mercoledì 10 maggio 2023

Il lavoro in questa fase a Taranto di proletari comunisti e Slai cobas per il sindacato di classe - info

A Taranto vi è una fase positiva. 

Abbiamo allargato l’area organizzata dello Slai cobas, abbiamo consolidato il gruppo di compagni che opera sul piano politico e sindacle e rilanciato con forza in citta’ 

Ad Acciaierie d’Italia e appalto, nella fabbrica più grande d’Italia, abbiamo realizzato oltre che la presenza "ordinaria" riconosciuta e consolidata. in questa fabbrica esiste una presenza esterna di propaganda, agitazione, indicazione della nostra organizzazione , e al di la' della nostra ancora piccola realta' organizzata in fabbrica,  che è fattore di riferimento, di dibattito, e anche di scontro. Questo lo abbiamo verificato in tutto il ciclo di attivita’ che abbiamo fatto ma nello stesso tempo abbiamo fatto un salto in avanti. 
Gli striscioni sulla guerra sono presenti quasi all’interno della fabbrica. Il comizio fatto in occasione del 1 Maggio è stato un passo in avanti, siamo riusciti a portare ai lavoratori non solo le indicazioni sugli ultimi avvenimenti in fabbrica ma la linea generale nazionale e internazionale, con un discorso prolungato che ha abbracciato tutta le vicende politiche e ha avuto come riferimento il Dichiarazione internazionale fatta da Partiti e Organizzazioni comuniste marxiste leniniste maoiste di 4 continenti. Un comizio seguito da circa un centinaio di operai, con attenzione anche da un'altra parte dei lavoratori che intanto entravano in fabbrica.

Questo dimostra che più alziamo il tiro della propaganda, della agitazione, più riusciamo a parlare parecchio ai lavoratori, e meglio è per noi; più invece cerchiamo di "inseguirli" sui singoli problemi che hanno e meno abbiamo influenza, perchè noi non siamo attualmente in grado di avere una forza organizzata reale per trasformare in lotta quotidiana, sindacale e politica il lavoro che facciamo.
I lavoratori ascoltano da noi discorsi che nessuno fa che si misurano con la situazione nazionale, internazionale, con i contenuti generali delle politiche dei governi, degli Stati, espressioni delle classi dominanti; delle ricadute che queste politiche hanno non solo sulle condizioni di vita dei lavoratori, ma su tutti i proletari e le masse popolari. Il problema delle condizioni di vita è uno dei problemi, ma benchè principale non è il tutto, perchè il tutto sta nel far comprendere ai lavoratori da che dipendono queste condizioni di vita e quali sono le dinamiche che si muovono su tutto il resto.

Abbiamo, soprattutto sul piano cittadino, cominciato a riprendere nelle mani la mobilitazione politica con la campagna “Cospito’, condotta innanzitutto da noi aggregando di volta in volta le varie aree; abbiamo proposto e realizzato una serie continua di iniziative che hanno toccato il carcere, due volte il Tribunale, la Prefettura. Questo via via ha permesso che questa campagna fosse conosciuta in citta'; cosi’ come c'è stata la presenza di questa campagna alla fabbrica, benchè non vi sia stata una iniziativa specifica verso gli operai, questa presenza è stata importante, tenendo conto che questa iniziativa alla fabbrica è stata l'unica avvenuta in Italia.

La campagna ‘Cospito’ è stata poi capitalizzata nella costruzione della manifestazione del 25 aprile che abbiamo costruito sulla base della nostra proposta/appello, chiamando a raccolta tutte le aree in una assemblea preparativa per la definizione di cosa doveva essere e del suo valore politico in questa fase. Una manifestazione che è riuscita, con un buon clima unitario e combattivo interno.
Su questo molto ha pesato il fatto che abbiamo ristabilito in forme nuove il rapporto unitario con i giovani della Fgc, che ha avuto un ricambio di giovani attivi e in crescita politica. Questo ha aiutato la campagna 25 aprile. Cosi' come il ristabilimento del rapporto unitario con i compagni e compagne della ‘Casa occupata’ di Città Vecchia
Una manifestazione cittadina, questa del 25 aprile, che è riuscita a strappare alle forze istituzionali,  questa importante giornata; e perfino la stessa Anpi lo ha riconosciuto.
 
E su questa base che lavoriamo ora per uno sciopero unitario dei lavoratori a Taranto e per una nuova manifestazione cittadina contro la guerra e taranto come città di guerra voluta da padroni, Marina Militare e Istituzioni per il 2 giugno
 
i compagni e comapagne di taranto

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