Al grido di “ABBASSATE LE ARMI, ALZATE I SALARI” si è svolta la manifestazione nazionale indetta dall’USB a Roma venerdì 22 aprile, manifestazione che contava la presenza anche di varie realtà sociali e politiche come organizzazioni studentesche, movimenti per la casa, Rifondazione Comunista, Partito Comunista Italiano ed altre. Con migliaia di manifestanti in corteo gli interventi sono stati vari, tra cui un rappresentante dei lavoratori migranti delle campagne che ha denunciato la condizione (o meglio, la “sottocondizione”) di sfruttamento e miseria del salario, condizione che conosciamo purtroppo bene fosse solamente per i fatti di cronaca di pubblico dominio.
Tra gli interventi da evidenziare si presenta quello di uno studente che ha invocato l’unione tra questi e gli operai perché figli della stessa disperazione, senza evitare di ricordare Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci, le due giovani vittime dell’alternanza scuola-lavoro, morti a norma di legge su un posto di lavoro senza uno straccio di paga né alcun diritto sindacale, il tutto con l’appoggio dell’asse Confindustria-Ministero dell’istruzione.
Ovviamente preponderante è stata la presenza operaia (e meno male aggiungiamo) con i vari interventi a sostegno del salario, contro l’interventismo guerrafondaio di questo governo e ricordando l’esempio virtuoso degli aeroportuali di Pisa e dei portuali di Genova rifiutatisi di caricare armi da inviare nelle zone calde di guerra causate da un imperialismo sempre più spinto verso l’acutizzazione massima delle differenze di classe. Emozionante è stato anche l’omaggio rivolto allo scrittore Valerio Evangelisti morto qualche giorno fa, positivo è stato il metodo utilizzato: piuttosto che il classico minuto di silenzio è stato urlato il suo nome ricordando la sua militanza tra le fila di Potere al Popolo, e di come egli fosse dalla parte dei giusti.
Lungo infine è stato il discorso di uno dei volti più conosciuti del sindacalismo di base, Sasha Colautti, che ha racchiuso nel suo discorso un po’ tutti gli umori generati dagli interventi precedenti toccando questioni calde come l’attuale situazione politica internazionale o la spregevole gestione del denaro pubblico causando direttamente sempre più miseria ed indirettamente maggiore impatto sociale ed ambientale.
Certo, non tutto può dirsi perfettamente riuscito, ci riferiamo in particolare ad alcune posizioni da parte dei partiti politici e non degli operai, essi infatti tendono a generare più confusione tra le fila delle masse in lotta piuttosto che coesione, a volte pare di (non) comprendere come neanche loro si capiscano all’interno del movimento, e l’attuale guerra tra Stati imperialisti non ha fatto altro che acuire questa situazione già precaria. Detto ciò l’assalto tra le fila operaie sembra essere partito, il cielo è lì che attende.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe – coordinamento nazionale – aveva scritto
“…Dove si lotta in fabbrica per il salario, il lavoro, la salute e sicurezza, contro la guerra imperialista e il governo imperialista italiano, contro l’attacco al diritto di sciopero e il comando dispotico di fabbrica, noi ci siamo e ci saremo sempre.
In questo senso nello sciopero e la manifestazione nazionale promossa da USB a Roma per il 22 noi appoggiamo le realtà operaie presenti, anche se non pensiamo che si tratta di sciopero generale, nè tantomeno di una manifestazione che possa andare fuori dai confini di una situazione ancora poco incisiva anche sul fronte dei risultati“
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