Nessun passo indietro della giustizia ungherese: il Tribunale di Budapest ha negato i domiciliari ad Ilaria, significa che resterà in carcere, dove è reclusa già da tredici mesi, nelle condizioni che sappiamo e soprattutto senza alcuna condanna, solo una misura cautelare di carcere preventivo.
Ancora una volta Ilaria è stata portata in udienza in totale spregio dei diritti umani, trascinata come un cane tenuta a un guinzaglio da agenti antisommossa in tuta mimetica con il passamontagna che si sono seduti vicino a lei per tutta la durata dell'udienza.Quelle immagini, ancora una volta, sembrano arrivare da un luogo molto lontano dallo stato di diritto che dovrebbe caratterizzare gli Stati membri dell'Unione europea.
Orban sapeva benissimo che le catene di Ilaria Salis avrebbero fatto di nuovo il giro d’Europa e, quindi, il messaggio è chiaro: da noi funziona così, nessuno si intrometta; da noi il dissenso è punito così.
Infatti quello che è accaduto questa mattina a Budapest anche fuori dall'aula del Tribunale con minacce e intimidazioni nei confronti di persone arrivate dall'Italia per dare solidarietà ad Ilaria, confermano l’iniquità e lo scempio di questo procedimento che nulla ha a che fare con uno Stato di diritto.
L’avv. Losco, difensore di Ilaria, il padre di Ilaria e Zerocalcare, presente in sostengo della nostra connazionale, sono stati accolti da minacce da parte di gruppi nazisti presenti fuori e dentro l’aula di Tribunale. Intimidazioni come “cosa guardate, vi spacchiamo la faccia” sono le minacce rivolte agli stessi.
Il diniego dei domiciliari è una brutta notizia perchè costringe Ilaria ancora in carcere nonostante fosse stato individuato un appartamento e date tutte le garanzie economiche.
Le condizioni di violazione dei diritti umani sono palesi. E’ evidente a tutti che l’Ungheria non sta rispettando la Convenzione europea dei diritti dell'uomo la cui mancata osservanza è già costata altre condanne all'Ungheria ma a quanto pare, ad Orban non interessa il rispetto degli accordi europei.
Questo è lo Stato che la nostra Presidente considera un modello da emulare?
Il patriottismo del nostro governo va a corrente alternata, con la cittadina Ilaria Salis non si attiva.
Una giornata che scrive una storia di violazione di diritti per l’Italia e per l’Europa.
Amarezza e rabbia per questa decisione.
Giovedì 4 aprile, ore 18:30, presso la sede Slai Cobas di Taranto in via Livio Andronico 47, manifestiamo solidarietà ad Ilaria Salis.
Info/contatti whatsapp 3519575628
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