Oggi delegazione dello Slai cobas Puglia/Basilicata da Taranto alla Stellantis di Melfi; volantinaggio sulla situazione, con indicazioni, confronto, inchiesta tra gli operai. (leggi di seguito il volantino diffuso).
L’accoglienza è stata buona, il volantinaggio ha raccolto molto interesse, alcuni lavoratori e lavoratrici si sono fermati, si sono fatti capannelli, e molto efficace è stato il comizio volante col megafono fatto da una compagna che tanti lavoratori e lavoratrici hanno seguito dall’inizio alla fine.
Alcuni operai dicevano che forse questo è il momento giusto per intervenire, sollecitare gli operai a muoversi a fronte del piano Stellantis. Abbiamo portato l’esempio della Stellantis di Pomigliano, dello sciopero dell’altro giorno tuttora in corso e i lavoratori si sono sentiti molto coinvolti da questo sciopero e c’erano alcuni che pensano che questa è la strada giusta.
Il punto chiave è che con la dichiarazione di “area di crisi industriale complessa” per il territorio di Melfi e Potenza è stato dato il la’ al processo di riduzione dell’occupazione, esuberi, continua cassintegrazione, esodi incentivati. Sono gia’ 1130 i lavoratori mandati via, ora si è deciso per altri 500 nel 2023.
E’ molto importante, è stato detto dallo Slai cobas sc, che i lavoratori comprendano che quando di parla di “area di crisi industriale complessa” comincia una via crucis che porta unicamente a licenziamenti, esuberi, cassintegrazione permanente e soprattutto si aumenta l’intensificazione dello sfruttamento degli operai all’interno che diventano una manodopera flessibile, ”dentro o fuori”, utile ai piani padronali, senza neanche la garanzia della stabilita’.
E’ l’ora che anche alla Stellantis di Melfi si contrasti questa linea. Linea che unisce i sindacati confederali. Sappiamo che i sindacati non sono tutti uguali, alcuni sono vicino alla voce del padrone, altri meno, però sulla sostanza tutti considerano che l’unica strada è quella del Tavolo di trattativa, del Tavolo regionale. Ma è proprio questi Tavoli che sanciscono questi tagli e danno mano libera ai padroni. E l’uso dei fondi regionali e statali viene indirizzato a piani di ammortizzatori sociali volti a ridurre l’occupazione.
Nessuna illusione, quindi. A Melfi è la transizione verso l’elettrico, all’ex Ilva di Taranto è l’ambientalizzazione, ma tutti sanno che sono processi che avvengono in tempi medio lunghi e voler governare questi processi, a Melfi come all'ex Ilva di Taranto, significa accettare la riduzione dell’occupazione, nonostante le promesse, significa nella sostanza favorire lo scaricamento sui lavoratori di questa situazione.
La Stellantis ha dichiarato che, nonostante una riduzione delle vendite, è stato un anno di utili, di ricavi in crescita, che il mercato dell’auto sta superando la crisi della fase precedente, e ciononostante i piani del padrone vanno solo in direzione della riduzione dell’occupazione.
E’ chiaro che questo si lega ad una situazione interna che peggiora quotidianamente, con condizioni di lavoro che diventano invivibili.
Su questo la riorganizzazione dei lavoratori, una lotta sindacale di classe autentica richiede l’autorganizzazione dei lavoratori.
Ci siamo stancati di proporre sigle sindacali, anche se noi siamo componente del sindacalismo di base e di classe, ma riteniamo che i lavoratori, le lavoratrici debbano prendere nelle proprie mani la lotta, attraverso la formazione di comitati, organismi di lotta; pensare ad esperienze del passato, come i “21 giorni a Melfi” che hanno davvero cambiato la faccia della fabbrica, almeno per un po' di tempo.
Si può dire che tra i lavoratori e le lavoratrici si comincia a respirare un’area più positiva, meno passiva, più attenta sia alle cose che diciamo, che alle cose da fare. In questo senso l’intervento di oggi a Melfi è in continuita’ con l’attivita’ che si sta facendo in altre fabbriche Stellantis, perchè in questa situazione la divisione degli operai dei diversi stabilimenti, il trasferimento degli operai da uno stabilimento all’altro diventano tutti mezzi per dividere ulteriormente i lavoratori sia a livello aziendale che a livello nazionale e anche internazionale, dato che i piani Stellantis in Italia sono parte dei piani Stellantis su scala internazionale.
Oggi la centralita’ delle fabbriche, la riattivazione del conflitto di classe in seno alle fabbriche, il rilancio dei processi di autorganizzazione del sindacalismo di base e di classe sono un punto fondamentale della ripresa generale del movimento di lotta dei lavoratori. Dire “facciamo come in Francia” senza pensare al ruolo che devono e possono svolgere le grandi fabbriche significa parlare a vuoto.
La Fiom si prepara a fare alla Stellantis di Melfi la prossima settimana attivi dei delegati e le assemblea coi lavoratori, ma leggendo il suo volantino le cose per cui chiama a fare le assemblee sono tali per cui non ci fanno intuire una possibilita’ che la Fiom sia il vettore della ripresa effettiva della lotta.
Certo, se i lavoratori usano anche queste assemblee per far sentire la loro voce, netta e chiara, la loro protesta per le condizioni di lavoro, i diritti negati, e la loro volonta’ di opporsi ai piani del padrone, non è un problema, ripetiamo, di sigle sindacali ma di lotta da fare, di forme organizzate e forme di lotta da mettere in campo.
IL VOLANTINO DIFFUSO ALLE DUE PORTINERIE STALLANTIS MELFI
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