mercoledì 1 febbraio 2023

Un'assemblea a Lecce alla Casa del popolo 'Silvia Picci' per Alfredo Cospito, contro 41bis. L'intervento della compagna di Taranto per Soccorso rosso proletario. VENERDI' PRESIDIO AL TRIBUNALE

VENERDI' DALLE ORE 9,30 PRESIDIO AUTOCONVOCATO AL TRIBUNALE DI TARANTO. FACCIAMO APPELLO A TUTTI A PARTECIPARE

Lunedi' si è tenuta un'assemblea a Lecce organizzata dalla Casa del popolo. con l'intervento dell'avv. Gianluca Vitale, legele del collegio di difesa degli imputati del processo "Scripta Manent" e la compagna di Taranto, Margherita Calderazzi, per il Soccorso rosso proletario. Dopo la presentazione e questi due interventi vi sono state domande all'Avv. Vitale, altri interventi, dibattito.

RIPORTIAMO QUI L'INTERVENTO DELLA COMPAGNA DI TARANTO

Sono dello Slai cobas sc e lo Slai cobas sostiene ed è parte di un organismo creato qualche tempo fa, il Soccorso rosso proletario che porta avanti una battaglia di solidarieta’ e sostegno alle lotte contro la repressione dello Stato, in particolare verso i prigionieri politici.

Sono, purtroppo, diventata un po' “esperta” del 41bis, perchè da un po' di anni, dal 2015 abbiamo cominciato a fare una campagna continua e via via estesa per Nadia Lioce che è una delle poche prigioniere politici in 41bis, tra l’altro unica donna che sta in 41bis da 18 anni. Abbiamo fatto una serie di iniziative, presidi a L’Aquila dove è detenuta Nadia Lioce, manifestazioni, abbiamo portato la questione Nadia Lioce nelle manifestazioni nazionali, in particolare quelle delle donne nel 25 novembre a Roma, ecc.; per questo 31 compagni e compagne sono stati denunciati per aver fatto questi presidi e iniziative e tuttora è in corso il processo.

Però c’è stata una questione. Nadia Lioce per poter avere un minimo di voce in un periodo aveva fatto delle battute con una bottiglietta di plastica sulle inferriate della sua cella, per questo era stata processata. A questo processo noi insieme ad altri abbiamo fatto costanti iniziative di protesta, estendendo la mobilitazione anche verso l’area di democratici, avvocati; abbiamo raccolto firme davanti ai Tribunali dicendo che Nadia Lioce era brigatista, che rivendica il fatto di essere delle BR, ma sta da tantissimi anni nel 41bis senza che abbia oggettivamente possibilita’ di interloquire o avere influenza sull’organizzazione esterna dato che, come diceva anche l’Avv. Vitale, questa organizzazione delle BR ormai non c’è più da un po' di anni.

Secondo noi la solidarieta’ è stata importante. E qui in parte comincio a rispondere all’interrogativo che la compagna che ha introdotto questa assemblea poneva prima: noi che facciamo? In quell’occasione abbiamo visto che noi non accettando i divieti che la

polizia imponeva, per es. di non fare presidi davanti al carcere de L’Aquila, entrando nel Tribunale, la solidarieta’ ha pesato; quanto meno questo processo non è finito con una ulteriore condanna; certo stiamo parlando di “ulteriore condanna” quando ancora Nadia Lioce sta nel 41bis e per lei si tratta di un ergastolo a vita, ma volevano ulteriormente appesantire la sua condizione. Non ci sono riusciti.

Questo ci deve dare forza e fiducia. Sembra, e qui vengo ad Alfredo Cospito, per come stanno trattando la situazione di Alfredo, per l’accanimento da vendetta che lo Stato, il governo stanno facendo, per le recenti dichiarazioni della Meloni, sembra che non ci sia alcuna possibilita’ che Alfredo esca dal 41bis. Questo noi non lo accettiamo!

Noi pensiamo che sono importanti le iniziative, di ogni genere e tipo, e qui ognuno è bene che faccia quello che può fare e che è anche in sintonia con la propria ideologia, politica, pratica, dalle azioni che stanno facendo gli anarchici, come alle prese di posizioni, denunce, schieramenti che vengono fatti, per es ultimamente anche alcuni artisti, come prima avvocati, alcuni intellettuali, ecc., ai presidi, manifestazioni, ecc.

Perchè questa è la strada che noi dobbiamo continuare ed estendere, portandola avanti in maniera articolata, perchè ogni azione, da una raccolta firma ad un’azione più pesante serve.

Noi su questo negli anni passati abbiamo fatto anche un’altra esperienza. Anni fa c’era un compagno che aveva lanciato una bombetta verso una Base militare, aveva solo annerito il muro ma era stato condannato a decine, decine di anni, la campagna che fu fatta in quel caso, molto estesa, senza rassegnarsi di fronte alle difficolta’ portò alla liberazione del compagno.


