Dal blog proletarai comunisti
Da Torino a Taranto, ma passando per quelli che non vengono citati, come per esempio i depositi di armi nucleari abbandonati come quello di Isola delle femmine vicino Palermo…
Bisogna distruggere il sistema capitalistico prima che esso distrugga definitivamente il pianeta, proprio come dice Engels:
“ ...noi non dominiamo la natura come un conquistatore ... come chi è estraneo ad essa, noi le apparteniamo con carne sangue e cervello… Tutto il nostro dominio sulla natura… consiste nella capacità di conoscere le sue leggi e impiegarle in modo appropriato… per realizzare questa regolamentazione occorre di più che la sola conoscenza. Occorre un completo capovolgimento del modo di produzione seguito fino ad oggi e con esso di tutto l'attuale ordinamento sociale...
Rifiuti: aumentano le scorie nucleari.
Il censimento dell’Isin: rifiuti radioattivi saliti a quota 32mila metri cubi. Da Legambiente lettera al governo: è urgente il deposito nazionale
Rifiuti: crescono le scorie nucleari
L'Isin, l'autorità nazionale per la sicurezza nucleare, ha pubblicato il nuovo censimento delle scorie presenti negli stoccaggi provvisori in Italia nell'anno 2019. Il quadro mostra l'estrema urgenza, da parte dello stato italiano, di creare una rete di deposito nazionale unico, sicuro, controllato. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, le scorie in un anno sono aumentate di 608 metri cubi, pari a un cubo con i lati lunghi circa 8 metri e mezzo. In tutto ne abbiamo stoccati (fino al decimetro cubo) 31.027,3 metri cubi...
Rifiuti: i dati del report di Isin
Ordinati per variazione, in base a quanto riportato dal Sole 24 ore, nel 2019 sono aumentati i rifiuti radioattivi stoccati in Emilia Romagna (da 3mila a 3.272 metri cubi), Basilicata (da 3.215 a 3.362), Piemonte (da 5.506 a 5.605), Lombardia (da 6.060 a 6.147) e in Campania (da 2.965 a 2.968 metri cubi). Invece è scesa un poco la quantità di rifiuti radioattivi detenuti in Lazio e soprattutto in Puglia perché la Sogin, la Spa pubblica disimissione del nucleare, è intervenuta e ha cominciato a smantellare un deposito abbandonato per anni a Taranto nel disastroso capannone della Cemerad a Statte.
Ma la regione di gran lunga più radioattiva è il Piemonte. Una concentrazione di impianti è fra Saluggia e Trino, in provincia di Vercelli, con una centrale nucleare spenta, gli impianti della Livanova, quelli dell’Eurex, il reattore sperimentale Avogadro e altre installazioni; e a poche decine di chilometri ecco gli impianti di Bosco Marendo e il deposito di Tortona (Alessandria). Il settore è però sulla scia di una evoluzione tecnico- normativa: grazie ad un nuovo sistema informatico di acquisizione dei dati relativi a produzione e stoccaggio, fa sapere il Sole 24 ore, dal 2021 sarà possibile disporre di informazioni ancora sempre più precisa e soprattutto in tempo reale sulla produzione e movimentazione dei rifiuti radioattivi.
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