lunedì 6 agosto 2018

FMLU vuole stare al tavolo al Mise. Ma a quanti tavoli vuole stare? - Essa non è parte del fronte che chiede la chiusura dell'ILVA? O parla due lingue?


«La mancata convocazione sulla vertenza ILVA, della nostra O.S. dimostra che il cambiamento annunciato riguardo la democrazia nei luoghi di lavoro “Ascolterò tutte le parti interessate”, non è all’ordine del giorno neanche per questo governo». Commenta così il segretario di FLM Uniti Cub, Antonio Ferrari, la mancata convocazione al tavolo in corso oggi al Ministero dello Sviluppo Economico tra i vertici di ArcelorMittal, il Governo ed i sindacati.
“All’ILVA di Taranto abbiamo rinunciato a sottoscrivere l’accordo del 10.01.2014 (Testo Unico sulla rappresentanza) – precisa la nota – che la direzione aziendale ci aveva invitato a firmare, negandoci altrimenti, la possibilità di fare assemblee e diritti sindacali pur di non svendere i diritti dei lavoratori. Non rinunciamo invece ad esercitare l’azione sindacale mettendo al centro l’interesse dei lavoratori; non rinunceremo a combattere per la democrazia nei luoghi di lavoro e a contrastare il potere politico che fa proprio, non gli interessi dei lavoratori e dei cittadini ma gli interessi delle burocrazie sindacali e del padronato”.
“Non accetteremo mai che per cieco profitto e interessi di parte, (sostenuti nei fatti, da anni, dai governi precedenti, dalle stesse OO.SS. e dalle amministrazioni locali) prevalga la logica che per lavorare bisogna accettare condizioni che mettono in serio pericolo la salute”, aggiunge la nota.
“La salvaguardia della salute dei lavoratori, dei cittadini, dei bambini, viene prima del lavoro che deve essere comunque garantito e tutelato. La nostra lotta per il diritto alla salute, al lavoro, ai diritti sociali e umani continua con o senza tavoli ministeriali”, conclude il segretario di FLM Uniti Cub.

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