Ilva, i commenti dei sindacati prima del vertice

I segretari di Fim, Fiom e Uilm sono concordi sulla salvaguardia dei livelli occupazionali



«Non si può pensare che a conclusione della trattativa ci sia anche un solo licenziamento» avverte la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, entrando al Mise per il tavolo sull’Ilva con la delegazione di ArcelorMittal ed il ministro Luigi Di Maio. La leader della Fiom chiede che il Governo «con Mittal vada oltre nel dire che il piano per l’occupazione non è sufficiente» e chiarisca «il suo punto di vista rispetto al tema dell’occupazione e dei diritti».
Oggi il tavolo Ilva al Mise «è convocato sui temi dell’occupazione e noi ci aspettiamo quello che abbiamo detto dal primo momento: non si può pensare che a conclusione della trattativa ci sia anche un solo licenziamento», ha detto la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, entrando
al ministero dello Sviluppo. «Bisogna che ci sia una collocazione per tutti e 14.000 i lavoratori dell’Ilvavisto che l’ipotesi è quella di raddoppiare la quantità di acciaio e c’è bisogno che a tutti i lavoratori vengono riconosciuti tutti i diritti», ha continuato spiegando «non sono nuovi rapporti di lavoro, c’è continuità con quello attualmente in atto e quindi tutti i diritti tutto l’articolo 18 tutti i contratti integrativi. La Fiom si aspetta »che il governo ci parli e che con Mittal vada oltre nel dire che il piano per l’occupazione non è sufficiente, ma ci dica qual è il suo punto di vista rispetto al tema dell’occupazione e dei diritti«, ha concluso la leader della Fiom.
Quella di oggi per l’Ilva «è una giornata importante, penso che le conclusioni non possono essere quelle di un rinvio. O ci sarà l’accordo o ci sarà il fallimento dell’Ilva». Così il segretario generale Uilm, Rocco Palombella, che entrando al Mise aggiunge: «Noi ci aspettiamo che da oggi ci sia una fase di trattativa, il tempo necessario per un’intesa». L’incontro odierno «è la prova del nove: ogni istituzione, ogni persona che ha responsabilità deve assumere una decisione. Noi riteniamo di essere in grado di avviare una trattativa, sapendo che parliamo del destino di intere comunitá, stabilimenti e 20mila famiglie che dipendono da noi». Ormai «è un anno di trattativa, è arrivata al capolinea. Sulla trattativa ci sono tante negatività ma ora serve fare la differenza, fare in modo di discutere sugli organici. Noi abbiamo sempre espresso una posizione netta e non siamo nelle condizioni di dichiarare e certificare esuberi». Riferendosi poi all’acquirente ArcelorMittal Palombella conclude: «Deve sapere che non ci sono più scorciatoie: non è più il tempo dei chiarimenti, è quello delle responsabilità».
Sulla vertenza Ilva, «a tre mesi dall’insediamento del nuovo Governo nessun passo avanti. Nei tre incontri già svolti abbiamo appreso solo che il governo non ha deciso cosa intende fare: se tenere aperto il Gruppo Ilva, rilanciarlo e ambientalizzarlo o chiuderlo». Così, in una nota diffusa qualche ora prima dell’incontro sull’Ilva che si terrà oggi al Mise, il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, aggiungendo che «dare ragione a chi la vuole chiudere e a chi la vuole tenere aperta è poco serio e fa perdere tempo prezioso per tutti». Le posizioni espresse da ArcelorMittal «sono chiare, come è nota la nostra necessità di salvaguardare l’occupazione non disgiunta dal piano ambientale e la nostra contrarietà a un piano senza garanzie finali per tutti i lavoratori. Sarebbe stato più utile che il Governo chiarisse la sua posizione prima dell’incontro di oggi», continua la nota sottolineando che il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio «ha detto che avrebbe portato a casa risultati migliori del Governo precedente sull’occupazione, ma non ha neanche confermato la disponibilità dei 250 milioni di euro accantonati per l’amministrazione straordinaria per le politiche di incentivo all’esodo volontarie».