martedì 29 dicembre 2020

ArcelorMittal - Il capitalismo è dovunque nocivo - Sudafrica 2 - DAL DOSSIER "L'IMPERO MITTAL"

ArcelorMittal Vanderbijlpark

Sudafrica

Tra il 2001 e il 2004, Lakshmi Mittal ha rilevato la ISCOR (Iron and Steel Corporation), travagliata parastatale dell’acciaio del Sudafrica, che produce oltre il 90% dell'acciaio in Sudafrica. Invece che pagare per la compagnia, fu pagato per prenderla in consegna... a partire dal 2001 sono stati corrisposti un 1.3 miliardi i rand e nel 2004 un saldo di 3 miliardi... Mittal ha acquisito la maggioranza a fine del 2004.

A rendere ancor più stracciato il prezzo c’è anche il fatto anche i costi dell'inquinamento sono stati esternalizzati sulle comunità prossime all’impianto. Finora Mittal è riuscito a evitare qualsiasi responsabilità per l'inquinamento che ha reso l’acquisizione così vantaggiosa, né ha intrapreso alcun risanamento dell'area inquinata.

Acquisto di un’acciaieria inquinante 

Quando Mittal Steel acquisì la ISCOR, parastatale dell'apartheid, questa era già da tempo in lotta contro la comunità della Steel Valley, che inquinava da oltre 40 anni. L'acciaieria, costruita poco dopo la seconda guerra mondiale, ha riversato le sue acque in bacini non impermeabilizzati, contaminando la falda da cui i piccoli contadini della valle attingevano acqua potabile. Le acque rifluivano anche in un canale non rivestito che i proprietari limitrofi usavano per l'irrigazione. La popolazione della Steel Valley ha sviluppato un'alta incidenza di malattie come il cancro e l’attività agricole è stata compromessa. I residenti hanno avviato contro la ISCOR parastatale, per la quale molti di loro hanno lavorato, controversie amministrative e legali. In diverse occasioni la ISCOR si è accordata in via extragiudiziale, prima ha fornito acqua ai piccoli proprietari danneggiati, a condizione che sottoscrivessero un accordo in cui accettavano di non procedere mai più nella causa, poi, con un altro accordo stragiudiziale, la ISCOR ha acquistato delle proprietà dai residenti.

La ISCOR ha sempre evitato scrupolosamente di riconoscere la propria responsabilità per danni da inquinamento. Nel 1994 il nuovo governo democratico del Sudafrica si apprestava a portare la ISCOR in tribunale per violazioni della sua licenza sull’uso delle acqua, avendo sversato metalli pesanti, ma infine si decise di "collaborare con chi inquina". Si disse che una battaglia legale sarebbe stata così costosa, sia in termini di tempo che di denaro, e che i risarcimenti sarebbero stati così così modesti, che una disputa legale contro la ISCOR sarebbe stato uno spreco di risorse.

Per effetto di questa decisione la ISCOR non è mai stata definita "inquinante", cioè responsabile di

inquinamento, è perciò ricaduto sui residenti colpiti l’onere di portare da soli la ISCOR in tribunale - uno sforzo che non potevano sostenere per gli alti costi legali. La ISCOR smentì i rapporti del suoi stessi consulenti e dichiarò che stava elaborando un "piano generale" per affrontare il problema. Un piano generale che a tutt’oggi resta un segreto. È un documento di 9000 pagine che descrive in modo molto dettagliato come ISCOR -e poi Mittal- risolveranno in inquinamento che affermano non esistere. Lo stato sudafricano post-apartheid, nella figura del Dipartimento per le Acque, ha permesso a ISCOR e Mittal di mantenere segreto il piano generale. Nonostante lo Stato sia in possesso di questo piano generale, si rifiuta di renderlo noto alle parti interessate, quali i residenti inquinati...

Agli inizi del 2000, la ISCOR ha iniziato a comprare le proprietà dei residenti della Steel Valley, creando una zona cuscinetto ad Est dello stabilimento, dove prima risiedeva una comunità, chiudendola dietro recinzioni elettrificate e rimuovendo le prove presenti nell’area contaminata per nasconderle all'opinione pubblica.

I manager di Mittal hanno continuato l’opera iniziata dalla precedente azienda. Hanno quasi completato il l’acquisto delle proprietà dell'intera comunità della Steel Valley. I residenti non sono soddisfatti dai bassi prezzi che hanno ottenuto per le loro proprietà, e un piccolo numero di loro sta resistendo al loro allontanamento dall’area. Ma è difficile vivere in case isolate. Uno dei residenti ha subito il sequestro il suo bestiame da parte dei dirigenti della fabbrica di Mittal, che hanno affermato che questi bovini avevano sconfinato in quella che ora era una loro proprietà e avevano dovuto sostenere alte spese per recuperare gli animali. È una delle tattiche di Mittal per rimuovere gli ultimi residenti e chiudere l'intera area.

