sabato 29 ottobre 2016

Una precedente interrogazione parlamentare sulla vergogna dell'hotspot di Taranto - Nessuna risposta dal governo e dal Ministro, mentre la situazione anche in questi giorni si fa sempre più grave - L'HOTSPOT DI TARANTO DEVE ESSERE CHIUSO!

Interrogazione a risposta scritta
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al ministro dell’Interno
Per sapere
-
premesso che:
- l’hub  di  accoglienza  per  migranti  situato  nel  porto  di  Taranto  è  operativo  dal 17  marzo  2016 e  insieme  a  quelli  aperti  a Pozzallo,  Lampedusa  e  Trapani,  (a cui  se  ne  aggiunge  uno “mobile”  con  un  team  in  partenza  da  Catania  che all’occorrenza si reca a fare le identificazioni direttamente sui luoghi di sbarco) rappresenta il sistema italiano dell’accoglienza ai rifugiati e profughi basato sul modello degli hotspot;
- attualmente  gli hotspot, nell’assenza  di  una  esplicita  regolamentazione, sono  configurati  come  luoghi  chiusi  nei  quali  operano  le  forze  di  polizia  italiane,  supportate dai rappresentanti delle agenzie europee (Frontex, Europol, Eurojust ed EASO, l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo);
- al  loro  interno,  o  comunque  con  il  sistema  “mobile”,  vengono  sottoposti  a rilievi  fotodattiloscopici gli  stranieri  appena  sbarcati  in  Italia  ai  fini  della  loro identificazione per  poi  essere  distinti  e  qualificati  come  richiedenti asilo o migranti economici;
- conseguentemente  a  questa  sommaria  “catalogazione”  i  migranti  vengono inviati  alle  strutture  di  accoglienza  per  richiedenti  asilo  oppure  sarebbero destinatari,  come  avvenuto  nella  maggioranza  dei  casi  osservati  fino  ad ora dall’apertura degli hotspot,di un provvedimento di respingimento per ingresso illegale  e  poi  lasciati  sul  territorio  italiano  senza  alcuna  misura  di accoglienza non essendo comunque possibile alcun rimpatrio;
- una  parte  di  coloro  che  rientrano  nella  prima  categoria,  ossia  non  vengono catalogati   come   migranti   economici,   vengono   infine   destinati   alla   c.d. “relocation”,  ovvero  hanno  accesso  alla  procedura  di  ricollocazione  in  altri Stati  membri  del  Unione  Europea.  Questa  procedura,  ad  oggi,  ha  prodotto minimi effetti, con solo 530 profughi totali trasferiti verso altri Paesi dell’UE;
- con specifico riferimento al centro di Taranto non risulta chiara la natura della struttura in cui, tra le altre cose, è stato accertato - anche attraverso visite degli interroganti – la   presenza   di   migranti   trattenuti   senza  la  comunicazione all’autorità  giudiziaria  entro  le  48  ore  come  prevista  dalla legge  e,  quindi, senza convalida del fermo di polizia;
- alcuni  dei  migranti  che  sono  passati  per  l’hotspot di  Taranto  sono  stati trattenuti  per  oltre  72  ore  dopo  le  procedure  di  fotosegnalazione,  quindi illegalmente   e   in   assenza   di   motivi   che  giustificassero   il   trattenimento, considerato   che   il   centro   dovrebbe   avere   come   funzione   unica  quella dell’identificazione;
- ulteriormente dai colloqui effettuati durante le visite con i migranti  trattenuti emerge uno scarso lavoro di  informativa da parte degli  organi competenti sui diritti  in  capo ad essi prima che essi vengano  preidentificati, come del resto previsto dalle normative nazionali e internazionali in materia;
- risulta  particolarmente grave l’assenza di un’informativa circa  al diritto di richiedere   protezione internazionale che dovrebbe essere fatto prima di qualsiasi tipo di identificazione;
- a tal fine è bene ricordare che ogni straniero soccorso in mare e sbarcato ha il diritto  di  ricevere  informazioni  complete  e  comprensibili  sulla  sua  situazione giuridica e ha il diritto di manifestare in qualsiasi momento (anche quando già si trova da tempo in Italia) la volontà di presentare domanda di asilo;
- la  mancata  informativa,  o  comunque  l’informativa  parziale  e  somministrata  a persone appena sbarcate e ancora in grave stato di choc è risultata evidente nel più  recente  trasferimento  all'hotspot
di  Taranto  del  31  marzo  scorso  dove persone  di  nazionalità  marocchine  si  sono  viste notificare un  respingimento differito,   dichiarando   di   non   essere   stati   informati   né  di aver avuto la
possibilità  di  richiedere  asilo,  malgrado  quanto  previsto  dalla  Circolare  del prefetto Morcone dello scorso 8 gennaio;
- la  mancata  informativa sarebbe quindi  alla base dei respingimenti  differiti eseguiti sull’accertamento della sola nazionalità;
- il  caso  accertato  a  Taranto  lo  scorso  31  marzo  fa il  paio  con  quanto  avvenuto con  altri  cittadini  di  nazionalità  gambiana  negli hotspot siciliani  e  portato all’attenzione  del  Ministro  in  indirizzo  con  l’interrogazione  n.411563  del  22 dicembre 2015;
- la   pratica   dei   respingimenti   differiti   sulla   sola   base   discriminante   della nazionalità  oltre  a  violare  la  Convenzione  di  Ginevra  genera  situazioni  di estrema    vulnerabilità    delle persone  lasciate senza nessun mezzo di sostentamento  alle  porte  dell’hotspot, escludendole  dal  sistema  nazionale d’accoglienza;
- lo scorso venerdì 1 aprile quindi, circa 250 migranti di nazionalità marocchina, sono stati accompagnati dall'hotspot ed è stato consegnato loro un provvedimento di respingimento differito. Questi non hanno potuto fare altro che riversarsi nella stazione ferroviaria cittadina, abbandonati a loro stessi, senza denaro, senza sostegno di alcun tipo;
- la situazione che si è venuta a creare si configura, ad opinione degli interroganti, oltre in violazione della normativa, come una vera e propria emergenza sociale di cui le prime vittime sono i migranti
- alla luce dell'inefficacia e della sommarietà del sistema degli hotspot quali iniziative intenda assumere il Governo e se in particolare non ritenga di chiuderli;
- quali iniziative intenda adottare per supportare gli impegni straordinari degli enti locali che devono provvedere, per le proprie competenze, a garantire condizioni dignitose in emergenza per numerosi migranti abbandonati a se stessi e quindi come si intenda intervenire per sostenere lo sforzo dei comuni che in paricolare ospitano gli hotspot.

On. Donatella Duranti, Michele Piras, Palazzotto, Scotto, Celeste Costantino, D’Attorre, Carlo Galli, Giancarlo Giordano, Marcon, Melilla, Marisa Nicchi, Annalisa Pannarale, Lara Ricciatti, Sannicandro

Nessun commento:

Posta un commento