Venendo alla vicenda di Alfredo Cospito, noi abbiamo chiamatoil 41bis “tortura bianca”. Si tratta di una tortura che ha l’unico scopo di vendetta verso coloro che non si pentono, non collaborano con lo Stato, anzi rivendicano la loro militanza rivoluzionaria, e questo Alfredo Cospito lo fa.

Una vendetta verso compagni che lanciano oggettivamente e soggettivamente un messaggio, di lottare contro la repressione dello Stato, di non cedere, di perseguire questa battaglia.

A Taranto, in cui abbiamo cominciato a fare delle iniziative, anche mettendo striscioni, e facendo scritte al carcere e al tribunale e nei prossimi giorni ne faremo altre, stiamo dicendo insieme a; “Fuori Alfredo Cospito dal 41bs. No all’ergastolo ostativo”, “salvare la sua vita e la sua identita’ politica”. Io voglio sottolineare questa ultima frase: la sua identita’ politica”, perchè come dice anche la lettera di Cospito: la vita non ha senso in questa tomba dei vivi.

Quindi la sua identita’ politica. Ora, noi non siamo anarchici e abbiamo rilevanti differenze in termini ideologici, politici, strategici, di prospettiva con gli anarchici. Ma il problema ora non è questo. Il problema è l’identita’ politica che lo Stato borghese vuole cancellare e colpire.

In questo senso aggiungo a quello che denunciava Vitale sulla questione giudiziaria, che questa di Cospito è una questione politica. E perchè quindi è giusto che la solidarieta’ sia solidarieta’ anche all’identita’ politica rivoluzionaria di Alfredo Cospito.

Perchè è lo Stato che la mette sul piano politico, non avrebbe senso se non fosse politica. Ormai la tortura, il 41bis non hanno alcun rapporto con il reato in sé: che rapporto c’è tra il fatto che ha annerito un muro e il fine vita? che rapporto c’è tra il “legame, influenza verso l’esterno” di Cospito e il regime del 41bis? Nulla! Lo stiamo vedendo in questi giorni: gli anarchici stanno facendo varie azioni senza che Alfredo li influenzi; poi uno può avere un giudizio positivo o negativo, ma lo stanno facendo. Il problema che il legame con l’esterno lo sta più creando l’azione della magistratura, del governo, dello Stato che Alfredo Cospito.

Quindi se ormai non c’è più il legame con il reato, effettivamente emerge che l’unico scopo è politico. “Tagliare” le teste dei rivoluzionari, dei detenuti politici, perchè per il solo fatto di portare avanti la loro battaglia, alludono alla questione che questo Stato deve essere rovesciato, alludono al fatto che lo Stato non può essere rovesciato con le parole ma con la lotta armata, di massa. Quindi, per il solo fatto che si allude, bene o male, a questa verita’, allora deve essere messo a tacere in una tomba. Perchè questo sia un messaggio sia dentro le carceri che fuori.

Certo la questione Alfredo Cospito non nasce con il governo Meloni, però ora viene fino in fondo presa in mano dal governo Meloni. Nel senso che oggi bisogna impedire che ci siano lotte che vadano anche al di la’ delle esigenze concrete, quotidiane, immediati, concrete, che pongano il problema del potere, di quale potere, se questo potere può o non può essere migliorato, riformato, perchè è un potere della classe dominante che non ha il diritto di esistere. E oggi c’è una situazione oggettiva che pone sempre più questa questione, perchè non solo c’è la crisi, ora c’è la guerra, e le cose stanno cambiando rapidamente; e in un certo senso questo, sul fronte sia delle esigenze quotidiane di lavoro, di salario, di non avere carovita, di diritti elementari, sia dei diritti più generali, alla democrazia, diritti degli immigrati, delle donne, alla sanita’, alla scuola, ecc., crea un malessere sempre più pesante tra i lavoratori, tra le masse popolari.

In questa situazione si deve togliere di mezzo chi vuole dare una prospettiva a questo forte malessere.

Vi leggo un stralcio uscito qualche giorno fa, in cui l’avvocatessa di Nadia Lioce, Caterina Calia, riprende quanto scritto in un provvedimento che confermava il 41bis per Nadia: “Vanno valutate con la massima prudenza le temporanee escluse del fenomeno brigatista che suggeriscono di non escludere l possibilita' di una ripresa della lotta armata nel medio e lungo periodo, anche in considerazione di un panorama complessivo di scontri sociali, di un sempre crescente divario di condizioni di vita e di scarse occasioni di lavoro"

E lo dite voi...! E noi che dobbiamo dire? Ebbene si’. Il problema è che la situazione sta peggiorando e ora sta anche la guerra, c’è la partecipazione alla guerra dell’Italia che vuole essere in prima fila.

