sabato 30 luglio 2022

Info - La relazione annule dell'Arpa Puglia dei dati di qualità dell’aria aggiornati al 2021, registrati nelle aree di Taranto e Statte.

Li acquisiamo dalla nota del

Corriere di Taranto
Gianmario Leone
pubblicato il 30 Luglio 2022, 08:00


I dati relativi al PM10

Le concentrazioni annuali di PM10 misurate nelle centraline della qualità dell’aria della città di Taranto hanno mostrato livelli paragonabili negli anni, in decremento a partire dal 2012 nelle stazioni del quartiere Tamburi. Anche nel 2021, in nessun sito del comune di Taranto è stato superato il valore limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 sulla media annuale, pari a 40 μg/m3. La media annua di PM10 più elevata è stata registrata nel sito di Tamburi-Via Orsini (classificato come “industriale”, rete AMI), al quartiere Tamburi, con 26 μg/m3. In nessun sito è stato superato il numero massimo di 35 superamenti sulla media giornaliera consentiti dalla norma e i numeri dei superamenti per centralina. Come già riportato negli anni precedenti, il decremento delle concentrazioni annuali di PM10 a partire dal 2011, particolarmente evidente nelle stazioni del quartiere Tamburi ed accentuato maggiormente nel 2014 rispetto al 2013, può essere dovuto, oltre alla riduzione della produzione industriale degli ultimi anni, ad una serie di misure di risanamento messe in atto a partire da settembre 2012, volte a limitare il carico emissivo industriale fra l’altro nel corso dei cosiddetti wind days, giorni di elevata ventosità, in cui l’agglomerato urbano si trova sottovento al polo industriale.

Le medie annue di PM10 registrate nel 2021 sono sostanzialmente confrontabili con quelle che erano

state misurate nel 2020. Per quanto, invece, concerne i superamenti del valore limite giornaliero il numero maggiore è stato registrato nei siti di Via Machiavelli e di San Vito.

Nel dettaglio, nel 2021, rispetto al 2020, sono rimaste invariate o in lieve calo le medie annue di concentrazione di PM10 nelle centraline Via Archimede, Via A. Adige, Via Machiavelli, Tamburi-Via Orsini e Talsano, in lieve aumento nelle centraline San Vito, Paolo VI, Statte-Via Sorgenti e Statte Ponte Wind.

Per quanto riguarda invece la rete ADI (ex ILVA), la media annua più elevata misurata dalla centralina Cokeria è stata registrata nell’anno 2017. Nelle altre cabine, per lo stesso periodo, non si osservano sostanziali variazioni nelle medie annuali e nemmeno incrementi nell’anno 2021, rispetto agli anni precedenti, attestandosi nel range 20 ÷40 μg/m3, ad eccezione della stazione Meteo Parchi dove si è riscontrata una diminuzione rispetto a quanto osservato nel 2020 dovuta presumibilmente alle attività di cantiere per la costruzione delle opere di copertura dei parchi di stoccaggio di materie prime.

I dati relativi al PM2,5

Anche per quanto concerne i livelli di concentrazione in aria ambiente di PM2.5 nel Comune di Taranto, nel 2021, non hanno mostrato superamenti per tale parametro rispetto al valore limite annuale per la protezione della salute umana, pari a 25 μg/m3. La concentrazione media annua più elevata nel periodo 2016-2021 è stata registrata costantemente nella stazione presente in Tamburi-Via Orsini (industriale, Rete ADI – ex ILVA).

Nel 2021, rispetto al 2020, le medie annue di concentrazione di PM2.5 sono rimaste sostanzialmente invariate (incremento nullo nei siti Via Archimede e Paolo VI) o sono diminuite di 1-2 ng/m3 (nei casi di Via A. Adige, Via Machiavelli e Tamburi-Via Orsini); in termini percentuali, si può calcolare una diminuzione nel 2021 prossima allo zero nelle cabina Tamburi-Via Orsini, Via A. Adige e Via Machiavelli.

In sintesi, si può definire come stazionaria la situazione relativa ai livelli di PM2.5 nel 2021 rispetto a quella dell’anno precedente.

Analogamente a quanto mostrato per il PM10, nella relazione in questione sono riportate le concentrazioni medie annue di PM2.5 a partire dal 2010; nel sito di Via Machiavelli (industriale) si registravano concentrazioni medie annuali di PM2.5 costantemente più alte rispetto a quelle del sito di Via Alto Adige (traffico), comunque inferiori al valore limite di 25 μg/m3. Dal 2016 le concentrazioni medie annuali più elevate sono state registrate sempre nella centralina posta al quartiere Tamburi e facente parte della rete ADI (ex ILVA), denominata Tamburi-Via Orsini.

