martedì 3 aprile 2018

I preti razzisti devono essere cacciati! Solidarietà a Padre Gabriele

Mancata lavanda dei piedi agli immigrati
«Se avessi immaginato quello che sta accadendo, mi sarei impegnato e avrei fatto di tutto per portare a termine ciò che avevo in mente di fare». Sono le uniche parole che riesce a dire padre Gabriele Maccariello. La storia vede come protagonisti il 74enne di origine campana, padre Gabriele, e il suo confratello, padre Leonardo, entrambi dell’ordine dei servi di Maria, responsabili della chiesa di San Michele Arcangelo di Manduria. Un botta e risposta tra i due religiosi avvenuto durante la celebrazione della messa serale, di quel giovedì di Pasqua, ha fatto scoprire il motivo per cui il tradizionale rito del lavaggio dei piedi ai fedeli non si sarebbe fatto: padre Leonardo si era opposto all’idea avanzata da padre Gabriele di lavare i piedi a dodici extracomunitari (che non erano presenti perchè non più invitati), assistiti dalla Caritas del posto. È stato proprio quest’ultimo a sbottare durante l’omelia del collega in cui c’era stato l’accenno all’imprevisto cambio di programma: «Se fossero venuti loro qui non ci sarei io». Nella chiesa gremita di fedeli era calato il gelo e non pochi dei presenti non hanno perso tempo, una volta fuori, ad esprime sdegno su Facebook definendo l’accaduto come «un vergognoso atto di razzismo salito sull’altare»
Padre Gabriele aveva organizzato tutto alla perfezione, racconta di provenire «da Luzzano, un luogo nel Beneventano. Sono un ex sessantottino, mi sono laureato in teologia mentre lavoravo come operaio in Svizzera, poi ho preso i voti: sempre in periferia, sempre con gli ultimi». Un respiro, e riprende: «L’idea di lavare i piedi ai migranti è una delle tante che ho. Stavolta non è andata in porto: è che oramai sono vecchio, ho subìto 14 operazioni e non ho più la forza di una volta. Ricordo che per un Giovedì Santo di 40 anni fa caricai dodici anziani tra i più poveri della periferia di Taranto e i piedi li lavai a loro. No, nessuno mi disse di non farlo...».

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