Questo può essere un terreno in cui possono svilupparsi non solo lotte sindacali, ma lotte più accese, più dure e queste lotte si possono poi incontrare con i rivoluzionari, i comunisti o anarchici che pongono il problema di una lotta più generale, di una lotta per farla finita realmente con una situazione cosi’ barbara.

Ricordo che tempo fa in una lunga intervista fatta a Vitale, ad un certo punto si faceva il discorso che l’azione della Magistratura, l’azione repressiva è interna alla lotta di classe, alla guerra di classe. Allora se è interna alla lotta di classe, contano i rapporti di forza.

Negli anni ‘70 la stessa Magistratura o perchè si convinceva o perchè aveva paura andava un po' più calma, o quantomeno vi era una spaccatura, tra chi voleva anche allora condannare a vita i rivoluzionari e chi invece capiva che dietro quelle lotte c’era una condizione di profonda ingiustizia, diseguaglianza, di profondo attacco ai diritti.

Allora anche la Magistratura viene influenzata dai rapporti di forza.

Oggi chiaramente i rapporti di forza in generale, soprattutto per quanto riguarda la condizione dei lavoratori, dei lavoratrici, delle donne, dei giovani, non sono buoni, c’è una condizione di difesa, anche quando ci sono le lotte non riusciamo a strappare effettivi risultato né riusciamo a conquistare posizioni di forza rispetto al governo, lo Stato.

Quindi il problema di come continuare, come impedire che Alfredo continui a stare in 41bis o anche peggio, di come possiamo impedire che ci sia per altri compagni questa tortura bianca, da parte nostra si tratta di essere tenaci per estendere questa battaglia, per strappare risultati concreti e chiamare tutti a metterci la faccia, metterci il cuore, metterci la testa, ma nello stesso tempo dobbiamo cambiare i rapporti di forza.

Noi vogliamo portare la condizione dei detenuti politici agli operai, alle fabbriche, e vi posso dire che quando l’abbiamo fatto un po' di anni fa per le torture ad alcuni brigatisti, fatte allora anche bruciando le sigarette sul corpo, uno per tutti, Cesare Di Lenardo, gli operai ci stavano a sentire, interessati, solidali. Noi l’abbiamo portato agli operai dell’Ilva di Taranto e abbiamo detto che era una questione che toccava anche loro.

Anche ora stiamo cominciando a portare la vicenda di Cospito alla fabbrica, dicendo agli operai: guarda che di te stanno parlando, quindi ti devi occupare di questo, tocca te.

Si sta parlando che l’applicazione del 41bis è anche una violazione della Costituzione, ma il governo sta parlando in questi giorni di cambiare, stravolgere la Costituzione, Meloni ha detto che vuole introdurre il presidenzialismo o semi presidenzialismo, e in un prossimo futuro sicuramente vorranno cambiare gli articoli fondamentali, quelli sull’antifascismo, antirazzismo. Noi stiamo denunciando che questi violano le loro stesse leggi, la Costituzione, ma intanto la stanno cambiando.

Per esempio quello che vuole fare Nordio è gravissimo, ma intanto lo sta facendo, e non si vede quella reazione contro che sarebbe necessaria. La questione delle intercettazioni telefoniche è grave, lo vogliono togliere, perchè li devono garantire, ai politici corrotti, ai fascisti che hanno dentro il parlamento e le principali istituzioni, alla criminalita’ legale. Questi non devono essere controllati, le intercettazioni vanno fatte solo ai mafiosi e ai “terroristi”, poi stiamo vedendo che cosa si intende per “terrorismo” per cui basta buttare una bombetta... evidentemente abbiamo un vocabolario diverso.

Quindi il nostro problema, anche per rispondere sul che fare, è di estendere a 360 gradi la mobilitazione per Cospito, dai democratici, ai lavoratori e a chi vuole fare iniziative più incisive; nello stesso tempo cominciare a cambiare i rapporti di forza, sia ora che soprattutto per il futuro.

Ma per avere rapporti di forza a nostro favore, in particolare tra i lavoratori, la questione importante è l’unita’ dei lavoratori, senza l’unita’ senza un‘organizzazione autonoma dal controllo e linea dei vertici sindacali confederali, se non c’è un’unita’ delle fabbriche in primis e poi con tutti i settori sociali che lottano, vogliono lottare, che hanno una condizione pesanti, è difficile cambiare i rapporti di forza.

Noi stiamo gia’ percorrendo questa strada, stiamo cercando di migliorare i rapporti di forza. Abbiamo convocato un’assemblea nazionale proletaria anticapitalista a Roma, in cui le varie lotte, soprattutto dei lavoratori, si uniscano. A questa assemblea voglio invitarvi ad esserci.

Se cominciamo ad essere in tanti, a metterci insieme, con il dibattito, la discussione, unendo le lotte, forse potremo salvare tanti “alfredo”.

 

Nessun commento:

Posta un commento