La Leonardo di Grottaglie potrebbe riconvertire la sua produzione attuale di parte dei boing in produzione di guerra, con il suggerimento/appoggio di Uilm e Fiom
da WW THE WEAPON WATCH - Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei
Leonardo Spa è il primo produttore di armi nell’Unione Europea, il secondo in Europa, il 13° nel mondo (SIPRI)
Però non ama dare di sé un’immagine militarista e ‘muscolare’, preferisce collocarsi in un generico mercato ADS (aerospazio, difesa, sicurezza) e insistere sul proprio profilo ‘sostenibile’, sebbene fare armi significhi alimentare guerre, l’attività umana più distruttiva e senza dubbio insostenibile, per non parlare di quanto sia devastante sul piano energetico e ambientale.
Nei fatti, l’ex Finmeccanica ha perseguito negli scorsi decenni la dismissione di quasi tutti i settori produttivi civili, per dedicarsi al core business della guerra. Nell’ultimo bilancio del 2022 (pubblicato a fine marzo 2023) dichiara che realizza l’83% del proprio fatturato nel settore difesa, avendo quasi solo clienti governativi (88%). Non è neppure davvero un’azienda a capitale ‘italiano’: a parte la quota del 30,2% detenuta dal Ministero delle finanze, il 51,8% del capitale è nelle mani di investitori istituzionali (cioè banche, fondi d’investimento, fondi pensione) per la gran parte britannici e statunitensi.
Quanto Leonardo sia profondamente partecipe dei conflitti armati in corso, lo dimostra la forte connessione con il sistema militare-industriale di Israele. Prendiamo sempre dall’ultimo bilancio, laddove Leonardo definisce in sintesi il proprio profilo: «Leonardo è leader industriale e tecnologico del settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza, forte di una presenza industriale in Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Polonia e Israele». Israele non è solo un cliente, ma ospita stabilimenti e dipendenti di Leonardo.
La presenza diretta di Leonardo in Israele si deve a un’operazione conclusasi nel luglio 2022 con l’acquisizione della società israeliana RADA Electronic Industries, specializzata in radar per la difesa a corto raggio e anti-droni (vedi il comunicato della Campagna BDS Italia), e alla conseguente nascita della nuova società israeliana DRS RADA Technologies, che è – si noti – controllata da Leonardo DRS Inc. con sede negli Stati Uniti. Ha 248 dipendenti in tre sedi israeliane (uffici a Netanya, stabilimento principale a Beit She’an, centro ricerche presso il Gav-Yam Negev Tech Park di Beer Sheva), oltre ai nuovissimi uffici a Germantown, Maryland, ai margini dell’area metropolitana di Washington, D.C.
DRS RADA Technologies ha partecipato alla realizzazione di ‘Iron Fist’, un sistema di protezione attivo montato sui nuovi armoured fighting vehicles (AFV, mezzo corazzato da combattimento) delle Israel Defence Forces (IDF), gli ‘Eitan’ a otto ruote destinati a sostituire i vecchi M113. La prima consegna dei nuovi blindati è avvenuta nel maggio 2023, alla 933a Brigata ‘Nahal’, con previsione di effettivo impiego operativo nel corso del 2024. Tuttavia, l’attacco a sorpresa di Hamas, il 7 ottobre scorso, ha comportato un immediato utilizzo dei nuovi mezzi nella battaglia di Zikim, circa 3 km a nord della Striscia di Gaza, nei pressi di una base militare israeliana attaccata dai militanti palestinesi. Successivamente gli Eitan hanno partecipato all’invasione e alle operazioni militari di Gaza. D’ora in avanti, anche i nuovi blindati israeliani e i sistemi di protezione che montano – tra cui i radar tattici di DRS RADA, del gruppo Leonardo – potranno definirsi battle tested.
Non è questo il solo recente contributo di Leonardo alla guerra di Israele contro Gaza e la sua popolazione.
Secondo una tattica già utilizzata in altre precedenti invasioni di Gaza, l’avanzata delle truppe israeliane è accompagnata o seguita da giganteschi bulldozer blindati Caterpillar D9, che utilizzano un’impressionante potenza e un ragguardevole peso (450 HP per oltre 70 tonnellate, nell’ultima versione ‘T’) per il movimento terra, lo sminamento e per distruggere le abitazioni e le strutture palestinesi. Soprannominato in Israele ‘Doobi’ (‘orsacchiotto’), è una macchina temibile, al cui impiego si dovette tra l’altro la morte della militante nonviolenta statunitense Rachel Corrie (1979-2003), schiacciata da un bulldozer militare nei pressi del confine tra Gaza e l’Egitto mentre si opponeva alla distruzione di abitazioni palestinesi.
Anche i bulldozer blindati dell’esercito israeliano saranno dotati dei sistemi di protezione attiva e dei radar tattici di DRS RADA.
Inoltre, il gruppo Leonardo – tramite le società controllate negli Stati Uniti – supporta la mobilità dei mezzi pesanti delle IDF fornendo gli speciali carrelli a due assi capaci di un carico utile di 77 tonnellate, cioè più di quanto pesi un carro armato da combattimento Merkava (65 t) e il bulldozer corazzato ‘Doobi’ (70 t). Si tratta di un modello nuovo di heavy-duty tank trailer (HDTT) prodotto dalla DRS Sustainment Systems Inc., con sede a Bridgeton, Missouri, azienda del gruppo Leonardo.
Lo scorso 27 dicembre il Dipartimento della difesa USA ha annunciato l’assegnazione di un nuovo contratto alla DRS Sustainment Systems, per un valore di oltre 15 M di $. L’utilizzatore finale non sarà l’esercito americano, bensì quello di Israele, attraverso il meccanismo finanziario delle Foreign Military Sales (VEDI). In sostanza, Israele ha “bloccato” 15.375.000 $ sul conto del credito aperto dal governo americano per poter acquistare questi carrelli, che saranno fabbricati nello stabilimento Leonardo/DRS di West Plains, Missouri. L’ordine non lo specifica, ma potrebbe trattarsi di 70-75 esemplari di HDTT da fornire alle IDF entro l’anno 2026.
La DRS Sustainment Systems, del gruppo Leonardo, ha 7.500 dipendenti e fornisce HDTT alle forze armate di Israele almeno dal 2007, quando mise a punto un prototipo adatto alle esigenze dell’esercito insieme a un partner israeliano, Shladot Metal Works, un’azienda di Haifa che produce soprattutto veicoli militari leggeri e pesanti per le IDF. L’innovativo carrello ha solo due assi, e sta sostituendo i precedenti modelli a 3-4-5 assi di più costosa manutenzione.
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