martedì 17 aprile 2018

info dal processo Ambiente svenduto


Ilva, ‘Ambiente Svenduto’: gli anni della gestione Florido in Provincia. E il ruolo di ARPA Puglia sui rifiuti

A proposito di intercettazioni, è stato audito anche il perito incaricato, Antonio Caforio, che ha risposto alle domande sui 21 faldoni depositati presso la cancelleria della Corte d’Assise, contenenti le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate dalla Guardia di Finanza nel corso delle indagini preliminari. Stiamo parlando di un lavoro che ha impegnato la Gdf per anni e che sono uno dei pilastri sul quale si regge l’intero procedimento a carico dell’Ilva e di tutti gli imputati del processo.
Dopo di che è toccato anche al dr. Roberto Giua, dirigente del dipartimento di Taranto di ARPA Puglia. Che insieme alla dottoressa Maria Spartera, direttore del Dipartimento di Taranto dell’ARPA Puglia, hanno risposto alle domande dei pm dell’accusa e dei legali della difesa, in merito all’autorizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti nello stabilimento siderurgico. Dalle testimonianze è emerso che APRA Puglia in quegli anni non si è occupata in particolar modo della discarica Mater Gratiae (sulla cui autorizzazione ci sarebbero state pressioni sull’ex dirigente all’Ambiente della Provincia di Taranto, Luigi Romandini) e delle altre discariche situate all’iterno del siderurgico, perché non soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). Le difese degli imputati, nel corso del contro esame, hanno puntato il dito in merito alle emissioni dell’inceneritore di rifiuti speciali pericolosi (ospedalieri), gestito dalla Ecologica Tarantina srl, definendola “una delle più importanti fonti emissive del territorio tarantino rimasta, tuttavia, completamente estranea a qualsiasi tipo di indagine nel corso degli anni“. Secondo i legali che difendono il gruppo Riva, che in una nota hanno riportato le loro impressioni, “le dichiarazioni in particolare della teste Spartera, hanno confermato la fondatezza dei rilievi difensivi in merito alla circostanza che i periti, e più in generale tutte le indagini svolte, hanno ingiustificatamente trascurato ogni tipo di verifica in ordine al contributo emissivo dell’inceneritore di rifiuti ospedalieri che, per anni, ha operato, proprio a ridosso del quartiere Tamburi, senza filtrare in alcun modo le emissioni. È incredibile che dalla denuncia dell’Arpa non sia sorto alcun procedimento penale e che la notizia di reato non risulti iscritta nel registro

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