Di Maio
Vertice al MiSE per Ilva, il risultato non è positivo, almeno secondo le prime dichiarazioni. Come riferiscono diverse fonti di agenzie, il tavolo di oggi sull’Ilva «è stato fatto per provare a far ripartire il dialogo, il piano di Arcelor Mittal però non è soddisfacente e i sindacati hanno sempre detto che non ci sono le condizioni per far ripartire la trattativa se l’azienda non batte un colpo», le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio al termine. L’azienda «batta un colpo e cominci a dire se si sposta dai numeri concordati con l’ex ministro Calenda e forse allora possiamo cominciare a ridiscutere», ha detto ancora il vicepremier.
L’incontro di oggi per Di Maio «è stato un primo tentativo di ripartenza, ma è chiaro ed evidente che questo piano occupazionale non può assolutamente soddisfare le nostre esigenze», aggiungendo che nell’incontro odierno con Arcelor Mittal «non ci sono passi in avanti».
«Domattina o al massimo nel pomeriggio manderemo all’Avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamento della gara di ArcelorMittal che entra in Ilva» ha annunciato Di Maio, riferendosi alle conseguenze del parere Anac sulla gara.
Dall’Avvocatura di Stato «auspico che si possa ricevere un parere prima di ferragosto e di poter quindi trovare una risposta ai dubbi sulla procedura di gara per la vendita dell’Ilva che vengono dall’Anac – ha continuato -. Noi come Mise entro il 24 agosto, data termine per procedura amministrativa di verifica, dobbiamo dare una risposta, non è però semplice acquisire tutti gli atti della P.a. in questo paese”. Il vicepremier Di Maio ha aggiunto “io lavoro per favorire l’accordo, stante la spada di Damocle che è la questione dell’irregolarità della gara, se l’Avvocatura dirà che la gara è irregolare non è detto che ci sono i presupposti per annullare il contratto con Am perché l’azienda potrebbe ricorrere al Tar e ottenere una vittoria”.
“Spero di poter riconvocare il tavolo Ilva questa settimana, ma non lo riconvoco se non ci sono da parte dell’azienda segnali di miglioramento sul piano occupazionale”, ha affermato ancora il vicepremier, che ha poi sostenuto come non abbia «senso rivederci se si prevedono 10.000 assunti su oltre 13.500 e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato».
Infine un accenno alla possibilità di decarbonizzazione dell’Ilva proposta da tempo dalla Regione Puglia e sulla quale molto si è speso il presidente Emiliano: «Tutto il dibattito intorno alla decarbonizzazione dello stabilimento e alla gassificazione è possibile prenderlo in considerazione solo il giorno in cui non ci fosse più questa procedura di gara», aggiungendo che così come è scritta ora «la gara è stata fatta sul modello produttivo degli attuali altoforni, addirittura dando meno punteggio alla tutela dell’ambiente che all’offerta economica». Questa procedura di gara «non la decide Luigi Di Maio se deve continuare a dispiegare i suoi effetti sull’Ilva, ma lo decide la legge dello Stato», ha concluso il ministro.
Sindacati
ArcelorMittal non ha cambiato posizione sul piano occupazionale nè il governo ha portato novità: «Se il Governo convoca nei prossimi giorni saremo presenti, ma senza un cambiamento delle posizioni dell’azienda su occupazione e diritti per le lavoratrici e i lavoratori, il tavolo non farà nessun passo avanti. Il Governo è uno dei firmatari del contratto di aggiudicazione, e quindi deve assumersi le proprie responsabilità». Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom, secondo cui è «inaccettabile che a fronte di un raddoppiamento della produzione con l’obiettivo entro il 2023 di 10 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 8 milioni di tonnellate prodotte a Taranto, non si preveda la collocazione di tutti i 14 mila lavoratori. Per la Fiom, inoltre, vanno garantire le migliori condizioni per l’ambiente e per la salute dei cittadini di Taranto e va rispettato l’accordo di programma di Genova”.
Vertice al MiSE per Ilva, il risultato non è positivo, almeno secondo le prime dichiarazioni. Come riferiscono diverse fonti di agenzie, il tavolo di oggi sull’Ilva «è stato fatto per provare a far ripartire il dialogo, il piano di Arcelor Mittal però non è soddisfacente e i sindacati hanno sempre detto che non ci sono le condizioni per far ripartire la trattativa se l’azienda non batte un colpo», le dichiarazioni del vicepremier Luigi Di Maio al termine. L’azienda «batta un colpo e cominci a dire se si sposta dai numeri concordati con l’ex ministro Calenda e forse allora possiamo cominciare a ridiscutere», ha detto ancora il vicepremier.
L’incontro di oggi per Di Maio «è stato un primo tentativo di ripartenza, ma è chiaro ed evidente che questo piano occupazionale non può assolutamente soddisfare le nostre esigenze», aggiungendo che nell’incontro odierno con Arcelor Mittal «non ci sono passi in avanti».
«Domattina o al massimo nel pomeriggio manderemo all’Avvocatura dello Stato la richiesta di parere per quanto riguarda l’annullamento della gara di ArcelorMittal che entra in Ilva» ha annunciato Di Maio, riferendosi alle conseguenze del parere Anac sulla gara.
