giovedì 12 aprile 2018

"Grave e pretestuoso" lo sciopero degli avvocati di Taranto che per una settimana fermerà il processo Ilva "Ambiente svenduto" - Le critiche dell'Associazione Nazionale Magistrati

Dal Corriere di Taranto
«Una iniziativa senza precedenti, grave e pretestuosa anche perché riguarda non già tematiche generali ma un singolo processo». Così la Giunta distrettuale dell’Anm di Lecce, Brindisi e Taranto definisce la decisione annunciata nei giorni scorsi dai legali degli imputati del processo Ambiente svenduto, sul presunto disastro ambientale dell’Ilva, di astenersi dalle udienze per tre giorni.
Lo sciopero, cominciato ieri e che si concluderà domani, ha già determinato la riprogrammazione di una udienza che era stata inizialmente fissata per ieri. L’astensione è stata decisa dalla Camera Penale di Taranto per protestare, sostanzialmente, per il calendario troppo fitto di udienze. Attraverso il presidente Maurizio Saso e il segretario Piero Lisi, l’Anm rileva che «la proclamata astensione dalle udienze è stata motivata essenzialmente con riferimento allo sgradito calendario delle udienze del processo fissato dalla Corte d’Assise di Taranto per i mesi da marzo a luglio 2018, laddove sono
state previste tre udienze in talune settimane, asserendosi che proprio il numero delle udienze determinerebbe una violazione del diritto di difesa». Per la giunta distrettuale dell’Anm, «incomprensibile appare tale iniziativa rispetto alle esigenze collettive di una giustizia che deve poter svolgere il proprio ruolo con la massima serenità ma con altrettanta necessaria speditezza, soprattutto in un processo di assoluta rilevanza sociale come quello Ilva, particolarmente complesso per il numero delle parti, delle imputazioni e dei testimoni da ascoltare (circa mille), tanto che venne autorizzata dal presidente del Tribunale la celebrazione di un numero di udienze sino a cinque a settimana onde garantire la ragionevole durata del processo in ossequio al noto principio costituzionale». Per l’Anm «non sembra che le due o, al massimo, le tre udienze fissate dalla Corte d’Assise tarantina possano incidere negativamente sul diritto di difesa, sicchè l’iniziativa protestataria appare più una difesa dal processo che nel processo». Si «auspica – concludono il presidente Saso e il segretario Lisi – che l’iniziativa della Camera penale tarantina resti isolata e ad essa faccia seguito la ripresa di un dialogo sereno e davvero costruttivo che assicuri la necessaria e celere celebrazione di tutti i processi in corso nell’interesse della Giustizia, di cui i difensori sono co-protagonisti».

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