Ex Ilva, la moglie di Morricella dopo le condanne: «Sentenza non rende giustizia»
01 Marzo 2024
Da GdM TARANTO - «Oggi dopo 9 anni si è concluso il processo per la morte di Ale con tre condanne. Sentenza che evidenzia la responsabilità di Ilva ma che non rende giustizia a un padre che non può più crescere le sue figlie, ad un fratello che non puoi più chiamare per essere aiutato, all’amico con cui non puoi più ridere ascoltando le avventure e le pazzie di quando eravate ragazzini, al compagno di squadra con il quale non puoi più litigare perché per fare gol trattiene la palla tra i piedi per tutta l’azione».
Natalia Luccarelli commenta così la sentenza di primo emessa dal tribunale di Taranto per la morte del marito, Alessandro Morricella il 35enne operaio Ilva investito da una fiammata l’8 giugno 2015 e deceduto pochi giorni dopo per le ferite riportate. Il giudice Federica Furio, al termine del processo di primo grado ha infatti condannato a 6 anni di carcere Ruggiero Cola, ex direttore della fabbrica e a 5 anni i dirigenti Vito Vitale e Salvatore Rizzo. I tre sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per 5 anni e dovranno risarcire le parti civili. Il giudice ha confermato il sequestro probatorio e condannato anche Ilva in As come responsabile civile.
Assolto invece per non aver commesso il fatto Massimo Rosini, all'epoca dei fatti direttore generale dell'ex Ilva in amministrazione straordinaria: per lui la procura aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione. Scagionati anche il capo turno di Morricella, Saverio Campidoglio, e il tecnico del campo di colata Domenico Catucci, perché secondo il giudice il fatto non costituisce reato.
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