Dall’Avvocatura di Stato «auspico che si possa ricevere un parere prima di ferragosto e di poter quindi trovare una risposta ai dubbi sulla procedura di gara per la vendita dell’Ilva che vengono dall’Anac – ha continuato -. Noi come Mise entro il 24 agosto, data termine per procedura amministrativa di verifica, dobbiamo dare una risposta, non è però semplice acquisire tutti gli atti della P.a. in questo paese”. Il vicepremier Di Maio ha aggiunto “io lavoro per favorire l’accordo, stante la spada di Damocle che è la questione dell’irregolarità della gara, se l’Avvocatura dirà che la gara è irregolare non è detto che ci sono i presupposti per annullare il contratto con Am perché l’azienda potrebbe ricorrere al Tar e ottenere una vittoria”.
“Spero di poter riconvocare il tavolo Ilva questa settimana, ma non lo riconvoco se non ci sono da parte dell’azienda segnali di miglioramento sul piano occupazionale”, ha affermato ancora il vicepremier, che ha poi sostenuto come non abbia «senso rivederci se si prevedono 10.000 assunti su oltre 13.500 e tutti gli altri che devono restare a carico dello Stato».
Infine un accenno alla possibilità di decarbonizzazione dell’Ilva proposta da tempo dalla Regione Puglia e sulla quale molto si è speso il presidente Emiliano: «Tutto il dibattito intorno alla decarbonizzazione dello stabilimento e alla gassificazione è possibile prenderlo in considerazione solo il giorno in cui non ci fosse più questa procedura di gara», aggiungendo che così come è scritta ora «la gara è stata fatta sul modello produttivo degli attuali altoforni, addirittura dando meno punteggio alla tutela dell’ambiente che all’offerta economica». Questa procedura di gara «non la decide Luigi Di Maio se deve continuare a dispiegare i suoi effetti sull’Ilva, ma lo decide la legge dello Stato», ha concluso il ministro.
Per ArcelorMittal l’incontro è stato “positivo”
Le riflessioni di ArcelorMittal sono affidate a un comunicato stampa
di poche righe. Il gruppo ritiene l’incontro “positivo” e promette di
approfondire nei prossimi giorni questioni che permettano a un prossimo
vertice di avere basi più efficaci.
“L’incontro di oggi al MISE ha consentito la ripresa del dialogo tra ArcelorMittal, le organizzazioni sindacali e i Ministeri interessati – scrive ArcelorMittal -. Per questo lo riteniamo positivo. L’impegno è di dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle rispettive posizioni, alla verifica di questioni tecniche e legali e alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”.
“L’incontro di oggi al MISE ha consentito la ripresa del dialogo tra ArcelorMittal, le organizzazioni sindacali e i Ministeri interessati – scrive ArcelorMittal -. Per questo lo riteniamo positivo. L’impegno è di dedicare i prossimi giorni all’approfondimento delle rispettive posizioni, alla verifica di questioni tecniche e legali e alla definizione di successive ipotesi di lavoro in modo da potersi incontrare nuovamente a breve su basi più efficaci”.
Per riuscire a salvare l’Ilva «serve
la volontà e il senso di responsabilità da parte di tutti. Bisogna
ritornare al tavolo della trattativa al più presto e fare il miglior accordo che garantisca tutti i lavoratori con un percorso chiaro e condiviso». Così in una nota, il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. «C’è ancora poca chiarezza e molta indecisione da parte dall’azienda, nonostante le rassicurazioni del ministro Di Maio sulla disponibilità del fondo di 250 milioni di euro per l’amministrazione straordinaria da destinare al piano di incentivazione, l’impegno per una soluzione sull’accordo di programma di Genova e la garanzia del supporto alla trattativa fra AM e sindacati», conclude la nota della Uilm.
Nell’incontro odierno sull’Ilva «la posizione dell’azienda
(ArcelorMittal) sugli esuberi è immutata ed è inaccettabile, il Governo
non scioglie ancora i nodi di sua competenza. Per questo la distanza
verso l’accordo si allontana anche rispetto all’avvio della trattativa
di 15 mesi fa». Così si legge in una nota diffusa dalla Fim Cisl al termine del tavolo in cui il segretario generale del sindacato, Marco Bentivogli, ha aggiunto:
«Se il ministro vuole fare meglio del suo predecessore, siamo tutti
contenti, ma lo dimostri nel merito perché accanto agli annunci stiamo
andando indietro». La Fim «è disposta a trattare a oltranza», conclude la nota.ritornare al tavolo della trattativa al più presto e fare il miglior accordo che garantisca tutti i lavoratori con un percorso chiaro e condiviso». Così in una nota, il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. «C’è ancora poca chiarezza e molta indecisione da parte dall’azienda, nonostante le rassicurazioni del ministro Di Maio sulla disponibilità del fondo di 250 milioni di euro per l’amministrazione straordinaria da destinare al piano di incentivazione, l’impegno per una soluzione sull’accordo di programma di Genova e la garanzia del supporto alla trattativa fra AM e sindacati», conclude la nota della Uilm.
ArcelorMittal non ha cambiato posizione sul piano occupazionale nè il governo ha portato novità: «Se il Governo convoca nei prossimi giorni saremo presenti, ma senza un cambiamento delle posizioni dell’azienda su occupazione e diritti per le lavoratrici e i lavoratori, il tavolo non farà nessun passo avanti. Il Governo è uno dei firmatari del contratto di aggiudicazione, e quindi deve assumersi le proprie responsabilità». Lo dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom, secondo cui è «inaccettabile che a fronte di un raddoppiamento della produzione con l’obiettivo entro il 2023 di 10 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 8 milioni di tonnellate prodotte a Taranto, non si preveda la collocazione di tutti i 14 mila lavoratori. Per la Fiom, inoltre, vanno garantire le migliori condizioni per l’ambiente e per la salute dei cittadini di Taranto e va rispettato l’accordo di programma di Genova”.
Nessun commento:
Posta un commento