Tessitura, una vertenza anche politica
L'azienda Motion in corsa anche per Termini Imerese. E quello che accade a Roma non aiuta
Corriere di Taranto
GIANMARIO LEONE
PUBBLICATO IL 18 LUGLIO 2022,
C’è preoccupazione tra i lavoratori della Tessitura di Mottola srl in liquidazione del gruppo Albini. E d’altronde, a guardare gli ultimi eventi, non potrebbe essere altrimenti.
Martedì 12 luglio era infatti in programma la riunione della task force regionale per l’occupazione, per fare il punto della situazione sul progetto di reindustrializzazione del sito, incontro già rinviato una prima volta lo scorso 29 giugno. Ma alla vigilia del vertice in Regione, le società Tessitura e Motionitalia srl hanno inviato una nota cogiunta a tutti gli attori interessati dalla vertenza, per richiedere un ulteriore rinvio. Alla base della richiesta di rinvio “consentire alle parti di negoziare alcune condizioni essenziali relative al processo di reindustrializzazione del sito”. Le due società ritengono infatti che l’incontro in Regione si debba tenere “solo a seguito del perfezionamento delle intese tre le parti che auspicabilmente dovrebbe avvenire nei prossimi giorni“.
Una vertenza a ‘cinque stelle’
Dunque, c’è ancora da attendere. Quanto non si sa. Anche visto e considerato ciò che sta accadendo in queste ore a Roma. Perché è chiaro che qualora il governo Draghi cadesse, è pressochè certo che i tanti tavoli aperti presso il ministero dello Sviluppo econoomico resteranno impantanati sino al prossimo governo in carica che non dovrebbe insediarsi prima dell’inizio di novembre. Ed anche qualora Draghi restasse in sella, bisognerebbe vedere con quale maggioranza e se eventualmente il Movimento 5 Stelle ne farà ancora parte.
Scriviamo tutto ciò perché come i lettori più attenti ricorderanno, la vertenza Tessitura di Mottola da diversi mesi a questa parte è diventata anche una vertenza ‘politica’. Lo scorso 18 maggio, il viceministro del ministero dello Sviluppo economico Alessandra Todde (Movimento 5 Stelle), scese nel paese del versante occidentale della provincia ionica in vista delle elezioni amministrative (che proprio a Mottola vedevano il sindaco uscente del Movimento 5 Stelle Giampiero Barulli in corsa per il secondo mandato, poi ottenuto al ballottaggio). Con lei c’erano il senatore Mario Turco, vicepresidente del Movimento, braccio destro dell’ex premier Conte e ritenuto oramai il capo del Movimento in terra ionica e l’onorevole Leonardo Donno. In quell’occasione, davanti ai lavoratori della Tessitura di Mottola del gruppo Albini, alla presenza dei sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil, Uiltec Uil ed Ugl Chimici, la viceministro confermò le interlocuzioni in corso tra la Motion e il gruppo Albini per addivenire in tempi stretti ad un accordo per la cessione dello stabilimento.
Una volta stipulato l’eventuale accordo (ricordiamo che il gruppo Albini di Bergamo chiede 5 milioni di euro per cedere il capannone), secondo le previsioni enunciate quel giorno, era previsto per luglio il deposito del contratto di sviluppo con il piano industriale per la reindustrializzazione del sito di Mottola. Piano industriale che sarà ovviamente presentato e discusso con le organizzazioni sindacali in un apposito incontro che si terrà presso il ministero dello Sviluppo economico a Roma. Qualora tutto andasse in porto nei tempi previsti, si passerebbe poi dagli uffici della Regione Puglia, che ha dichiarato la sua disponibilità per formare i lavoratori in relazione a quelle che saranno le nuove attività che saranno chiamati a svolgere.
Ma dallo scorso maggio, sulla vertenza è calato il silenzio. Tra l’altro, non si può non notare come i due politici su nominati, ovvero il senatore Turco e il viceministro Todde, secondo fonti romane paiono essere su posizioni non proprio combacianti sul da farsi in quel di Roma. Il senatore tarantino è un fedelissimo del presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte (anche se rumors lo danno come contrario all’uscita dal governo), mentre la Todde in queste ore ha smentito pubblicamente le sue intenzioni di lasciare il Movimento 5 Stelle pur essendo tra i pontieri delle due ali del Movimento in contrapposizione in queste ore, ovvero i governisti da un lato (il gruppo della Camera) e l’ala più dura dall’altro (il gruppo del Senato).
Non il massimo dunque per lavoratori e sindacati di categoria, che vorrebbero ricevere quanto prima risposte chiare e concrete sul futuro. I 114 lavoratori coinvolti dalla vertenza, al temine della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività (che scadrà il 28 ottobre), qualora non ci dovessero essere importanti novità per la risoluzione della vertenza, ed eventualmente una al momento difficile proroga della Cigs, sono attesi dalla NASPI, ovvero la procedura di indennità per la disoccupazione che spetta ai lavoratori che hanno perso il lavoro non per loro responsabilità: procedimento che ha un periodo di copertura massima pari a due anni. Inoltre, questi lavoratori, come sottolineato oggi dai sindacati, in particolare dalla Filctem Cgil, sono troppo giovani per andare in pensione ma troppo grandi per essere facilmente ricollocati nel mondo del lavoro qualora la vertenza finisse su un binario morto.