Anche nel 2021 aumentate le concentrazioni di Benzene

Le medie annue, nelle centraline della RRQA, a partire dal 2014, sono risultate piuttosto contenute e al di sotto del limite consentito, con valori che si attestano attorno ad 1 μg/m3.

I trend degli andamenti annuali di questo inquinante mostrano una variazione non significativa negli anni 2017-2019 con valori costantemente più alti nei siti posti al quartiere Tamburi in Via Machiavelli e Tamburi-Via Orsini (industriale) rispetto a Via Alto Adige (traffico) con livelli stazionari e confrontabili tra loro.

Negli anni 2020-2021, invece, le medie annue di benzene risultano in aumento rispetto a quelle registrate nel 2019, in particolar modo nelle centraline di Tamburi-Via Orsini e Via Machiavelli, entrambe classificate come industriali e poste nel quartiere Tamburi. Nel sito in Via Adige, classificato come da traffico, la media annua è risultata invariata. Il 2020 è stato l’anno nel quale si è registrata la media annua più elevata presso la centralina Cokeria.

Per quanto attiene la rete ADI (ex ILVA), nelle centraline Direzione, Meteo Parchi e Tamburi-Via Orsini si è osservato un aumento delle medie annue particolarmente evidente nel 2020 e proseguito nel 2021 solo nel sito Direzione. Nei restanti siti i livelli risultano essere stazionari rispetto al 2020. Si richiama come, a partire dal dicembre 2019, era stato rilevato un aumento delle concentrazioni medie mensili di benzene nelle centraline Direzione, Meteo Parchi e Tamburi-Orsini rispetto ai livelli che caratterizzavano i mesi precedenti.

Nella stazione esterna sita in Via Orsini-Tamburi, della rete ADI, nel 2021 vi è stato un incremento percentuale del 6% rispetto al 2020, mentre rispetto al 2018 e al 2019 è stato rispettivamente del 169% e del 131%. La media annua di benzene in Cokeria nel 2021 è diminuita del 20% rispetto al 2020, ma con aumenti del 24% e 15% nei confronti rispettivamente di quelle del 2019 e 2018. Nella cabina Meteo Parchi, non si riscontra una netta variazione rispetto al 2020, ma aumenti del 177% e 290% nei confronti rispettivamente di quelle del 2019 e 2018. Si evidenzia il costante aumento anche nel 2021 per la centralina Direzione del 44% rispetto al 2020 e del 145% e 251% rispettivamente al 2019 e 2018

Nel corso delle attività di controllo eseguite da ARPA Puglia a supporto di ISPRA presso lo Stabilimento Siderurgico di Taranto nel corso del biennio 2020-2021, sono state effettuate verifiche in merito alle possibili cause correlate agli incrementi di benzene registrati negli ultimi anni. In particolare, sono stati eseguiti approfondimenti in merito alle modalità di esercizio delle cokerie ed alle correlate emissioni diffuse. Dalle analisi condotte, si è riscontrato che, negli ultimi anni a fronte di una riduzione della produzione di coke, per fermo di diversi gruppi di batterie, si è registrato un incremento di emissioni di benzene nel tempo, probabilmente dovuto all’obsolescenza delle batterie, all’urgente necessità di interventi di manutenzione straordinaria e revamping (peraltro interventi previsti dal Piano Ambientale, ormai diversi anni or sono). E’ stata rappresentata la necessità, nelle sedi opportune, per il Gestore di provvedere ad agire sulle cause che generano le emissioni visibili in questione, in particolare per le fasi/sezioni impiantistiche critiche individuate (caricamento, sfornamento, intasamento canale gas, porte, ecc.) e, di conseguenza, ridurre progressivamente queste criticità che si possono ripercuotere sugli standard di qualità dell’aria sia all’interno del perimetro che all’esterno dello Stabilimento. In ogni caso ARPA Puglia, con nota n.28498 del 21/04/2022 ha sottoposto il tema ad ASL Taranto per le necessarie valutazioni in ambito sanitario, come riportammo nell’articolo linkato qui sotto.

