Mittal, governo provvisorio e parte dei sindacati confederali, sotto la regia di Calenda, vogliono chiudere prima che i giochi si riaprano. Ma ora come ora c’è una sola chiusura possibile dal loro punto di vista: esuberi che potrebbero ancora essere limati ma restano, salari non garantiti e non sono certo le proposte in campo che risolvono il problema, diritti acquisiti rivisitati in peggio. Governo, Mittal e la parte dei sindacati compiacenti non possono andare oltre questo, con la complicità della Commissione europea che, al di là delle petizioni degli ambientalisti, è da una parte sola, quella dei padroni dell’industria dell’acciaio, Mittal compresa” così lo slai cobas per il sindacato di classe Taranto interviene sulla trattativa in corso tra sindacati e ArcelorMittal che riprenderà lunedì a Roma al MiSe.“Siamo convinti che la trattativa può decollare a favore dei lavoratori e cambiare le carte in tavola solo se i lavoratori fanno sentire la loro voce autonoma, attraverso la lotta e la rappresentanza diretta – proseguono dal sindacato di classe -. Gli stessi obiettivi che a parole sostengono ora una parte dei sindacati “niente esuberi, tutti in Mittal, salvaguardia di salari e diritti”, non sono ottenibili senza la lotta. E questo i lavoratori se lo devono mettere in testa, non è un problema di governo né nemico, né amico“.
Lo Slai cobas “sta lavorando sottotraccia per autorganizzare gli operai. Un nucleo, compatto e deciso, che possa influenzare e guidare la massa nella situazione attuale. Ognuno, operai individualmente e collettivamente dovranno per forza assumersi la loro responsabilità se non vogliono che al danno della crisi Ilva, delle morti sul lavoro e da lavoro, si aggiunga la beffa di accordi bidone che prima li dividono, in operai di serie A e serie B, e poi li schiacciano tutti insieme. Non è difficile trovare obiettivi che uniscano gli operai, né i padroni sono così forti come vogliono apparire“.
Mittal ha enorme bisogno di questo stabilimento nella guerra dell’acciaio quanto mai acuta; il governo attuale e quello futuro sono governi deboli; i sindacati confederali hanno un consenso appeso ad un filo, fatto soprattutto di privilegi, cattive abitudini, in-coscienza operaia. a differenza di quanto dicono i liberi e pensanti e parte degli ambientalisti noi pensiamo che il lavoro per tutti può essere tutelato, la fabbrica radicalmente cambiata – si legge ancora nella nota dello slai cobas per il sindacato di classe Taranto -. L’unità operai-masse dei quartieri popolari inquinati va ricostruita, i diritti acquisiti, che sono costati lotte e sangue operaio non possono essere cancellati con un tratto di penna. Il problema di eventuali incongruenze, temporanee o future, in materia di organico, anche con questi nuovi padroni, può essere risolto col prepensionamento esteso e volontario, che è anche un risarcimento obbligato nella siderurgia e nelle fabbriche della morte come quella di Taranto” concludono dal sindacato di classe