Un guasto meccanico ferma il trasporto delle materie prime ad Afo 4
Corriere di Taranto
Gianmario Leone
pubblicato il 14 Maggio 2024, 07:00
Un guasto meccanico al nastro trasportatore che serve materie prime all’altoforno 4 dell’ex Ilva di Taranto, ha portato alla fermata provvisoria dell’unico altoforno attualmente in marcia all’interno del siderurgico tarantino. Lo stop, anche a seguito dell’intervento delle ditte dell’indotto preposte per questo tipi di eventi, dovrebbe durare non più di 24-36 ore. Certo è che in questo momento il più grande siderurgico d’Europa è di fatto completamente fermo, come mai è accaduto nel corso della sua storia. Altoforno 4 che tra l’altro non viaggia a pieno regime ma ad intermittenza, visto che anch’esso ha bisogno di una serie di interventi di manutenzione: ad oggi produce 4-4500 tonnellate di ghisa, a fronte di una potenzialità massima di 16500 tonnellate giornaliere.
Nella giornata di sabato aveva preso fuoco un altro nastro trasportatore che dall’area del porto smista il fossile alle batterie coke. Senza causare però troppi danni e feriti tra i lavoratori. Nel piano di ripartenza presentato dai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia sin AS la scorsa settimana a Roma in un incontro con i sindacati, gli interventi previsti per l’area altiforni era stato stimato in 6,2 milioni di euro, mentre quelli per i nastri trasportatori in 11,2 milioni di euro. Altri 30 milioni sono previsti per l’acciaieria 2, 8 per l’agglomerato, altri 7 per l’area parchi, altri 15,4 milioni per l’area sottoprodotti. In totale solo per il siderurgico di Taranto è stata prevista una spera di 193 milioni di euro.
Cifre che riguardano appunto soltanto il piano ripartenza, visto che l’altoforno 1 è spento dall’agosto scorso e attende il rifacimento del crogiolo, investimento per il quale servono non meno di 100 milioni di euro. Mentre l’altoforno 2 è spento dalla scorso dicembre per una serie di problemi tecnici e si è preferito fermarlo per evitare di creparlo. Ed è quindi sin troppo evidente che gli appena 6 milioni per l’area altiforni servono solo per la manutenzione straordinaria. Il tutto in attesa che arrivino gli altri 150 milioni di euro previsti dal decreto Agricoltura (sul quale torneremo a breve) e che la Commissione Europea si esprima nel più breve tempo possibile sulla richiesta del governo italiano di concedere alla società in amministrazione straordinaria un prestito ponte da 320 milioni d euro da restituire entro il 2027. Tutte queste risorse, come abbiamo avuto già modo di spiegare nelle scorse settimane, serviranno appena per pagare gli stipendi ai lavoratori diretti oltre che a provare a tenere in attività il siderurgico. In attesa di intravedere all’orizzonte gli investitori privati annunciati da diverse settimane dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Sperando, in primis per i lavoratori e i sindacati, che l’attesa non sia pari a quella del tenente Drogo nel deserto dei Tartari che oggi somiglia moltissimo alla desertificazione industriale del nostro territorio.
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