I dati relativi agli inquinanti NO2, CO, SO2, Ozono, H2S

Per quanto concerne altri inquinanti, per il NO2 (biossido di azoto) le medie annuali nel periodo 2019-2021 sono risultate inferiori al limite annuale; nel 2021 non si sono registrati superamenti del limite su base oraria. A Martina Franca, stazione classificata come da traffico, e in Via Orsini-Tamburi, stazione classificata come da traffico/industriale, sono state riscontrate le medie annue più elevate rispetto a quelle misurate in tutti gli altri siti. Le medie annue nel 2021, sono risultate inferiori al limite e nei siti ricadenti nel quartiere Tamburi, denominati Tamburi-Via Orsini, Via Archimede e Via Machiavelli, si sono attestate nel range 20-27 μg/m3. Nel 2021 rispetto all’anno precedente, si rilevano livelli medi annui stabili in tutte le centraline. A Taranto le medie annue più elevate sono state misurate in Tamburi-Via Orsini (industriale) e Via Adige (traffico).

Per il monossido di carbonio (CO), durante il triennio 2019-2021 non è stato mai superato il valore limite in aria ambiente, definito in base alla normativa vigente come massimo orario delle medie mobili sulle 8 ore, pari a 10 mg/m3 e i livelli registrati non hanno mostrato nessuna criticità.

A Taranto sono presenti diversi analizzatori per il monitoraggio dell’SO2 (biossido di zolfo). Focalizzando l’attenzione sull’ultimo triennio 2019-2021 non sono stati registrati superamenti del valore limite giornaliero, pari a 125 μg/m3. I valori medi annuali nel triennio nel quartiere Tamburi si sono attestati nel range 2-4 μg/m3, sono molto contenuti e non hanno mostrato variazioni significative da un anno all’altro. E’ raccomandabile, sostengono dall’ARPA Puglia, visti gli eventi verificati nel corso del 2020, continuarne il monitoraggio, sia perché questo inquinante è il tracciante di determinati processi produttivi, sia per valutarne le concentrazioni in possibili eventi incidentali.

Per l’Ozono, come negli anni precedenti, anche nel 2021 valori elevati sono stati registrati sull’intero territorio regionale. Il valore obiettivo (pari a 120 μg/m3) è stato superato per 22 volte solo a Talsano (valore inferiore alla soglia massima consentita), con trend in diminuzione rispetto ai due anni precedenti.

L’idrogeno solforato, o H2S, non rientra fra gli inquinanti normati dal D.Lgs. n.155/2010. Per tale sostanza, il valore assunto come soglia olfattiva è pari a 7μg/m3, poiché a tale concentrazione la totalità dei soggetti esposti ne distingue l’odore caratteristico. Nel corso degli anni, gli strumenti di misura dell’H2S installati nelle centraline fisse di monitoraggio della qualità dell’aria siti a Taranto nel quartiere Tamburi, denominati “Via Archimede” e “Tamburi-Via Orsini”, hanno registrato valori (orari e al minuto) utili per descrivere gli impatti sul quartiere della città più vicino all’area industriale di diversi eventi odorigeni verificati nel corso dell’anno. In concomitanza a tali eventi, in merito ai quali ARPA ha già singolarmente relazionato (https://www.arpa.puglia.it/pagina3077_report-eventi- accidentali.html), i venti prevalenti (DV) provenivano dalla zona industriale.

La media annua più elevata di H2S nel 2021, pari a 1,8 μg/m3 risultava essere stata quella registrata in Via Archimede. Nello stesso sito, nel 2020 risultava pari a 2,2 μg/m3. Nel 2021 non si osservano significative variazioni dei livelli medi mensili di idrogeno solforato rispetto a quelli che erano stati registrati negli anni precedenti. Nel corso dell’anno 2020, numerosi picchi orari superiori alla soglia olfattiva erano stati misurati nel I trimestre. Anche nell’anno 2021, numerosi picchi orari superiori alla soglia olfattiva sono stati misurati nei mesi di febbraio e marzo.

I dati riferiti agli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) totali

Innanzitutto va ricordato che il parametro IPA totali in aria ambiente non è normatoNel triennio 2019-2021 la media annua più elevata, ogni anno, è stata registrata in Tamburi-Via Orsini (rete ADI). In linea generale, nel corso dell’anno 2021, i valori più alti si osservano nei mesi gennaio-febbraio, ottobre-dicembre. Nel 2021 si osservano valori medi annui confrontabili con quelli che erano stati registrati nel 2020 in tutte le centraline con l’eccezione di Via Machiavelli in cui si riscontra un aumento. I livelli di IPATOT a partire dal 2017 sono diminuiti in maniera significativa in Via Adige, mentre in Via Machiavelli si riscontra un incremento nel 2021 dopo una diminuzione negli anni 2019 e 2020.

