“O forse l’azienda – continuano i sindacalisti – per piano industriale intende esternalizzare i processi produttivi, peggiorare le condizioni di lavoro, ridurre i costi fissi a partire da quello del lavoro? Insomma la Cementir sembra aver scelto di abbandonare la sua vocazione industriale per concentrarsi sulla finanza, garantendosi profitti e scaricando sugli altri ed in particolare sulla collettività i rischi d’impresa e la propria responsabilità sociale”. Per i sindacati “l’atteggiamento dell’azienda è irresponsabile e inaccettabile. Con l’avvio delle procedure di licenziamento, Cementir disattende completamente gli impegni assunti con i lavoratori e le istituzioni locali impegni dai quali l’azienda ha tratto enormi benefici, finanziari e di concessioni“.
“Il prossimo 18 ottobre presso Unindustria di Roma si terrà – annunciano i sindacati – il secondo incontro per discutere la vertenza. Ci auguriamo che a quel tavolo l’azienda metta da parte i licenziamenti, presenti un serio piano industriale e sia disponibile a discutere di un piano sociale“, auspicano i sindacati, che avvertono “qualora ciò non avvenisse, le segreterie nazionali Feneal Filca Fillea chiederanno un incontro al Ministero dello Sviluppo Economico“. Nel frattempo “in tutti i siti produttivi i lavoratori Cementir e Cementir-Sacci sono in stato di agitazione, pronti allo sciopero generale di gruppo ed ad azioni di lotta territoriali e nazionali“, concludono.
La posizione dello Slai Cobas di Taranto
“E’ riuscito compatto lo sciopero alla Cementir di Taranto, con la fabbrica interamente bloccata in tutti i turni e un combattivo presidio sotto la prefettura. Nella giornata di ieri si sono svolti ncontri in prefettura con la dottoressa Ruocco, prima con i sindacati confederali poi con i lavoratori con lo Slai Cobas per il sindacato di classe rappresentato dagli RSA cementir Farina e Arnesano e per il coordinamento provinciale dello Slai cobas Palatrasio” si legge in un comunicato della RSA Cementir Slai Cobas per il sindacato di classe di Taranto.
“Nell’incontro dello Slai cobas, è stata illustrata dettagliamente la situazione della fabbrica e dei piani di chiusura progressiva condotta dalla Cementir – contrastata dal 2013 solo dallo Slai Cobas – oggi da tutti, e chiesto di inviare al governo un monito forte di tutti i lavoratori e le loro famiglie: non accetteremo esuberi, vogliamo un piano industriale che dia ora garanzia di lavoro per tutti. E’ stato inoltre chiesto di convocare subito un tavolo a Taranto con Cementir, Regione, Provincia e Comune, associazione industriali, Autorità P,ortuale organizzazioni sindacali tutte, per mettere in campo soldi e proposte per la continuità lavorativa. La Cementir prima ha sfruttato il territorio e inquinato, ora non può cacciare i lavoratori; la Cementir ha chiesto e ottenuto la concessione al porto per 20 anni – o deve dare lavoro ai lavoratori tutti o gli va revocata. La Cementir è anche una bomba ecologica che va bonificata – con il lavoro degli operai innanzitutto. Dopo l’incontro lo Slai Cobas ha spiegato ai lavoratori le richieste dell’incontro e ha convocato per il 21 ottobre una nuova iniziativa di lotta in piazza Castello dalle 9, alla Prefettura alle 11
dopo l’incontro a Roma previsto per il 18 ottobre – da cui lo Slai Cobas è escluso
se non ci saranno risposte serie da Roma – il 21 i lavoratori risponderanno con nuove forme di lotta” si conclude la nota.
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