Ennesimo incontro interlocutorio tra i sindacati e la società terminalisfta Yilport
Ancora un incontro interlocutorio che non chiarisce quale sarà il futuro del Molo Polisettoriale del porto di Taranto, dopo l’incontro dello scorso 6 ottobre, quello di ieri tra i sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti di Taranto e la società San Cataldo Container Terminal (SCCT).Stando a quanto trapelato al termine della riunione tra le parti, la società ha confermato ancora una volta la volontà di onorare il rispetto degli impegni assunti in termini di movimentazioni e occupazione e per questo motivo starebbe portando avanti una massiccia operazione di marketing. Da queste attività di ricerca sul mercato sarebbero già emerse interessanti interlocuzioni che si spera si possano finalizzare nel breve periodo, con due compagnie i cui nomi al momento non sono stati rivelati. Sul fronte occupazionale è stata confermata l’assunzione di altre 40 unità dal bacino dell’Agenzia per il Lavoro Portuale dove sono collocati in cigs i lavoratori ex TCT, portando il numero totale degli assunti a 170 visti gli attuali 130 riassunti dal 2019 ad oggi. Così come sono stati confermati gli ulteriori interventi di revamping alle attrezzature del porto dopo quelli già effettuati (oltre al collegamento ferroviario fra lo scalo ionico e la rete nazionale).
L’azienda si è però riservata di fornire ulteriori dettagli in tal senso ad oggi riservati in attesa di fornire ogni informazione all’interno della risposta formale che SCCT produrrà alla diffida della AdSP. Per questo la società ha rinviato le organizzazioni sindacali ad un prossimo incontro in caso novità significative.
Così come avvenuto lo scorso 6 ottobre, non ci sono state novità rilevanti in merito alle prospettive del traffico container. I cui numeri continuano ad essere ridotti al lumicino come riportano gli ultimi dati che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi.
Il terzo trimestre 2022 ha registrato un forte calo pari al 34,0% con 3,40 milioni di tonnellate di carichi rispetto a 5,15 milionidi tonnellate nel medesimo periodo del 2021.
Un dato ancor più negativo se confrontato con il terzo trimestre del 2020, rispetto al quale rappresenta un calo del -20,6% quando la pandemia di Covid-19 aveva già iniziato ad avere un impatto significativo sull’economia mondiale e sulle attività portuali. Un calo del -2,0% sul terzo trimestre del 2019 quando invece la crisi pandemica non era ancora iniziata.
Il primo semestre si era invece chiuso con un -9,5% rispetto al primo semestre 2021.
Va infatti ricordato che lo scorso 30 maggio il Comitato di Gestione dell’Autorità Portuale di Sistema del Mar Ionio, in merito all’istruttoria aperta sul dossier prodotto dalla società San Cataldo Container Terminal (SCCT), ritenne parzialmente giustificato il mancato rispetto del piano industriale relativo ai primi due anni, ma pur prendendo atto del nuovo piano biennale presentato nelle settimane precedenti, decise di non approvarlo. In quell’occasione il Comitato di Gestione dette mandato al presidente dell’Autorità di Sistema del Mar Ionio (ASdMI) Sergio Prete, di inviare una comunicazione ufficiale alla San Cataldo Container Terminal con la quale si comunicava che ilivelli di traffico sarebbero dovuti essere pari al minimo garantito per i primi due anni di concessione, pari a 105.000 Teu il primo anno e 245.000 il secondo, ricordando inoltre che gli stessi sono svincolati dall’effettuazione dei lavori previsti per il dragaggio dei fondali, da portare a -16,50 metri (per consentire l’approdo delle porta container con un pescaggio più profondo). Concedendo una proroga di 24 mesi per quanto riguarda il completamento dei lavori di ristrutturazione del terminal, che però dovranno valere contemporaneamente anche per quanto riguarda le opere pubbliche in essere, a partire proprio dal dragaggio (visto che la SCCT aveva rappresentato come tra le motivazioni del mancato raggiungimento degli obiettivi del piano industriale presentato a settembre 2020, vi fosse anche il ritardo sui dragaggi).
Ma come più volte ribadito negli ultimi mesi, adesso è il momento dei fatti concreti di un piano industriale realistico e credibile: sarà la volta buona? Staremo a vedere. Detto ciò non è escluso che se al massimo entro l’inizio dell’anno prossimo non ci dovessero essere novità rilevanti e impegni precisi, la concessione ottenuta nel 2019 della dutata di 49 anni non possa essere messa nuovamente in discussione.
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