Benzo(a)pirene

I valori medi annui riscontrati per il Benzo(a)pirene (analizzato sui campioni di PM10) nei cinque siti Machiavelli, Deledda, Talsano, Martina F. e Adige nel 2021 sono risultati inferiori al valore obiettivo previsto dal D.Lgs. n.155/2010 (1 ng/m3). La media annua del 2021 più elevata è quella registrata nei siti Deledda e Martina Franca (TA). In generale, le medie mensili più elevate sono state registrate nei mesi invernali (gennaio e dicembre), in analogia con quanto avvenuto negli anni precedenti.

Nel Comune di Taranto sono stati osservati livelli medi annui del 2021 in lieve rialzo rispetto al 2020 e 2019 in ogni sito ed in particolar modo nei siti di Taranto-Deledda e Taranto-Via Machiavelli.

Dal mese di ottobre 2021 si osservano incrementi apprezzabili della concentrazione mensile di B(a)P rispetto ai mesi precedenti. E’ emerso un significativo rialzo delle concentrazioni di B(a)P nei campioni dei pool mensili di dicembre 2021 dei soli siti posti ai Tamburi, Deledda e Machiavelli, con valori medi mensili superiori a 1 ng/m3, tale condizione non si registrava dal 2012.

Il dato sui Metalli pesanti

Ai sensi del D.Lgs. n.155/2010, sono determinati sui filtri di PM10 campionati nelle stazioni site in Via Machiavelli (RRQA), Via Alto Adige (RRQA), presso la Scuola Deledda a Tamburi, a Taranto- Talsano (RRQA) e a Martina Franca (RRQA). Non si sono rilevati livelli critici di metalli normati sin dall’inizio delle attività di speciazione del PM10. I valori medi annuali sono risultati sempre inferiori ai valori obiettivo/limite previsti dal D.L.gs. n.155/2010 per l’arsenico, il cadmio, il nichel ed il piombo, oltre che confrontabili tra loro. I valori mensili di concentrazione nei siti posti al quartiere Tamburi, Deledda e Machiavelli, sono risultati inferiori ai valori obiettivo. Le concentrazioni medie annuali dei metalli riscontrate nelle centraline nell’ultimo triennio sono risultate costanti.

Infine, nella relazione di ARPA Puglia, viene ricordato come tenuto presente che il rispetto dei limiti di qualità dell’aria previsti dalla normativa italiana (D.Lgs. n.155/2010), recepimento di analoga normativa europea, sia per quanto riguarda il limite giornaliero del PM10 che quello annuale, i limiti per il benzo(a)pirene e i metalli nel PM10, è riferito esclusivamente alla valutazione di aspetti di carattere ambientale. La presente relazione non contiene elementi di valutazioni di carattere sanitario, che restano di competenza delle Aziende Sanitarie Locali

Resta un dato di fatto incontrovertibile, anzi due: da un lato, da anni, si registra un miglioramento costante della qualità dell’aria, che come certificato dalla stessa ARPA Puglia è correlato ad una diminuzione dell’attività produttiva del siderurgico e alle attività di attuazione delle prescrizioni del Piano Ambientale (aspetto che viene ancora oggi increbilmente negato da parte di alcuni partiti politici e della gran parte della società civile ambientalista e non). Allo stesso tempo però, stante il fatto che lo stesso non è stato ancora del tutto attuato (lo sarà, secondo le previsioni e quanto stabilito dalla legge entro il 23 agosto 2023), permangono delle criticità legate in particolar modo al benzene e come vedremo alla diossina (molte più contenute quelle sul benzoapirene), che sono inevitabilmente derivanti dal fatto che sia nell’area cokeria che nel reparto agglomerato restano da attuare delle prescrizioni. Resta da vedere se basterà l’attuazione delle prescrizioni in corso d’opera per eliminare del tutto tali criticità oppure bisognerà ricorrere ad ulteriori interventi migliorativi.

Tutto questo discorso, ovviamente, esula dal processo di decarbonizzazione che dovrà portare, si spera concretamente e nel più breve tempo possiibile, ad una drastica riduzione dell’utilizzo del carbone nell’attività produttiva del siderurgico nei prossimi anni. Con il passaggio ai forni elettrici e al preridotto e poi chissà all’idrogeno. Ammesso e non concesso che tutto questo si realizzerà effettivamente. O non resterà nel libro dei progetti e dei sogni irrealizzati e/o irrealizzabili.

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