
fabbrica di 4100 operai. E' inutile dire, poi, che i tempi e modi
della copertura dei parchi e delle altre opere di ambientalizzazione
sono un bluff di soldi dati all'azienda o sprecati, senza assicurare
nè il blocco dell'inquinamento e meno che mai la gigantesca opera di
bonifiche che quartieri e parte della città hanno bisogno.
Su tutto questo la parola
deve passare ad operai e masse popolari autorganizzate.
Per gli operai il primo
passo è la contestazione dei sindacati e un chiaro NO al piano,
ad una trattattiva sulla base di quel piano e alle false promesse dei
tre sindacati di modificarlo in favore degli operai.
Senza questo NO di massa e
agente non c'è futuro di lotta nè possibilità di cambiare le carte
in tavola.
Le assemblee promosse dai
sindacati confederali si stanno svolgendo in forma separata, utili
quindi ai sindacalisti per gestirle e inutili per gli operai per
contestarle realmente e unirsi. Nelle assemblee i sindacalisti non
dicono nulla su quali sarebbero le loro controproposte, nè tantomeno
propongono un piano di iniziative.
Certo in qualcuna di
queste assemblee si stanno vedendo delle proteste e operai
intervenire critcamente, e questo è positivo. Ma è assolutamente
insufficiente. Spesso le critiche sono alla gestione attuale della
Cig, mentre sul futuro in generale c'è attesa di vedere lo svolgersi
degli eventi. E' una pura illusione quella degli operai di poter
contare in questa maniera e incidere.
Ci vuole l'assemblea
generale, autonoma, che raccolga tutte le voci del dissenso e la
creazione in seno alla fabbrica di una rottura e una divisione tra
operai legati ai confederali che accettano tutto, pur "strillando"
quà e là e operai che vogliono ingaggiare la lotta, resistere
inizialmente, cambiare le cose.
Lo Slai cobas per il
sindacato di classe è lo strumento utile e indispensabile per questa
battaglia. E il problema non sono le tessere, che in questo momento
lasciano il tempo che trovano, quanto l'assemblea generale autonoma.
L'USB opera ormai come
quarto sindacato, organizza le sue assemblee e promuove il suo
movimento. Un falso movimento, però, lo diciamo chiaro; tutto
"chiacchiere e distintivi", nonostante le buone intenzioni,
che apprezziamo e sosteniamo, di qualcuno dei delegati e di parecchi
iscritti. L'Usb denuncia soprattutto la sua mancata convocazione alle
trattative a Roma e usa la "minaccia" del movimento per
essere parte di queste trattative che non sono altro che la
cogestione del piano. e non saranno cento cassintegrati in più o in
meno, rispetto ai grandi numeri degli esuberi, che cambieranno la
situazione e possono salvare l'anima dell'opposizione Usb.
Detto questo, ora non è
solo il tempo dell'autorganizzazione in fabbrica, ma dell'unità tra
operai e masse popolari e lavoratori dei quartieri inquinati, per
lottare insieme contro il piano ArcelorMittal-Stato-Governo, per
unire difesa del lavoro e della salute.
Su questo, le recenti
elezioni hanno dimostrato che il Comune è dall'altra parte; le liste
che si sono presentate alle elezioni e quella che ha vinto
rappresenta la minoranza pro governo e pro azienda, e chi si è
opposto elettoralmente a questo ha fatto il classico "buco
nell'acqua". Il 70%, principalmente formato da operai e masse
popolari, ha negato il voto a tutti, anche per la questione Ilva e
per l'assoluta mancanza di fiducia nella difesa di lavoro e salute da
parte di chi si è candidato.
Le masse si devono
organizzare fuori e contro le elezioni, devono unirsi e prendersi il
Comune, non col voto ma con la lotta e dentro la lotta generale. Noi
abbiamo fiducia che così andrà e per questo lavoriamo.
E' sbagliato e demenziale
avere fiducia in Istituzioni, partiti elettorali e sindacati
confederali; ma altrettanto sbagliato e autolesionista è non avere
fiducia nell'autorganizzazione e nella lotta.
Non c'è altra soluzione!
Prepariamo un autunno caldo!
Slai cobas per il
sindacato di classe ILVA- Appalto via rintone 22 taranto –
slaicobasta@gmail.com 347-5301704
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