domenica 6 novembre 2022

Lunedì i padroni vogliono sgomberare il presidio degli operai Gkn per svuotare la fabbrica dei macchinari. Questo non può succedere!

La fabbrica è prima di tutto degli operai che per anni hanno lavorato, e che lottano da quasi un anno e mezzo per riaprirla, per difendere il lavoro. Ora i padroni che hanno fatto profitti sul lavoro/sfruttamento degli operai possono tranquillamente (ma sicuramente con l'aiuto delle forze dell'ordine) andarsene e portarsi via tutti i macchinari, i beni che sono stati sudore e sangue per gli operai, senza che neanche hanno una mezza sanzione dal governo. 

Questa operazione è la stessa che si preparano a fare nei prossimi giorni alla Tessitura di Mottola, in questo caso anche con tanto di accordo dei sindacati confederali tutti, che hanno garantito che durante questo svuotamento di impianti (acquistati anche con soldi pubblici dello Stato) non faranno alcuna azione che lo possa impedire.

Noi diamo tutta la nostra solidarietà agli operai della Gkn, e auspichiamo che qualcosa di diverso domani avvenga...

Invitiamo gli operai di Taranto a far sentire la loro vicinanza alla Gkn.

SLAI COBAS per ilsindacato di classe 

Taranto 

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Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

 
7 novembre, dalle h 8.00 chi può, qua. A sentire che rumore fa la dignità. L’assemblea dei lavoratori invita tutte le realtà sociali, sindacali e politiche solidali alla lotta Gkn ad essere presenti, nelle forme e modi possibili, lunedì 7 novembre a partire dalle h 8.00 di mattina di fronte allo stabilimento Gkn, via Fratelli Cervi 1, Campi Bisenzio.

Alla fine è arrivato l'attacco più duro e frontale che questo presidio ha subito dal 9 luglio 2021. Con una mail oggi VENERDI' alle h 15.55 l'azienda ha comunicato l'arrivo dei camion LUNEDI MATTINA ALLE 8.00 per quello che è, a nostro parere, a tutti gli effetti l'inizio dello svuotamento dello stabilimento. E' evidentemente una operazione preparata da tempo, una escalation studiata a tavolino, probabilmente su diretto suggerimento di Confindustria e cogliendo l'assist del Governo del "made in Italy".

Melrose non aveva mai osato tanto. E probabilmente è ancora Melrose che comanda e che viene a completare la delocalizzazione.
Questa forzatura avviene perché l'azienda non ha in mano nulla. Non ha la cassa integrazione approvata dall'Inps, non ha nessun piano industriale, non ha brevetti, non ha consorzi, veri o presunti, non ha

accordi commerciali, non ha probabilmente una linea di credito approvata dalle Banche per gli investimenti, non ha credibilità, ha venduto fumo e chiacchiere per dieci mesi, ha disatteso l'accordo quadro e può quindi usare solo la forza della provocazione, in spregio ad un intero territorio.

Abbiamo teso la mano per metterci al lavoro, attraverso i nostri stessi progetti industriali. Il 2 novembre è stato proposto all'azienda di mettere a disposizione lo stabilimento dei progetti industriali, delle attività di soggetti pubblici, privati o delle forme associative e del cooperativismo produttivo del territorio. Il 3 al Mise è stato proposto una governance pubblica. Borgomeo ha rifiutato. Ed ha rifiutato perché probabilmente il suo compito non è portare lavoro, ma svuotare lo stabilimento.

Siamo alla vendita del ferro a rottame. Altro che piano industriale. Le aziende appaltatrici che verranno a fare questa operazione di smantellamento devono sapere di essere state tirate nel mezzo a una vera e propria provocazione di natura sociale.
Che forma ha la dignità lunedì mattina alle 8.00? Pensiamoci bene. #insorgiamo

 

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