Mittal inquina anche altre comunità. Boipatong si trova ad Est dell'acciaieria. L'acqua contaminata dello stabilimento è confluita nel piccolo fiume che scorre attraverso Boipatong, uccidendone ogni forma di vita, granchi e pesci. Fatto ancora peggiore, il vento soffia la prevalentemente in una direzione che pone Boipatong direttamente sulla linea delle emissioni atmosferiche inquinanti dell’impianto.

Nell'aprile 2006 il governo sudafricano ha dichiarato la Vaal Triangle, di cui Boipatong, Steel Valley e l’impianto di Vanderbijlpark costituiscono una parte importante, area di alto inquinamento. Sono state installate sei nuove stazioni di monitoraggio ed è in corso un processo partecipativo per definire gli standard di qualità dell'aria per l'area...

 Nel 2006, mentre la seconda delle due cause per inquinamento approdate in tribunale, delle originarie sedici, era ancora in discussione, la Mittal Steel ha installato un nuovo impianto di trattamento delle acque (da 280 milioni di Rand) e ha annunciato piani per migliorare la situazione dell'inquinamento atmosferico. Queste misure sono state annunciate con grande clamore. Non ci sono, però, piani per il risarcimento delle vittime dell'inquinamento o bonificare l'area inquinata, quasi tutti gli abitanti nei pressi delle acciaierie sono stati allontanati, e restano delusi...

Promesse di democrazia non mantenute

Il costo reale dell'inquinamento grava sulla comunità. Le proprietà delle circa 1000 famiglie sono state quasi tutte acquistate, ma nessuno è stato risarcito per le perdite subite, i costi sanitari che ancora sostengono o i danni subiti dalla comunità. Restano delusi. Per chi vive vicino Mittal la promessa fatta nuova costituzione sudafricana non vale: "Tutti hanno il diritto: (a) ad un ambiente che non sia dannoso per la salute o il benessere, e (b) alla protezione dell'ambiente, a beneficio delle generazioni presenti e future, attraverso misure legislative e di altro tipo che prevengano l'inquinamento e il degrado ecologico."

Aggiornamento

giugno 2019

In un comunicazione agli azionisti, ArcelorMittal ha reso noto di essere accusato di "tre presunte trasgressioni della sua licenza di emissioni in atmosfera".

Le aziende ricevono licenze dal governo che stabiliscono quanto possono inquinare l'aria in cui operano. In Sudafrica, questi limiti sono già molto più blandi che in paesi vicini. Nuovi limiti sono entrati in vigore nel 2015, ma tutti i principali inquinatori hanno chiesto l'autorizzazione per ignorarli ampiamente...

Tredici anni dopo aver contribuito a redigere le leggi sull'inquinamento atmosferico, la società afferma di non essere in grado di fermare gli inquinanti provenienti dal suo vasto impianto siderurgico e chiede più tempo per aggiornare parti dell'acciaio in modo che siano conformi alla legge. L'autorizzazione consentirebbe di continuare a emettere livelli illegali di inquinanti.

A metà marzo, ha tenuto una riunione della comunità in una tenuta di lusso a una costosa corsa in taxi dal Vanderbijlpark. I consulenti di ArcelorMittal gli hanno detto che i loro modelli mostravano che le acciaierie rilasciavano più inquinanti di quanto fosse permesso 999 volte l'anno, ovvero 911 volte di più di quanto gli fosse permesso.

Samson Mokoena lavora per la Vaal Environmental Justice Alliance, un gruppo locale che ha lottato contro la società siderurgica, fin dalla fondazione del gruppo nel 2006. Nel 2015 ha costretto l’azienda tenere un registro di operazioni che normalmente restavano segrete, dopo che ArcelorMittal aveva impugnato l’obbligo fino alla Corte suprema d'appello. Il registro documenta gli inquinanti tossici che scorrono nelle acque sotterranee locali perché la sua discarica non era impermeabilizzata. Seduto nella sua sede - tra l'ufficio dello sceriffo e un sexy-shop - Mokoena afferma che l'applicazione di rinvio non è una sorpresa. Ghigna sotto i suoi sottili baffi sale e pepe: “Facevano parte del gruppo che ha redatto queste leggi. Fu stata creata una scappatoia e tutti ne hanno approfittato”. Ora ArcelorMittal afferma che non può soddisfare neppure quei requisiti di legge.

luglio 2019

ArcelorMittal Sudafrica (ACLJ.J) prevede una perdita nel primo semestre e ha annunciato il taglio di oltre 2.000 posti di lavoro.

Le azioni della società sono calate di oltre il 10% dopo che le precedenti iniziative per ridurre i costi si sono dimostrate insufficienti e perciò si richiede una ristrutturazione "su larga scala".

"Sono diventate necessarie misure più significative, inclusa la revisione dei livelli di personale, insieme ad altri interventi", ha affermato in una nota l’azienda. Nel 2018 la società impiegava circa 8.850 persone, secondo la sua relazione annuale.






































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