Riportiamo sotto un comunicato inviatoci dal cons. Capriulo.
NOI DICIAMO CHIARO, CHE I LAVORATORI, LE MASSE POPOLARI DI TARANTO NON POSSONO E NON DEVONO STARE DIETRO I GIOCHI ELETTORALI nè di Emiliano, nè del Sindaco di Taranto che, con un improvviso allarmismo sui dati drammatici che purtroppo stanno lì a confermare una realtà da tempo conosciuta sulla pelle di lavoratori e cittadini, stanno solo alimentando una contrapposizione/divisione tra operai e popolazioni dei quartieri di Taranto. Questi giocano sui morti e sui vivi, facendo campagna per sè e non per i lavoratori e cittadini di Taranto.
Da tempo noi diciamo che c'è una guerra vera a Taranto, portata avanti da padroni, dal governo, e in cui le istituzioni locali ci hanno messo e ci mettono la loro parte.
Ora nessuno può far finta di dimenticare che nel processo a Riva per ambiente svenduto ci sono tutti, sia presidenti di regione e provincia, sia l'attuale sindaco, sia ssessori, sia funzionari degli Enti che dovevano controllare, sia Chiesa, ecc.
E' una guerra e un'emergenza, le cui vittime sono sia operai che masse popolari.
Lo Slai cobas da anni parla della necessità che sia all'ordine del giorno un decreto operaio e che però anche solo per imporre interventi concreti ed emergenziali indicati occorre una rivolta prolungata di lavoratori e cittadini.
Si fosse già avviata, avremmo cominciato un cammino.
Ma chi appoggia gli Emiliani o gli Stefani di turno non vuole questa rivolta.
E QUESTO E' IL VERO PROBLEMA.
COMUNICATO STAMPA
LA VERITA’ NON DEVE FARCI PAURA!
Pare che la verità faccia paura.
Dai dati scientifici dello studio epidemiologico per l’area di Taranto, - sugli effetti delle esposizioni ambientali ed occupazionali sulla morbosità e mortalità della popolazione residente a Taranto - fatta dai principali soggetti scientifici nazionali e regionali, su una base di circa 300 mila cittadini, resi noti il 4 ottobre u.s., emerge ancora una volta un quadro allarmante:
1) Chiara relazione tra l'esposizione ambientale e le malattie tumorali e cardiovascolari; in particolare esposizione a PM10 ed anidride solforosa di origine industriale, con aumento del rischio della mortalità per cause naturali, tumorali, cardiache e renali;
2) Aumento di ricoveri ospedalieri quando si incrementa il PM10 e l’anidride solforosa;
3) Effetti maggiori delle patologie respiratorie nei bambini tra 0 e 14 anni;
4) Stretta relazione anche tra le lavorazioni e gli eccessi di mortalità tra i lavoratori;
5) Tassi più elevati di inquinamento nei quartieri a ridosso della fabbrica (Tamburi, Paolo VI, Isola, Porta Napoli, Lido Azzurro);
6) Le classi sociali più basse con tasso di mortalità e di ricovero ospedaliero maggiori del 20% rispetto alle classi più abbienti;
7) Latenza della malattia anche di oltre 25 anni ma stretta relazione tra esposizione e
malattie.
Sono dati impressionanti ma anche non nuovi, che confermano gli studi precedenti e che riaffermano la necessità di consentire l’attività industriale solo dopo aver valutato il danno sanitario prodotto.
I 10 decreti del governo hanno solo spostato il problema ma non lo hanno risolto. L’AIA sottoscritta nel 2012 un bidone vuoto ed inefficace. Nel passato meno recente abbiamo sperato negli atti d’intesa ma si sono rivelati un bluff.
Ribadiamo che se l’ILVA non assicurasse ancora qualche migliaio di posti di lavoro
andrebbe chiusa ad horas!
Da padri di famiglia sappiamo che è molto meglio dire sempre la verità, anche quando questa fa male e provoca sofferenze ed impone sacrifici.
Così come ha fatto il presidente Emiliano e di questo gliene siamo grati.
Negli anni passati ci è stata nascosta la verità e questo ha prodotto morti e malati per
produrre acciaio, benzina o armare navi.
Ora a chi tocca agire agisca per impedire ulteriori morti e feriti in onore del profitto e delle ragioni di Stato.
Al Sindaco di Taranto chiediamo di non omettere atti propri del suo ufficio.
Alla politica, quella buona e capace, l’onere di costruire un nuovo futuro sostenibile ad una comunità usata, abusata e sfruttata: costruendo fabbriche ambientalmente sostenibili, lavoro fondato sulle risorse territoriali, rispettando le persone e l’ambiente.
Con cognizione di causa siamo certi che ce la possiamo fare, senza nascondere la testa sotto la sabbia, ma anzi a testa alta.
Taranto, 6 ottobre 2016
Dante Capriulo- Consigliere Comunale e Provinciale di Taranto
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