sabato 12 dicembre 2020

Tempa Rossa al via oggi - Certo che qualche problema non chiaro a livello cittadino c'è...

Al via da oggi Tempa Rossa. Nel silenzio generale 
 
Dopo l’autorizzazione dell’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse e la presa d’atto della Regione Basilicata
pubblicato il 12 Dicembre 2020, 10:39

Adesso è ufficiale: il 9 dicembre l’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse del Ministero (UNMIG) per lo Sviluppo Economico ha rilasciato l’autorizzazione per la messa in esercizio definitiva degli impianti del Centro Olio Tempa Rossa a far data da oggi 12 dicembre 2020, senza soluzione di continuità con le prove funzionali in atto con idrocarburi provenienti dai sei pozzi della Concessione Gorgoglione tramite le condotte interrate di collegamento dei pozzi al Centro Olio. Analoghe autorizzazioni per ciascuno dei pozzi sono state rilasciate da UNMIG il 10 dicembre. Conseguentemente all’autorizzazione dell’UNMIG, la Regione Basilicata ha notificato la propria presa d’atto ieri 11 dicembre. 

E’ senza dubbio una data storica sia per la Basilicata che per Taranto. A darne notizia la Total Italia, mentre tacciono tutte le istituzioni regionali e locali, anche qui nella città dei Due Mari tutti presi come sono dalla vicenda Ilva (anche perché con la Total e l’Eni hanno dimostrato di andare molto più d’accordo pur non essendo certamente impianti che producono fiori ed anch’esse multinazionali

tese al profitto, com’è normale che sia per loro naturale conformazione, ma non si spiega il perché dei ‘due pesi e due misure‘: misteri della politica).

Con la messa in esercizio definitiva, secondo quanto annunciato da Total a partire dal 12 dicembre verranno aggiornati e pubblicati sul sito web della Regione, alla sezione “Petrolio in Basilicata”, oltre ai dati relativi al monitoraggio ambientale, i dati relativi a estrazioni, royalties e occupazione. “L’obiettivo della produzione di greggio di 50.000 barili al giorno verrà comunque traguardato nella permanente osservanza delle inderogabili condizioni di sicurezza e protezione dell’ambiente previste, come verrà verificato anche dal sistema di monitoraggio ambientale, e continuando l’applicazione delle rigide misure di contrasto della pandemia COVID-19 in termini di adozione estesa dello smart working, di rigorose regole per l’accesso al sito, di sanificazione degli ambienti di lavoro, di uso dei presidi di protezione personale e distanziamento, e di screening dei lavoratori con tamponi molecolari e antigenici” fanno sapere dalla Total. 

Su Taranto invece, proseguono i lavori di adeguamento della raffineria Eni di Taranto (leggi allungamento pontile petroli) che sta già ricevendo il greggio estratto, per poi stoccarlo e caricarlo sulle petroliere che lo trasporteranno in altre raffinerie italiane per le operazioni di raffinazione.

Mentre il mese scorso, dopo un trasporto eccezionale, si stanno installando due piattaforme petrolifere che rientrano nelle installazioni off shore previste dal progetto Eni di Taranto per il “Potenziamento delle strutture per lo  stoccaggio e la spedizione del greggio Tempa Rossa“.  

La realizzazione delle due piattafome, con relativi accosti, permetteranno l’attracco di navi da un minimo di 30.000 DWT ad un massimo di 45.000 DWT allibate per l’esportazione del greggioVal D’Agri e di navi da un minimo di 30.000 DWT ad un massimo di 80.000 DWT allibate per l’esportazione del greggio Tempa Rossa.

L’altra installazione off shore riguarda invece il prolungamento del pontile petroli esistente per una lunghezza totale di 324 m, di cui abbiamo scritto recentemente. I lavori sono stati realizzati dall’azienda veneta Nautilus, per conto della committente Fincosit, che infisso 42 pali metallici di grande diametro per realizzare le strutture di sostegno del pontile di scarico petroliere e le briccole di accosto delle navi.

In attesa di vedere anche qui gli effetti di questo progetto non solo dal punto di vista ambientale, ma soprattutto dal punto di vista economico: che sappiamo già ampiamente saranno minime (come abbiamo abbondantemente documentato negli ultimi 10 anni sia sullle colonne del ‘TarantoOggi‘ che dalle pagine del CorrierediTaranto). Senza tralasciare il prossiomo futuro della raffineria: che se da un lato potrebbe essere trasformata nei prossimi anni in bio-raffineria (con la trasformazione di oli vegetali scarti della produzione alimentare, grassi animali e e altri sottoprodotti avanzati con risvolti ambientali tutti da chiarire) come avvenuto per Venezia e Gela, dall’altro potrebbe recitare un ruolo di primo piano nei progetti del governo sulla parziale transizione energetica dell’ex Ilva. Sarà bene tenere gli occhi aperti.

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