Il Business Plan della Motion
Certo è che lo scorso 31 maggio, la Motion Spa, multinazionale di Forlì che produce la componentistica in due impianti in Vietnam e in Cina e che ha deciso di aprire un nuovo sito industriale in Italia, ha presentato ufficialmente al MiSE (inviandola al dr. Stefano D’Addona che è il Capo della Segreteria Tecnica del Sottosegretario Todde) la manifestazione d’interesse per il sito di Mottola.
Nella quale ha quantificato l’investimento triennale in 30 milioni di euro (di cui il 40% dell’importo è stato chiesto sia a copertura statale, si mira ad ottenere i contributi previsti dalle misure Industria 4.0 e Bonus Sud) utili a creare in Italia il primo stabilimento per la produzione di componenti elettromeccanici ed elettronici destinati a rifornire le aziende che realizzano poltrone e divani. L’interesse della Motion non era e non è affatto casuale, visto che la stessa è un importante fornitrice del gruppo Natuzzi (che proprio tra Matera, Ginosa e Altamura ha il suo centro produttivo) e che la stessa Motion abbia una sua sede commerciale ad Altamura. Oltre al fatto che il sito è molto vicino ad infrastrutture importanti come il porto di Taranto, l’Autostrada A-14 e lo scalo merci-ferroviario.
Il business plan 2022/2026 presentato al MiSE prevede l’eventuale partenza produttiva con due turni già nell’ultimo trimestre del 2024 (Mottola è stata scelta come prima possibilità di investimento anche per il fatto di possedere una manodopera abituata alle lavorazioni in turni) per un’occupazione totale che dovrebbe vedere impiegate ben 282 unità. Quindi ben oltre le attuali 114. Il capannone dell’ex Tessitura andrà però ampliato per consentire la realizzazione di tutta l’attività produttiva prevista. Dunque in una prima fase verrebbe importato dai siti presenti in Cina e Vietnam un semilavorato per ultimare la produzione a Mottola. In una seconda fase, con lo stabilimento allargato e le nuove stampatrici il sito di Mottola diventerebbe indipendente da un punto di vista produttivo. Tanto da farlo diventare il più grande produttore europeo maccatronico per la componentistica di letti e divani (quindi produzioni meccaniche di letti e divani da una parte e produzioni di reti letto per divani e materassi). Il tutto sarebbe gestito da una new.co partecipata al 100% dalla Motion Spa.
L’azienda ha quindi chiesto al MiSE, all’interno della manifestazione d’interesse, oltre ad un aiuto economico, la piena e totale collaborazione delle autorità locali, l’impegno della Regione Puglia nell’aiuto al reperimento delle risorse per la riuscita del progetto, nonché la disponibilità di mezzi pubblici per lo spostamento dei lavoratori e il loro percorso di formazione, oltre ad auspicare la creazione sul territorio di un istituto di formazione specifico per formare i lavoratori del domani, dando ampio spazio al settore Ricerca & Sviluppo.
Infine, cosa non da poco, quello di Mottola non è l’unico sito su cui la Motion ha messo gli occhi (come scrivemmo diversi mesi fa). Infatti, lo stesso business plan presentato per Mottola, risulterebbre essere stato avanzato anche la reindustrializzazione di una parte del sito di Termini Imerese ex Blutec. La Motion farebbe infatti parte di una cordata industriale che a fine giugno ha presentato uno studio di fattibilità per rilevare l’area e i capannoni della ex Blutec, al momento in amministrazione straordinaria. Ne fanno parte due aziende straniere la ‘Shapran Group‘ Llc e ‘BrovaryAluminium Plant’ Llc che producono meccanica di precisione e alluminio. C’è poi la Comal SpA è una società attiva nel settore dell’impiantistica per la produzione di energia da fonte solare ed infine la stessa Motion che ha previsto di entrare in possesso dell’area entro il mese di luglio 2022, partendo con parte della produzione il primo gennaio 2023.
In totale il progetto, coordinato dal Polo Meccatronica Valley dell’incubatore Termini Imerese, prevede un investimento di oltre 100 milioni di euro per il rilancio dell’area ex Blutec e il restyling dei capannoni con la previsione di oltre 900 posti di lavoro. Gli investitori hanno dato la propria disponibilità ad assorbire gli ex lavoratori Blutec e quelli dell’indotto; per l’eventuale reskilling è previsto un piano affidato a Gi Group Spa, multinazionale del lavoro.
E’ molto probabile dunque che già dalla prossima settimana si conoscerà qualcosa in più di questa vertenza. Che ha bisogno di chiarezza e di certezze. Il prima possibile. Staremo a vedere.
Nessun commento:
Posta un commento